ESERCIZI DI VOTO CON I PALINDROMI di Stefano Bartezzaghi

ESERCIZI DI VOTO CON I PALINDROMI ESERCIZI DI VOTO CON I PALINDROMI Scrivete a: Stefano Bartezzaghi «La posta in gioco» La Stampa - Tuttolibri via Marenco 32 10126 Torino ■ » j|EGLI ultimi tempi abbia\ rao dotato la rubrica di 1 adeguati spazi pubblici1 tari, e ora dobbiamo sce: iA] glierci uno sponsor politico. A trovarcelo ci ha pensato Enrico Cirone (Genova), che mi ha mandato la sua preferenza uninominale: vota per «Il leader Redaelli». L'elenco telefonico milanese riporta quattro buone colonne di abbonati di cognome Redaelli; non mi pare di conoscerne alcuno, né a Milano né altrove, ma mi affido di buon grado al carisma emanato dal cognome medesimo. Il leader Redaelli è infatti una frase palindromica, per quanto insospettata: coniuga l'anglofonia della qualifica alla brianzofonia del nome. Se qualcuno mette in dubbio la primazia del capo, voi potrete ribadirla dicendo: «Il leader è Redaelli», e anche questa sarà una frase palindromica. Se qualcuno mostra di non conoscere Redaelli, voi potrete mera¬ vigliarvi di tale incauta enormità, notificargli: «Redaelli è il leader», e anche questa sarà una frase palindromica. Il rapporto, spesso controverso e sempre misterico, fra palindromi e potere ha radici storiche, studiate da specialisti come Alessandro Marenzi (Caselle To). Egli coglie un'«Alba fatale a Napoleone», solo che non deve trattarsi del sorgere del sole ma dell'omonima città delle Langhe, poiché in antipodo palindromo ne consegue che: Eifu tra tartufi (l'antipodo è un palindromo in cui la lettera iniziale resta ferma, al suo posto). Risalendo poi alla mitologia e al ritorno di Ulisse, Marenzi inventa la crittografia a doppio palindromo: palindromica la soluzione, i corpi divellevi di Proci; ma palindromico anche l'esposto: itacesi ài secati. Giungiamo ai giorni nostri con Filippo Ferreri (Schio VI), che ipotizza un «Inciucio laziale»: Orte; i PiDiEsse, i Di Pieti-o... Poi ci rivela i retroscena della Bicamerale, il cui leader non è Redaelli ma addirittura un tentatore edemico: Ave, D'Alema, mela d'Eva. Ferreri, infine, affronta il nodo dello Stato sociale e dei dissesti finanziari: E' malasanità latina, salame. In altri tempi, Giuseppe Varaldo (Imperia) aveva descritto sulla rivista enigmistica La sibilla le mene di un senzatetto socialista: Disperato, va a votare Psi (si tratta di un antipodo palindromo). Rimontando a eroi più remoti, ecco una definizione lapidaria per Attilio Regolo (Per i Romani sopportò troppo, sin a morire) e, arretrando ancora, si giunge al successore di Enea: luto, poderoso re, dopo lui. Sulla storia contemporanea, Varaldo ha unito le due passioni di un deputato alpino: Emiciclo dell'Urbe e brulle, dolci cime; ha coniato uno slogan pacifista: I missili vilissimi; ha descritto la Loggia P2: Illegale tese tela Gelli Co Ille- CLMMO MICROCOSMI POMENÌCA i gambe in spaila verso la montagna- le braccia rozzi AMO tenerle O le restituiamo all' agricoltura fR fl fR filili!; LA VIGNETTA DI MARAMOTTI gale: ci si cela Gelli); ha auspicato una soluzione alla questione mediorientale: Arafat, se forte idea è dietro, festa farà. Sono esempi che, in puntate vicine e lontane, avevamo già visto. Ma il vero contributo di Varaldo all'analisi palindromica della politica è nella seguente definizione del Potere e della Gloria: Onori: re per essi visser e perirono. Si parla di re antichi, e qui mi soffermerei. Il mondo in cui viviamo è poco palmdromico: ha i suoi rovesci, ma non sono molto simmetrici. Anche i palindromisti, certo, amano e rispettano la nostra assordante democrazia (O ti trapana partito), piena di demagogia (E là è tal Polo plateale), di consenso acritico (Ovil Ulivo), di esasperate contrapposizioni (O Lega Nord: a ladrona, gelo). Ma questo riguarda municipi, Palazzi Chigi, tutte cose necessarie e ben servite dal suffragio universale. Ma sulle questioni spirituali io sospetto che l'arte del palindromo sia, per attitudini e rango, intrinsecamente monarchica (non a caso è particolarmente coltivata nel Regno Unito). Si pensi all'esempio più semplice: è Re. Questo re, peraltro sconosciuto, ha delle pretese che un antipodo palindromo (chi ne è l'autore? Non ricordo, scusate) riassumeva così: son re: voglio il governo. Anche don Bendazzi era d'accordo: A Roma il governo con re vogliam ora. Un altro antipodo attribuisce origine divina all'investitura, Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca: Sacra nomea: è monarca. Ovviamente qui non si parla delle attuali monarchie da rotocalco, ma di una monarchia metafisica, aerea, un'idea d'aedi; un trono in legno massello e lapislazzuli, su cui possa degnarsi di posare le Sue brianzole Terga il sovrano designato del regno dei palindromi: il Leader Redaelli. Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Genova, Imperia, La Loggia, Milano, Orte, Regno Unito, Roma, Schio, Torino, Urbe