Allarme Coiifindustria: «E' crescita zero»

Gli imprenditori chiedono un calo del costo del denaro: altrimenti converrà investire all'estero Gli imprenditori chiedono un calo del costo del denaro: altrimenti converrà investire all'estero Allarme Coiifindustria: «P crescita zero» «Sui tassi di sconto sbagliata la politica del governo» ROMA. Scende l'inflazione. E il tasso di sconto scenderà? «Chiedetelo al governatore» risponde il presidente della Fiat Cesare Romiti. «Consigli alla Banca d'Italia non ne do mai, ma mi auguro che abbia il coraggio di intervenire» incalza Guidalberto Guidi, consigliere incaricato del centro studi della Conlìndustria. Romiti, Guidi e alcuni imprenditori parlano del costo del denaro avviandosi alla riunione del direttivo della Conlindustria. Nella riunione presieduta da Giorgio Fossa l'argomento viene affrontato, ma si evitano richieste ufficiali. Proprio mentre va avanti la discussione viene però distribuita «Congiuntura flash», la pubblicazione del centro studi dell'associazione che fotografa una situazione giudicata insoddisfacente. Ad aprile l'indice del costo della vita è calato all' 1,7%, mentre il tasso di sconto è rimasto fermo al 6,75%: «Con l'ulteriore discesa dell'inflazione registrata ad aprile - afferma "Congiuntura flash" - il tasso ufficiale di sconto in termini reali si è portato al 5%, un livello molto elevato date le difficoltà che incontra la ripresa italiana». Alla Confindustria non piace «l'orientamento restrittivo della politica monetaria» che «è accentuato dall'elevatezza dei tassi reali sui prestiti bancari, pari in media all'8%». Scontenta per il livello del tasso di sconto, la Confindustria è preoccupata perché mentre «si l'afforza la crescita dei Paesi in- dustriali» restano «ancora incerte le prospettive di ripresa in Italia»: insomma, l'economia arranca. Il calo del tasso di sconto è perciò atteso come un importante sostegno alle attività produttive. Potrà arrivare in coincidenza con i dati sull'andamento dell'inflazione a maggio nelle città campione, diffusi fra meno di due settimane? In teoria è possibile, essendo previsto un ulteriore calo. Anche «Congiuntura flash» immagina che l'indice possa incamminarsi «verso l'I,5 per cento». Ma il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio guarda anche all'andamento del cambio e ai rischi di turbolenze dei mercati che potrebbero accompagnare le elezioni politiche anticipate in Francia (il primo turno si svolgerà il 25 maggio). Il periodo che va dalla diffusione dei dati sull'inflazione a maggio alle elezioni francesi può essere favorevole per l'intervento sul costo del denaro. Ma è davvero venuto il momento del nuovo ritocco al tasso di sconto? «E' ormai tempo» afferma Fedele Confalonieri, presidente Mediaset. «Questo - spiega il re degli elettrodomestici Vittorio Merloni - è un problema grave e di attualità perché oggi paghiamo in Italia tre volte quello che si paga in Francia». Merloni fa presente che «conviene investire negli altri Paesi» stando così le cose. «E spero - aggiunge - che la Banca d'Italia ne tenga conto». Antonio D'Amato, consigliere incaricato per il Mezzogiorno, osserva che «l'Italia continua a perdere quote di mercato sull'export» e pertanto il taglio del tasso di sconto contribuirebbe a «rendere il sistema più competitivo». Un sistema che non brilla davvero: il prodotto interno lordo, secondo «Congiuntura flash», nel primo trimestre «potrebbe attestarsi a ritmi vicini allo zero». E «la modesta crescita dell'attività economica si riflette sull'evoluzione dell'occupazione» stabile nella grande industria, ma in forte calo nelle maggiori imprese dei servizi. Ci sono solo «modesti segni di recupero» dell'attività industriale «mentre la domanda rimane complessivamente debole a causa del clima di pessimismo, dif¬ fuso tra famiglie e imprese». La produzione industriale «dovrebbe essere ritornata negli ultimi mesi ai livelli dell'estate scorsa» dopo la caduta dell'ultimo trimestre 1996: secondo il Centro studi Confindustria a marzo e aprile dovrebbe essere cresciuta dello 0,6% come a gennaio e febbraio. Fin qui l'Italia. Negli altri Paesi industrializzati la crescita invece «si è rafforzata». C'è «un aumento sostenuto della produzione» in Germania, Gran Bretagna, Giappone e negli Stati Uniti. In particolare negli Usa, il pil sta crescendo «a ritmi eccezionalmente elevati» (ultimo trimestre +5,6%), con un boom dei consumi (+6,4%). Roberto Ippolito Il leader del pds «Bisogna dare una mano al governo: non si può andare avanti così» «Ma com'è possibile che a Torino si corra insieme e a Milano votiate scheda bianca?» Il presidente di Confindustria Giorgio Fossa A destra: Massimo D'Alema con Fausto Bertinotti