Blair ai Comuni: non rilassiamoci e lavoriamo di Fabio Galvano

Blair ai Comuni: non rilassiamoci e lavoriamo GRAN BRETAGNA Sempre in difficoltà le ridotte file conservatrici, il giovane Hague probabile successore di Major Blair ai Comuni: non rilassiamoci e lavoriamo Debutto da premier in una Camera invasa dai deputati laborìsti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Ricordate: non siete qui a godervi i privilegi del potere. Siete qui per fare un lavoro, per mantenere le promesse del nostro contratto con la nazione». Prima di l'are il suo trionfale ingresso ai Comuni, a sei giorni dal voto che gli ha ciato una maggioranza parlamentare di 179 seggi, Tony Blair ha chiamato a raccolta i suoi 418 deputati, per arringarli sui loro doveri nei prossimi cinque anni. «Non siamo i padroni», ha aggiunto: «I padroni sono la gente. E noi siamo i servi della gente. Dimenticatelo, e la gente dimostrerà subito che l'elettorato può dare ma può anche togliere». E' una lezione che i conservatori hanno imparato a caro prezzo; ma che ieri pareva già dimenticata o perlomeno messa in soffitta mentre il partito, dilaniato dal voto del 1° maggio, cercava il proprio futuro in una successione a Major per la quale sono già in lizza sei candi¬ dati. «Abbiamo vinto come Nuovo Labour, governiamo come Nuovo Labour», ha detto Blair ai suoi deputati, così numerosi da non poter trovar posto in alcuna sala dei Comuni e costretti a utilizzare il centro per conferenze della Chiesa d'Inghilterra. Nuovo Labour, ha ricordato, significa giustizia, senso della comunità, patti giusti per tutti, rispetto e tolleranza, intraprendenza e compassione; ma soprattutto «senza anacronistici dogmi di sinistra o di destra». Il regno del pragmatismo, insomma: «Ricordando le promesse fatte». Ma c'è un'altra lezione da imparare, ha aggiunto: «L'importanza dell'unità e della disciplina. Guardate i tories. Fermatevi e riflettete. Poi giurate di non emularli mai». L'inaugurazione ai Comuni, con l'ex premier conservatore Edward Heath - a 80 anni decano dei deputati - in veste di maestro delle cerimonie, la speaker Betty Boo- throyd confermata nel suo ruolo, i discorsi di circostanza dello stesso Blair, dello sconfitto Major e del leader liberal-democratico Paddy Ashdown, il giuramento alla corona di deputati vecchi e nuovi (ma non dei due del Sinn Féin, che non hanno quindi occupato il loro seggio), è stata un'occasione poco più che cerimoniale, a parte la visibile invasione femminile (119 donne contro le 62 del vecchio Parlamento) e la calca perché sui banchi del governo non c'è abbastanza posto per i laboristi eletti. Ma ieri i conservatori pensavano ad altro. Pensavano a William Hague, appena 36 anni, che è entrato in lizza per la leadership ed è già il favorito degli allibratori (lo danno 13 a 8). Pensavano a quell'enfant prodige e a Stephen Dorrei], 45 anni ed ex ministro della Sanità, che con Hague sembra l'unico in grado di tentare una ricucitura del partito. Perché gli altri quattro candidati sono troppo legati agli estremismi del partito. L'ex cancelliere dello Scacchiere Kenneth Clarke, 56 anni, è l'esponente della sinistra tory filoeuropea; ma è isolato, perché 102 dei 165 residui deputati tory appartengono alla destra euroscettica. I loro portabandiera sono John Redwood, 45 anni, che due anni fa già sfidò Major e ne fu sconfitto; Michael Howard, 55 anni, ex ministro degli Interni, che mercoledì sera aveva creduto di avere la corsa in pugno dopo un'alleanza con Hague durata lo spazio di una notte; Peter Lilley, ex ministro della Sicurezza sociale, thatcherista spinto. Sconfitti alle elezioni due dei favoriti - i rninistri delgli Esteri Malcolm Rifkind e della Difesa Michael Portillo - e ritirato per motivi di salute il numero due di Major, Michael Heseltine, nessuno dei candidati è vincitore in partenza. Ma sarà uno di loro a dover architettare il tormentato rilancio tory. Fabio Galvano Dopo il trionfo elettorale esordio ai Comuni per il leader laborista Tony Blair

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra