Il futuro leader raggela Hong Kong di Fabio Galvano

Il futuro leader raggela Hong Kong ASIA In un'intervista, Tung apre al governo Blair. Cook: sui diritti civili non cediamo Il futuro leader raggela Hong Kong L'uomo di Pechino: più ordine, meno libertà LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Più ordine e meno libertà». E' uno slogan che fa paura, quello formulato a meno di due mesi dall'indipendenza di Hong Kong dal suo futuro leader, Tung Chee-hwa. Segnala un inasprimento della polemica sulle libertà civili, scatenata nell'ultimo mese attorno alla sua proclamata intenzione di limitare il diritto alla protesta e proibire il finanziamento estero dei gruppi politici locali dopo il passaggio della colonia britannica alla Cina alla mezzanotte del 30 giu- gno. Il pugno di ferro, ha spiegato in un'intervista all'«Asian Wall Street Journal», è necessario per scongiurare disordini come quelli che scossero gli Stati Uniti negli Anni Sessanta. «A quell'epoca vivevo in America - ha detto l'armatore che sventola la bandiera di Pechino - e ho visto la società americana diventare meno ordinata di quanto fosse auspicabile. Non deve accadere anche qui». Tung, che oggi va a Pechino per conferire con il ministro de¬ gli Esteri cinese Qian Qichen e con gli altri architetti dell'attuale politica cinese nei confronti della colonia, ha insistito nell'intervista che «se non stiamo attenti ci muoviamo lentamente in quella direzione». Mentre le manifestazioni di piazza sono «parte della nostra cultura», egli ha aggiunto, sono da proibire quelle che toccano temi di sovranità nazionale. Per esempio, ha precisato, non permetterà che s'invochi pubblicamente «l'indipendenza per Taiwan e per il Tibet», cause che la Cina considera «una frantumazione della madrepatria». Tung ha però lanciato, in un'altra intervista con alcuni giornalisti inglesi, un appello al nuovo premier Tony Blair in cui si auspica un «nuovo avvio» ai rapporti fra Londra e Pechino. Delle attuali tensioni ha attribuiste esplicitamente la responsabilità «all'ultimo governo conservatore», colpevole a suo avviso di avere introdotto «importanti cambiamenti». «Molto spiacevoli», ha detto. Nel mirino di Tung è Chris Patten, 28° e ultimo governatore nei 156 anni di dominio coloniale britannico su Hong Kong, il quale ha contrariato la leadership di Pechino facendosi paladino - proprio nella rincorsa al passaggio delle consegne - dei diritti civili. «Spero che il nuovo governo laburista affronti l'intera questione nel suo insieme, pensando alle relazioni a lungo termine fra Hong Kong, Londra e Pechino», ha detto Tung, invitando Blair a «lasciarsi alle spalle i motivi di attrito, a ragionare con calma su quali cose siano da fare e a procedere senza soste nell'interesse dei sei milioni e mezzo di abitanti di Hong Kong». Ma forse non era la sua giornata: ieri il nuovo ministro degli Esteri britannico Robin Cook ha telefonato al governatore Patten per ribadire il sostegno del governo laburista al dibattito sui diritti umani. Fabio Galvano Il leader designato da Pechino per la transizione di Hong Kong alla Cina Tung Chee-hwa