«lo, leader di 700 mila ombre» di Vincenzo Tessandori

«lo, leader di 700 mila ombre» «lo, leader di 700 mila ombre» Quando un quinto dell'Albania era in galera nersern mollo tpinno npr il oro- persero molto tempo per il prò cesso: quelli lo avevano provocato, lui aveva reagito. Quindici anni gli avevano dato, la legge decise così. E allora cominciò lui a scendere nei pozzi e ogni volta pensava che non sarebbe più tornato su, e quando sentiva tremare la terra perché da qualche parte era esploso un cunicolo, lui stringeva forte il piccone e si ripeteva: «Sono ancora vivo». Ma poi si guardava attorno e non era più sicuro neppure di quello. Così, per dodici anni interminabili. Poi, nel 1986, anche qui in Albania avvenne un miracolo: un'amnistia per i detenuti minimi F nsri Hai laapr p fuori comuni. E uscì dal lager, e fuori trovò tutto come prima, perché il tempo non passava nel regno infelice di Hoxha. Ma per lui era passato, si guardò le mani e si accorse che non erano più quelle lisce e curate di un ragioniere, e neppure i conti era più capace di fare. A cinquant'anni era diventato vecchio. Gli dissero che aveva diritto alla pensione, perché fino al '75 aveva lavorato: così, ora, gli danno 4 mila lek al mese, circa 28 dollari. No, per gli anni trascorsi nei lager neppure un soldo. Così per tutti i «comuni». Al contrario per i «politici» fu sta- hilito mi indennizzo nernhé In¬ bilito un indennizzo, perché loro, da criminali pericolosi, come li considerava il regime, erano diventati testimoni dello spirito di resistenza alla follia del dittatore. Così vennero corrisposti 120 mila lek per ogni anno trascorso dietro il filo spinato, fino al 1992, e se qualcuno era stato fucilato alla famiglia andarono 200 mila lek. Ma anche fra i detenuti comuni erano parecchi quelli che il regime perseguitava per ragioni ideologiche. Le condanne erano decise non in base all'accusa, ma a una sorta di «biografia» politica-familiare, e se uno aveva avuto un parente collaborazionista dei fascisti o dei nazisti oppure col governo fantoccio, questo era un'aggravante. Centinaia e centinaia le fucilazioni. E una differenza netta fra «comuni» e «politici» alla fine dei conti non esisteva, perché se uno finiva dentro per reati diciamo ideologici, conclusa la pena si trovava in una situazione così aspra che era facile prevedere che per un motivo o per l'altro lo avrebbero di nuovo arrestato. E allora diventava automaticamente un recidivo, un «comune». Per questo, dice Halil Kurti, gli ex detenuti che non hanno mai avuto diritti, neppure quello alla vita, si sono riuniti nell'associazione nazionale per la difesa del lavoro e della democrazia in Albania». E reclamano un compenso, una pensione, per gli anni passati nelle pietraie o nelle viscere delia terra. «Perché noi lavoravamo duro, dalle 5 della mattina a notte, e abbiamo costruito le strade, i ponti, le dighe, i palazzi di quattro o cinque piani di Tirana, e scendevamo nelle miniere». Quattrocentomila detenuti non politici, in 45 anni, con 300 mila mandati al confino, in totale, sottolinea Kurti, il contabile, 2 milioni di anni di prigione, 600 mila di confino. In altre parole, quelli dell'associazione, dei quali soltanto una minima parte riesce a versare la quota annua di 120 lek, un dollaro, presentano il conto: 2 milioni e 25 mila anni di lavoro non retribuito. Ma in un Paese nel quale nessuno paga i debiti, non sembra possibile che qualcuno voglia saldare quelli di Enver Hoxha. I «comuni» chiedono pure la riabilitazione e il reintegro nella vita politica e sociale. E allora qualcuno potrebbe anche fare un conto: quanti voti valgono quelle migliaia di disperati? Loro, gli ex detenuti, hanno scritto a Pjeter Arbonri, e il presidente del Parlamento, il 30 gennaio 1996, ha risposto: «Letta con cura la vostra lettera e la risoluzione allegata, l'ho passata secondo la procedura di legge alla commissione parlamentare dell'Economia e della Previdenza sociale per un primo parere, suggerendo che venga trovato un modo perché sia riconosciuto come periodo da riscattare quello trascorso in detenzione. Naturalmente, per l'entità dell'indennizzo, si capisce che questo vena deciso dal governo, secondo le possibilità finanziarie disponibili al momento». E questo momento, dice Halil Kurti, è il peggiore. Ma si accontenterebbero. Vincenzo Tessandori Tra «comuni» e «politici» non c'era distinzione ma solo i secondi hanno ricevuto un indennizzo

Persone citate: Enver Hoxha, Halil Kurti, Hoxha, Kurti, Pjeter Arbonri

Luoghi citati: Albania, Tirana