«Non possiamo regalare Milano al Polo»

Ma per ora il candidato dell'Ulivo non parla Dopo il no di Fumagalli e la «chiusura» di Bertinotti, scendono in campo Gay (prc), Rutelli e Bassolino Non possiamo regalare Milano al Polo» Le manovre in extremis di Rifondazione MILANO. «Gabriele Albertini e Aldo Fumagalli sono identici, hanno le stesse idee sulle privatizzazioni, sono entrambi anticomunisti», premette Umberto Gay, candidato sindaco per Rifondazione. Ma poi, a sorpresa, annuncia: «I nostri elettori sono liberi di votare quello che vogliono, ma gli schieramenti dei due candidati al ballottaggio non sono uguali». C'è più di una sfumatura nelle parole di Umberto Gay, il primo in Rifondazione comunista ad aver creduto alla necessità di un apparentamento con l'Ulivo. Ma dopo il «no» di Fumagalli, la «chiusura della nostra campagna elettorale a Milano» annunciata da Bertinotti, c'è ancora un piccolo spazio di manovra, prima di domenica. Nessuna esplicita dichiarazione di voto, dal candidato sindaco di Rifondazione. Nessun «accordo sottobanco con Fumagalli», come scrive qualche giornale. Solo - forse - l'espressione di un «mal di pancia» che si aggira nelle file di Rifondazione. Delusa dal «no» di Fumagalli, ma incapace di «lasciare la città in mano al Polo e ad An». «La nostra campagna elettorale è finita, se Fumagalli perde è solo colpa sua e di chi lo sostiene», tuona Bertinotti. A Milano, il segretario di Rifondazione Bruno Casati, traduce con: «Votiamo scheda bianca». E si prende i rimbrotti di Fausto: «La sua è l'opinione personale di un compagno». «Va bene, ma non ;>t.a succedendo niente», cerca di limare Casati. E spiega: «Ho solo dato indicazioni di disimpegno, che la nostra campagna elettorale è finita. Bertinotti dice il giusto». E' dalla base di Rifondazione, dai suoi elettori, che arrivano i malumori più grossi. «Non possiamo regalare Milano al Polo, ad Albertini che è una marionetta di Berlusconi», dicono - quasi - tutti inva- dendo le frequenze di Radio Popolare che da giorni raccoglie il lamentr dei rifondatori davanti a un bivio. «Con Albertini c'è il Polo, c'è An che rischia di riportare i fascisti al governo della città come non succedeva da 50 anni», si lamentano gli elettori forti di quel 9,1% dato al primo turno al partito che aveva come capolista proprio Bertinotti e come candidato sindaco Gay. «Certo che gli schieramenti non sono uguali», fa i conti Gay, che tra oggi e domani prenderà una posizione ufficiale, senza indicazioni di voto nette. Ma facendo pesare i due piatti della bilancia che portano Albertini (centrodestra) e Fumagalli (centrosinistra). Tace Fumagalli, ma sono tanti gli sponsor di un impegno maggiore di Rifondazione anche al ballottaggio. Uno, è Francesco Rutelli, sindaco di Roma: «Al primo turno si vota il candidato più vicino, al ballottaggio bisogna scegliere il meno lontano». E ancora: «Qui non si vota per Prodi e Berlusconi. Non si deve votare un candidato per punire o premiare il governo centrale». Sulla stessa linea di Rutelli c'è Antonio Bassolino, sindaco a Napoli: «Al ballottaggio ci sono spesso spostamenti rilevanti. La battaglia a Milano è tutta aperta. Si vota oltre le coalizioni». Un invito a Rifondazione arriva anche dai popolari: «A Milano non devono vincere le destre, il Polo non deve prendere in mano la città». Per Fumagalli hanno espresso «pieno appoggio» anche il ministro del Lavoro Tiziano Treu e Gianni Rivera, entrambi di Rinnovamento italiano. Fabio Potetti Ma per ora il candidato dell'Ulivo non parla ione Umberto Gay di Rifondazione A destra: Aldo Fumagalli «

Luoghi citati: Milano, Napoli, Roma