Prima condanna alla nuova Norimberga

Tadic smascherato da una delle sue vittime Un serbo di Bosnia, detto il boia di Omarska, riconosciuto colpevole di omicidi e torture Prima condanna alla nuova Norimberga L'Aia, una Corte internazionale si pronuncia dopo 50 anni BRUXELLES DALLA REDAZIONE Dusan Tadic, meglio noto come «boia di Omarska», è stato ieri riconosciuto colpevole di «crimini di guerra e contro l'umanità» dal Tribunale internazionale penale dell'Aia, istituito dall'Onu per perseguire i criminali di guerra dell'ex Jugoslavia. Per conoscere la sua pena Tadic dovrà attendere fino al primo luglio, quando verrà pronunciata la sentenza. Il verdetto di ieri ha comunque già garantito a questo ex barista un posto nella storia. Da mezzo secolo, infatti, nessuno al mondo era stato condannato da una corte internazionale. Gli unici precedenti sono i processi contro i criminali di guerra nazisti e giapponesi, celebrati dopo la fine del secondo conflitto mondiale a Norimberga e a Tokyo. Quarantun anni, abitante nel villaggio di Kozarac, Tadic era stato accusato di decine di casi di torture, omicidi e violenze sessuali perpetrati nel 1992 ai danni di musulmani detenuti nei campi di prigionia di Omarska, Trnpolje e Keraterm, tutti situati nella regione di Prijedor (Bosnia nordorientale). Lui, Dusko per gli amici, si è sempre proclamato innocente, dicendo di essere vittima di un caso di omonimia. La deci¬ sione del Tribunale non è stata facile. Iniziato il 7 maggio 1996, il processo si è concluso nel novembre scorso ma ci sono voluti sei mesi perché il collegio giudicante, presieduto dall'americana Gabrielle McDonald, arrivasse finalmente a decidere. Tadic è stato riconosciuto colpevole di 11 capi d'imputazione su 34, cosa che ha provocato «delusione» a Sarajevo. Uno, quello di violenza sessuale, era stato lasciato cadere da subito perché, malgrado le garanzie di sicurezza offerte, nessuna delle vittime aveva accettato di testimoniare per «paura di rappresaglie». La responsabilità di Tadic è stata stabilita in particolare per l'omi- cidio di due poliziotti musulmani a Kozarac, e per numerosi casi di percosse e torture inflitte ai detenuti di Omarska e Keraterm. Uno dei suoi avvocati, l'olandese Michail Wladimirof, ha però già annuciato un ricorso sospensivo della sentenza, mentre il fratello, Mladen Tadic, ha ribadito l'innocenza di Dusan: «E' inconcepibile che abbia potuto essere dichiarato colpevole non avendo mai partecipato alla guerra». Quello di Tadic è stato il primo processo aperto contro uno dei 57 presunti criminali finora inquisiti dal Tribunale dell'Aia. I più noti sono senza dubbio Radovan Karadzic e Ratko Mladic, rispettivamente «presidente» e capo dell'e- sercito dei serbo-bosniaci durante la guerra. I due, colpiti da mandato di cattura internazionale, si sono sempre rifiutati di presentarsi all'Aia, e ieri Mirza Hajric, consigliere del presidente bosniaco Alija Izetbegovic, ha chiesto nuovamente «ai governi occidentali di far arrestare Karadzic e Mladic perché sono un ostacolo al processo di pace. In caso contrario tutto l'impegno della comunità internazionale in Bosnia risulterà vano». Ma la Nato non si è mai impegnata a catturarli, e la condanna di Tadic non convincerà certo i due a presentarsi. Anzi. «Karadzic non verni all'Aia davanti al Tribunale penale internazionale dopo questa sentenza iniqua», ha detto il suo avvocato Igor Pantelic, aggiungendo che «Tadic non è stato condannato per le sue presunte attività criminose ma in nome di una presunta aggressione serba» contro i musulmani. L'avvocato di Karadzic «Dopo questo verdetto il mio cliente certo non si presenterà» A sinistra Dusan Tadic detto il «boia di Omarska» scortato nell'aula dell'Aia A destra il suo avvocato Miìan Vujin (a destra) con il suo assistente Nicola Kostic

Luoghi citati: Aia, Bosnia, Bruxelles, Jugoslavia, L'aia, Norimberga, Sarajevo, Tokyo