Ruba un motorino e la folla lo lincia

Ruba un motorino e la folla lo lincia Napoli, salvato dall'intervento dei carabinieri Ruba un motorino e la folla lo lincia NAPOLI. Lo hanno bloccato e scaraventato per terra, lo hanno colpito a calci e pugni sfogando la rabbia in botte e insulti. E per sottrarlo all'ira della folla, i carabinieri hanno dovuto chiamare rinforzi: otto pattuglie sono state necessarie per impedire che la gente facesse giustizia sommaria del rapinatore. Lui ha rischiato il linciaggio, chi lo ha spedito in ospedale prima che in cella rischia quanto meno una denuncia. Ad innescare la reazione, un motorino e gli animi esasperati da troppe tragedie provocate dai «predatori» di mezzi a due ruote. Dopo la morte di ragazzi che hanno avuto il solo torto di reagire ai banditi, qualcuno ha pensato che per tipi così ci vuole una lezione. A Torre Annunziata, uno dei paesi dell'area vesuviana oppressi dalla criminahtà, in molti giustificano il pestaggio che ha portato al pronto soccorso Antonio Madonna, 20 anni, un diploma di geometra ed una famiglia normale. Dopo averlo salvato dalla folla, i carabinieri lo hanno arrestato e qualche ora più tardi hanno preso anche i suoi tre complici: un aiuto cuoco e due ex studenti, incensurati. Forse era la loro prima volta, forse rapinare quel motorino era solo una bravata. Via Caravelli, alla periferia della città, un cortile circondato dai palazzi dove le coppie vanno ad amoreggiare. Qui martedì sera due fidanzatini ventenni arrivano in sella ad un «Piaggio Free», sistemano lo scooter accanto al min etto, ed ecco spuntare altri due motorini, con a bordo Antonio Madonna e i suoi tre amici, Marco Di Somma e Ciro Leone, tutti e due di 21 anni, e Ciro Ascione, di 23. Si fermano, due scendono e si avvicinano ai ragazzi: strattonano lei, la spingono contro il muro e ordinano a lui di consegnare il ciclomotore. Non sono armati, ma la vittima non lo sa e la cronaca racconta che a resistere a rapine di questo tipo si corre il pericolo di pagare un prezzo salato, la vita. Il «Piaggio Free» cambia di mano e alla guida ora c'è Antonio Madomia che tenta di allontanarsi. Ma i due fidanzati danno l'allarme, gridano, e dalle case vicine gli abitanti rispondono all'appello. In pochi secondi si forma un gruppo di oltre venti persone che piombano su Antonio, mentre i complici riescono ad allontanarsi. Per il geometra le cose si mettono malissimo: rotola per terra sotto i colpi della folla inferocita che lo tempesta di calci e pugni. Qualcuno avverte i carabinieri. Arriva un'auto, ma sono necessari rinforzi: via radio i carabinieri chiedono l'intervento dei colleghi anche dai comuni vicini. E alla fine occorrono otto pattuglie per avere la meglio su quella gente infuriata. Antonio finisce all'ospedale di Torre Annunziata dove i medici gli medicano le ferite al volto e le conseguenze dei colpi ricevuti su tutto il corpo. Per escludere l'ipotesi di lesioni interne, viene trasferito, al Cardarelli di Napoli e sottoposto ad altri esami. Dopo una notte in corsia, la destinazione è il carcere di Poggioreale dove lo raggiungono i tre complici presi dai carabinieri. Agli investigatori tocca ora identificare i responsabili del pestaggio e capire se tra loro c'era anche la vittima della rapina. Mariella Cirillo

Persone citate: Antonio Madomia, Antonio Madonna, Cardarelli, Ciro Ascione, Ciro Leone, Marco Di Somma, Mariella Cirillo

Luoghi citati: Napoli, Torre Annunziata