Spunta una nuova testimone di Gio. Bia.

Spunta una nuova testimone Spunta una nuova testimone E da un disegno fatto da Yuri altri dubbi sulla scomparsa PESCARA DAL NOSTRO INVIATO Una donna si presenta ai magistrati e racconta di aver sentito da alcuni bambini, nei primi giorni della scomparsa di Davide Mutignani, che il ragazzino si trovava con altri tre bambini. E' una testimonianza raccolta ieri sera, che aggiunge un nuovo tassello per ricostruire le ultime ore del bambino affogato nel canale di Pescara. Ma c'è anche un altro elemento che, riletto alla luce del ritrovamento in acqua del cadavere di Davide, potrebbe risultare significativo. Tra le lettere dei suoi compagni portate a casa di Davide nella prima settimana, ce n'era anche una del 16 aprile, il terzo giorno del mistero, scritta da Yuri, l'amichetto che potrebbe averlo visto per l'ultima volta. E' un disegno di una barca che galleggia nel mare, e vicino la pinna di uno squalo. Sotto Yuri scrive: «Caro Davide, dimmi al più presto dove sei, perché se melo dirai verro finalmente a incontrarti per riportarti a casa e continuare ancora a giocare insieme. Tanti saluti dal tuo amico Imi». Riletto oggi, quel biglietto ripropone alcuni interrogativi: Yuri ha lasciato Davide sul fiume? L'acqua è un caso o il bambino immaginava, e come?, che c'entrava il mare con la scomparsa di Davide? Prima che questi sviluppi si conoscessero, ieri mattina, il procuratore di Pescara Enrico Di Nicola, aveva detto ai cronisti: «Dai primi risultati dell'autopsia possiamo parlare di possibile fatto accidentale, non si presumono reati e quindi non ci sono né mostri né mostriciattoli». Niente mostri e niente reati, dunque. Ma il caso non è chiuso, anzi. Dopo il ritrovamento del corpo di Davide sono stati nuovamente interrogati gli amichetti che lo hanno visto le ultime volte, Yuri e non solo lui, e ai periti sono stati affidati altri accertamenti tecnici. «Voghamo studiare le condizioni idro-geologiche del canale, le temperature dell'acqua e del corpo, fare analisi sui vestiti e ogni altro accertamento che ci permetta di risalire con la maggior precisione possibile alla data e magari all'ora della morte - spiega Di Nicola -. Poi confronteremo quei risultati con le testimonianze che abbiamo raccolto, per vedere se sono compatibili e fare nuove valutazioni». Durante le tre settimane del mistero, dalla scomparsa di Davide fino al ritrovamento del corpo, sono arrivate infinite segnalazioni, molti hanno raccontato fatti che si sono rivelati non veri, ma il procuratore esclude false testimonianze dolose, di grandi e piccini: «Per ipotizzare cose del genere o addirittura depistaggi, dobbiamo avere indizi che al momento non esistono. In questa vicenda non ci sono bugie dette deliberatamente». E ripete: «Allo stato, l'ipotesi della disgrazia è la più probabile». Di Nicola parla anche per un altro motivo: «Sono dispiaciuto per le critiche immeritate piovute sul questore e sul capo della squadra mobile». Lui difende gli investigatori della città e spiega che la responsabilità delle indagini è sua: «Me la prendo ùi prima persona come capo della procura, e non ci sono censure da fare. Io ho giudicato e valutato ogni atto d'indagine». E il mancato dragaggio del fiume, che avrebbe potuto restituire il cadavere di Davide parecchi giorni prima? «Lungo il canale abbiamo fatto delle ispezioni risponde il procuratore - e dragare sarebbe stato inutile in assenza di indizi che indicavano la caduta in questo o quel punto. E poi, se le ricerche nel fiume non avessero dato esito perché la corrente aveva portato 0 cadavere in mare aperto che dovevamo fare, metterci a dragare anche il mare?». [gio. bia.]

Persone citate: Davide Mutignani, Di Nicola

Luoghi citati: Pescara