Gli stupri terrorizzano Bologna
Protagonisti gruppi di 3 giovani. Il sindaco: la città risponderà Protagonisti gruppi di 3 giovani. Il sindaco: la città risponderà Gli stupri terrorizzano Bologna Violentata una studentessa, salva un'altra BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due aggressioni di gruppo a Bologna contro due giovani donne. Tre uomini, di razza bianca, in entrambi i casi. Due che tengono ferma la vittima, il terzo che la violenta. Episodi gravissimi, amplificati dal fatto che sono stati resi noti dagli inquirenti tra martedì e mercoledì, in una casuale, ma drammatica successione. Non è ancora certo se gli stupratori siano gli stessi: l'ipotesi non viene esclusa dagli investigatori, anche se gli identikit realizzati sulla base delle descrizioni fornite dalle due ragazze non combaciano. I punti in comune sono però molti e creano inquietudine, a cominciare dalle vittime scelte: giovani studentesse, che vivono sole, abituate a girare per strada di sera senza paura, in una città che è stata finora anche a misura di donna. La prima violenza risale al 26 febbraio. Una ragazza di 23 anni esce di casa, dietro allo stadio, per fare una telefonata. Sono le 11 di sera. Quando si allontana dalla cabina telefonica, tre uomini cominciano a seguirla. «Vieni con noi, ti facciamo divertire», le sussurrano. Lei scappa, ma viene bloccata e trascinata dietro le auto in sosta. In due la tengono per le braccia, l'altro, un giovane sui trent'anni, alto un metro e 80, corporatura tendente al grasso, capelli lisci scuri abbastanza lunghi, la stupra. Gli inquirenti rendono noto il fatto solo martedì, dopo un'indiscrezione giornalistica. Il ritardo irrita il sindaco Walter Vitali e l'assessore alle politiche sociali Lalla Golfarelli che dice: «Le informazioni su fatti di questo genere vanno date subito per permettere ad altre donne di potersi difendere». Passano poche ore e dalla Questura si apprende un nuovo caso. Il 19 aprile scorso una studentessa bolognese di 24 anni ha subito un tentativo di violenza: tre uomini hanno suonato il campanello della sua abitazione, in pieno centro storico, per farle aprire la porta trascinandola poi nella vicina cantina. La ragazza era in casa con un'amica. Per due-tre volte ha sentito suonare il campanello, ha chiesto chi era al citofono ma non ha avuto risposta. Mezz'ora dopo la mezzanotte l'amica se n'è andata. Subito dopo il campanello ha suonato di nuovo e pensando fosse l'amica la ragazza ha aperto 0 portone e poi, dopo una seconda scampanellata, la porta dell'abitazione. La studentessa si è trovata di fronte a tre uomini che dopo averle tappato la bocca l'hanno trascinata per le scale della cantina; in due l'hanno tenuta ferma e il terzo, di corporatura magra regolare, alto un metro e 70, con capelli lunghi castano scuri, ha cercato di usarle violenza senza riuscirci. Il procuratore capo Ennio Fortuna ammette il suo sgomento: «Personalmente sono preoccupato. Questi episodi sono sintomo di un degrado e una riflessione va fatta. Sono sempre rimasto positivamente impressionato dal fatto che le donne a Bologna potessero passeggiare la sera da sole senza problemi. Faremo di tutto perché possa continuare a essere così». Il sindaco Vitali esprime sdegno e amarezza a nome di tutta la città. «La violenza sulle donne - dice non riguarda solo Bologna. Ma da una città come Bologna mi aspetto una risposta: spero nella collaborazione dei dttadini». La cronaca degli stupri tentati e riusciti è fatta di un lungo elenco anche a Bologna, dove però non erano mai stati denunciati prima d'ora stupri di gruppo, se possibile ancora più odiosi. Un elenco caratterizzato da un dato in comune: quasi sempre le indagini sono andate a vuoto. Marisa Ostolani Un'immagine di Bologna
Persone citate: Ennio Fortuna, Lalla Golfarelli, Marisa Ostolani, Walter Vitali
Luoghi citati: Bologna
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