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Cossiga fa l'ironico con Berlusconi Il senatore mostra l'intervista non trasmessa in Rai: Di Pietro mai col Polo Cossiga fa l'ironico con Berlusconi «Possiamo chiamarlo il Cavaliere della Resa» ROMA. Un'amabile canzonatura di Walter Veltroni, reo di aver detto che Tony Blair è andato a scuola dall'Ulivo. Una frecciatina, ma senza ombra di cattiveria, al Ppi di Franco Marini, che in Italia sta con le sinistre però in Europa è alleato ai Conservatori britannici sconfitti dai laboristi. Una bacchettata anche al Polo, che sbraita nelle piazze ma non fa vera opposizione in Parlamento... Sono i tre passaggi più coloriti della famosa intervista di Francesco Cossiga a Tv7, quella che doveva andare in onda domenica scorsa, ma poi non era stata trasmessa. I telespettatori ne avevano gustato solo una porzione al Tgl delle 20: poco più di 2 minuti contro i 16 dell'intero colloquio tra l'ex Presidente della Repubblica e il conduttore del Tgl, Giulio Borrelli. L'indomani, la sforbiciata aveva fatto esplodere il caso: trattasi di censura o di sintesi giornalistica? Erano seguite le spiegazioni di Marcello Sorgi, direttore del Tgl, la replica di Cossiga, la controreplica di Sorgi. Ieri, colpo di scena. Il Picconatore ha convocato i cronisti nel suo studio al quarto piano di Palazzo Giustiniani. Fra un tè e un pasticcino, ha mostrato loro l'intervista «mcriminata» che, nel frattempo, si era fatto consegnare dalla Rai in videocassetta, con tanto di autorizzazione a renderla pubblica. Così si è saputo cosa, concretamente, era stato tagliato. Compresa la frase in cui Cossiga, celiando, afferma che quando D'Alema e Veltroni si trovano su posizioni diverse, a lui capita di essere regolarmente in sintonia col primo e mai col secondo. Ma la vera sorpresa è arrivata subito dopo la «proiezione» della cassetta. Invece di affondare i colpi contro la Rai, e di puntare l'indice verso i responsabili della trasmissione, che anzi ha trattato con molto fair play, l'ex Capo dello Stato si è concesso un'esternazione politica sul filo dello humour. A farne le spese è stato soprattutto Silvio Berlusconi. Certamente si riferiva a lui, Cossiga, quando ha parlato di un non meglio identificato «Cavaliere della Rosa che sarebbe più esatto chiamare Cavaliere della Resa». Infatti Berlusconi, a sen¬ tire il «Grande Vecchio» del centro-destra, sulle riforme istituzionali avrebbe la vittoria a portata di mano, eppure insiste a cercare l'intesa con D'Alema su un modello di governo pasticciato, dove c'è dentro tutto e il contrario di tutto, al punto da ricordare una torta Sacher. Seguiamo il ragionamento di Cossiga: «Pensate che accadrebbe se in Bicamerale la torta Sacher non riuscisse e D'Alema, com'è suo diritto-dovere, facesse passare le riforme a colpi di maggioranza, nella versione che piace all'Ulivo. A quel punto cosa fa il Polo? Le accetta, sotto la guida del Cavaliere della Resa. Oppure non le accetta e presenta un altro progetto, magari moderatamente presidenzialista, capace di raccogliere consensi anche a sinistra, contrapposto a quello di D'Alema. A quel punto, U progetto del Polo arriva alle Camere e passa. Dunque, Berlusconi ha vinto. Oppure il progetto viene battuto alle Camere, e allora Berlusconi deve sostenere il suo progetto nelle piazze». Con la possibilità di farcela anche stavolta. Ma Cossiga dubita che il cavaliere voglia osare tanto. E sfodera il suo sarcasmo: «Un interrogativo, in questo periodo, mi appassiona particolarmente: che cosa fa poi Berlusconi, se è costretto a vincere?». Una cosa, per Cossiga, è arcisicura: «Antonio Di Pietro giammai potrà schierarsi col Polo». Al limite, scenderà in campo con il suo amico Picconatore. Che non lo dice, ma fa intendere di aver ricostruito, con l'eroe di Mani Pulite, l'antico feeling. Tant'è vero che andrà al convegno del 13 giugno a Castellanza, organizzato proprio da Di Pietro. Con Massimo D'Alema chiamato a scoprire le carte. Dice Cossiga: <tNon vedo in giro un relatore d'apertura più adatto di lui...». Ugo Magri L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga