Le foto che sconvolsero il mondo

In un lager costrinse un musulmano a evirare a morsi un compagno IL CARNEFICE DEI CAMPI DI PRIGIONIA le feto che sconvolsero il mondo Tadic smascherato da una delle sue vittime uno quel ZAGABRIA A continuato a sostenere di essere vittima di scambio di persona. Da giorno del settembre del '94 in cui è stato arrestato a Monaco di Baviera, Dusan Tadic si è sempre dichiarato innocente. Il quarantunenne serbo-bosniaco, ex karateka ed ex proprietario di un bar a Prijedor, in Bosnia Nord-Occidentale, ha negato per tre anni ogni coinvolgimento nei crimini di guerra di cui è stato accusato dal Tribunale Internazionale dell'Aia, affermando di essere un semplice capro espiatorio. Inferociti da quello che hanno subito durante la guerra i musulmani adesso vogliono vendicarsi con chiunque sia serbo, ha detto Tadic, ma io non c'entro. Eppure la sentenza non lascia dubbi: Tadic è stato giudicato colpevole di crimini di guerra ed altre atrocità commesse durante il sanguinoso conflitto bosniaco. Fanatico sostenitore del nazionalismo granserbo, Dusan Tadic, noto come Dule o Dusko, si è distinto sin dall'inizio nelle più feroci operazioni di pulizia etnica commesse dalle milizie serbo-bosniache. In particolare all'interno dei campi di concentramento dove i serbi hanno rinchiuso musulmani e croati. Omarska, Keraterm, Trnopolje. Tadic è stato attivo in tutti i luoghi diventati simbolo delle atrocità e delle torture a cui sono stati sottoposti i prigionieri non serbi. Le immagini del campo di Omarska hanno scioccato il mondo interno: ma le condizioni disumane dei detenuti apparse sui teleschermi non erano che la punta di un iceberg. Soltanto poco per volta sono emerse le mostruose pene inflitte alle vittime. E Dusan Tadic era uno degli aguzzini, uno dei pochi che è stato smascherato dalle testimonianze dei sopravvissuti. La polizia tedesca l'ha infatti arrestato su segnalazione di un profugo musulmano che si era rifugiato in Germania dopo essersi salvato per miracolo dal campo di concentramento di Omarska, una vecchia miniera nei pressi di Prijedor. Tadic si era recato in Germania in visita ai familiari. Fermato dai tedeschi è stato poi estradato all'Aia perchè il suo nome figurava sulla lista dei 74 criminali di guerra ricercati dal Tribunale Internazionale per i crimini di guerra in ex Jugoslavia. Il piocesso a suo carico è iniziato esattamente un anno fa. La «carriera» criminale di Tadic è iniziata sin dai primi giorni della guerra quando le truppe serbo-bosniache hanno attaccato i Paesi musulmani e croati nella regione di Prijedor. In pochi giorni i serbi hanno scacciato le popolazioni locali, arrestando migliaia di uomini. A fine maggio del '92 più di tremila persone sono state rinchiuse nel campo di Omarska. I loro aguzzini, tra cui Tadic, li torturavano quotidianamente, picchiandoli selvaggiamente. Tra i detenuti a Omarska c'erano una quarantina di donne. Tutte sono state ripetutamente violentate e hanno subito ogni sorta di umiliazione sessuale. Ancora una volta Tadic si è distinto per la sua ferocia. Benché il Tribunale Internazionale dell'Aia non l'abbia giudicato colpevole di uno dei crimini più mostruosi, non ci sono dubbi che fosse presente all'esecuzione del prigioniero deceduto in seguito a una grave mutilazione genitale. Un pomeriggio di fine giugno, un gruppo di serbi esterni al campo di Omarska, tra cui Tadic, sono entrati nel cosiddetto hangar, il vecchio garage della miniera, e hanno chiamato cinque prigionieri musulmani. Dopo averli selvaggiamente picchiati con spranghe di ferro e manganelli sulla testa e sul corpo hanno chiamato altri due detenuti. Uno dei serbi ha dato ordine ai due di staccare con un morso i testicoli a un loro compagno. In seguito alla ferita il prigioniero è morto dissanguato. La corte ha però riconosciuto Tadic colpevole dell'uccisione a sangue freddo di due poliziotti musulmani a Kozarac, luogo di nascita dello stesso Tadic. Quando i miliziani serbo-bosniaci hanno attaccato il Paese uccidendo tra l'altro donne e anziani, i due poliziotti sono stati arrestati davanti dalla chiesa. Tadic e i suoi hanno tagliato loro la gola. Mentre il quarantunenne serbo-bosniaco, padre di due bambini, aspetta la sentenza finale della Corte, quasi sicuramente l'ergastolo visto che all'Aia non è prevista la pena di morte, in libertà rimangono i più grandi criminali di guerra come l'ex leader serbo-bosniaco Karadzic e l'ex comandante in campo delle milizie serbo-bosniache generale Mladic. Ingrid Badurina In un lager costrinse un musulmano a evirare a morsi un compagno Un'immagine dei campi di prigionia in cui i serbi di Bosnia hanno rinchiuso migliaia di musulmani

Luoghi citati: Aia, Bosnia, Germania, Jugoslavia, Monaco Di Baviera, Zagabria