Hezbollah «Benvenuto a Wojtyla»
Sabato in Libano Sabato in Libano Hezbollah «Benvenuto a Wojtyla» BEIRUT NOSTRO SERVIZIO La visita del Papa, sabato e domenica prossimi, è sentita in Libano come l'avvenimento più ùnportante per il Paese dalla fine della guerra, cinque anni fa. Per il potere costituito, alleato con la Siria, l'arrivo del Pontefice, che rappresenta la più alta autorità spirituale al mondo ed è ritenuto un campione dei diritti dell'uomo, conferisce un riconoscimento internazionale e una legittimità incontestabile. Ora è proprio la legittimità del potere costituito a essere contestata dall'opposizione in Libano, in particolare da quella cristiana, che rimprovera ai politici di essere arrivati ai posti di comando grazie a elezioni truccate e di aver ipotecato la sovranità nazionale a vantaggio della Siria, che mantiene nel Libano 35 mila soldati dal 1978 e esercita un'autentica tutela sul Paese. I cristiani temono che il governo possa strumentalizzare la visita del Papa, allo scopo di confutare gli argomenti dell'opposizione. Che si trova in una condizione sconfortante. Da una parte si rallegra per la venuta del capo della Chiesa cattolica, che rappresenta per il Libano un avvenimento storico. Dall'altra parte è contrariata dal fatto che il governo la userà per il suo tornaconto. Malgrado le sue obiezioni, l'opposizione ha deciso di riservare un'accoglienza calorosa a Giovamù Paolo II. Tranne qualche piccolo gruppo musulmano di integralisti sunniti, come il Movimento dell'unificazione islamica, che conta qualche centinaio di militanti, tutte le fazioni politiche libanesi sono concordi nel dare il benvenuto al Papa. Tra la popolazione cristiana, in generale, con l'avvicinarsi della data dell'arrivo si avvertono già un'atmosfera febbrile e un certo fervore. Si prevede che circa 350 mila persone (su quattro milioni di libanesi) assisteranno alla messa che Giovanni Paolo II celebrerà domenica prossima a Beirut. Anche gli Hezbollah filoiraniani, il partito integralista musulmano sciita, hanno dichiarato per bocca del loro segretario generale, l'ulema Hassan Nasrallah, che «in via di principio accolgono favorevolmente» la visita del Papa, ma hanno auspicato che egli condanni l'occupazione israeliana del Libano del Sud. Da parte sua, il governo ha preso misure di sicurezza straordinarie. Ventimila soldati, vale a dire circa la metà degli effettivi dell'esercito libanese, sono stati mobilitati per sorvegliare le strade, presidiare i luoghi che il Pontefice visiterà e scortarlo nel corso dei suoi spostamenti. Per far fronte a eventuali problemi di salute del Papa, un letto è stato riservato nel reparto cure intensive dell'ospitale francese Hòtel-Dieu, due cardiochirurghi, un'équipe di rianimazione e due ambulanze sono stati messi in allerta. Roger Gehchan
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Hassan Nasrallah, Roger Gehchan, Wojtyla
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