Confiscato il tesoro del re dei palazzi

Il costruttore Vincenzo Piazza, in cella per mafia, aveva dichiarato nell'89 un reddito inferiore a 2 milioni Il costruttore Vincenzo Piazza, in cella per mafia, aveva dichiarato nell'89 un reddito inferiore a 2 milioni Confiscalo il tesoro del re dei palazzi Palermo, allo Stato un patrimonio di 1105 miliardi PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un patrimonio da capogiro è stato confiscato al costruttore edile palermitano Vincenzo Piazza, da tre anni in carcere per associazione mafiosa. Ammonta a 1105 miliardi di lire e include i beni più svariati, comprese una tenuta in Toscana e quote azionarie della Banca del Popolo di Trapani. Una confisca senza precedenti nelle inchieste antimafia. Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco si è congratulato con il comandante della Guardia di Finanza, Rolando Mosca Moschini: «Le più vive congratulazioni per il brillante risultato conseguito dalla Guardia di Finanza di Palermo culminato nella confisca di un patrimonio di inusitate proporzioni accumulato da una persona che le prime notizie di stampa indicano come fortemente compromessa in traffici mafiosi». L'ingordigia e la troppa furbizia armi fa avevano giocato un brutto scherzo all'imprenditore, esponendolo ai controlli del fisco. Infatti nel 1989 Vincenzo Piazza dichiarò un reddito imponibile da morto di fame: 1 milione 857 mila lire. Le successive verifiche, unite alle dichiarazioni di alcuni pentiti (primo Tommaso Buscetta, ultimo Calogero Ganci) hanno fatto il resto. In particolare i pentiti hanno scaricato su Piazza, che ha 66 anni, i pesantissimi sospetti di essere a tutti gli effetti un boss di Cosa nostra infiltrato nella finanza e nell'imprenditoria. E dopo 12 anni di indagini e un decreto di non luogo a procedere emesso dalla corte d'appello di Palermo sul rinvio degli atti disposto dalla Cassazione, ora Piazza si è visto portar via definitivamente dallo Stato ogni porzione del suo impero per il quale, per anni, aveva avuto fama di intraprendente e spregiudicato self made man. Il tribunale per le misure di prevenzione presieduto da Edoardo Corsini gli ha restituito soltanto 2 delle 18 auto e una moto Bmw che sono risultate intestate ai figli. I suoi avvocati, un nutrito collegio legale composto da Salvo Riela, Giuseppe Rizzuti, Ernesto D'Angelo e Franco Alosi, hanno presentato appello, forti del precedente giudizio che aveva ritenuto invece legittima la provenienza dei beni. Si vedrà. Negli uffici del gruppo investigativo aiminalità organizzata, il Gico, della Guardia di Finanza, nell'elenco di quanto è stato confiscato a Piazza spiccano 64 palazzi con 2450 locali per uffici del valore di 430 miliardi. E poi 122 magazzini per 144 miliardi, 11 milioni e 189 mila metri quadrati di terreni agricoli per 126 miliardi, e 53.917 metri quadrati di aree fabbricabili per 40 miliardi; 131 appartamenti per 50 miliardi; 10 ville per 13 miliardi; due edifici adibiti a scuole per 4 miliardi e 200 milioni. E ancora: quattro aziende agricole stimate 5 miliardi e 600 milioni, una delle quali a Monteroni d'Arbia vicino a Siena. Nella Banca del Popolo di Trapani Vincenzo Piazza aveva poco più di 215 mila azioni, per 9 miliardi e 370 milioni. La holding edilizia con partecipazioni di Piazza in 20 aziende è stata valutata dai periti 219 miliardi e su questa gli investigatori della Guardia di Finanza, per incarico dei giudici antimafia, si sono dovuti misurare con un inestricabile intreccio di quote azionarie per lo più intestate alla moglie e alla figlia dell'imprenditore. Aziende controllate dalle immobiliari Leonardo da Vinci e Caravaggio. Un filone dell' inchiesta ha sfiorato l'ex sindaco de Vito Ciancimino, il cui strapotere a Palermo è stato stroncato da anni dagli inquirenti antimafia: Piazza per acquistare la tenuta in Toscana si è servito di canali bancari a suo tempo utilizzati da Francesco Civello, indiziato di essere un prestanome di Ciancimino. Si tratta della Ubs di Zurigo e della Canadian Imperiai Bank di Montreal. Può darsi che sia soltanto una coincidenza, gli inquirenti ci stanno lavorando. I giudici per le misure di prevenzione hanno restituito ai proprietari, gli eredi di Salvatore Lantieri, la catena di supermercati Mar che era stata sequestrata anni fa, essendo stato accertato che non sono prestanome di Vincenzo Piazza. E nel pomeriggio il Comune di Palermo ha chiesto l'elenco dei beni confiscati al costruttore. L'assessore agli Incarichi speciali Giovanni Ferro ha detto che è il primo passo per la richiesta di acquisizione di tutto il patrimonio di Piazza al municipio. Antonio Ravidà Nell'elenco, 10 ville 64 palazzi, terreni aziende agricole e quote azionarie 1000 MILIARDI Cirio, di proprislò di Gravanti! Interi iHnesa, «x shtdsa <Ji leti Imerese e degli imprenditoriFrancesco e Pietro Drogo Fef Il costruttore edile Vincenzo Piazza: contro di lui ci sono anche le dichiarazioni di pentiti come Tommaso Buscetta e Calogero Ganci