Nordio: Mani pulite fallita tutto continua come prima

Nordio: Mani pulite fallita : %-1 i'\.<*i.'~h * ^ Nordio: Mani pulite fallita tutto continua come prima GIUSTIZIA E POLITICA CROMA REDO che il vero fallimento di Tangentopoli non sia tanto nelle lungaggini processuali, ma nel fatto che solo una piccolissima parte di corruzione è stata scoperta, solo una parte ancora più piccola è stata punita e, quel che è peggio, nel fatto che tutto, a quanto sembra, continui come prima». Il pm veneto Carlo Nordio, diventato famoso per le indagini sulle cooperative rosse, parla a Roma alla presentazione del suo libro «Giustizia», che prende a picconate l'impresa più rilevante di questi anni, Mani pulite: è fallita, dice, fedele al suo personaggio di magistrato anticonformista, molte volte bersaglio di critiche. Accanto a lui, in un dibattito coordinato dal vicedirettore de «La Stampa» Paolo Passarmi, ci sono il senatore Emanuele Macaluso, il presidente della Camera penale di Roma Oreste Flamminii Minuto e il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna. Va giù duro Nordio. «Andando ai dibattiti ho scoperto che della giustizia, di cui tanto si parla, la gente sa poco, che la magistratura è un po' come il sordo nella favola di Shakespeare che risponde a domande che nessuno le fa». Professa umiltà, il procuratore veneziano: «Quando ho parlato della carcerazione preventiva, tempo fa a Cernobbio, le "anime belle" della magistratura mi hanno rivolto critiche feroci, e in queste critiche ho letto una superinterpretazione del ruolo dei magistrati. Quando dissi che Tangentopoli era un fenomeno troppo complesso per essere gestito solo dai magistrati e che ci voleva uno strumento più ampio, e non necessariamente un colpo di spugna, sempre le "anime belle" che vogliono ancora la loro quotidiani libbra di carne, mi sono saltate addosso. Senza rendersi conto che l'azione politica è da cinque anni condizionata dall'azione della magistratura, anche se i giudici hanno fatto il loro dovere». Fa autocritica: «Alla fine dovremo tutti renderci conto che per fare grandi cose Tangentopoli doveva indurre a capire, oltre che a punire. E se è vero che sono stati scoperti solo il 5% dei reati, se è vero che Tangentopoli continua, dovremo riconoscere che è impensabile che un fenomeno cosi generalizzato e diffuso cessi di essere un fenomeno criminale per diventare un fenomeno culturale che non può essere gestito solo dalla magistratura, perché non ne ha i mezzi, non ne ha la possibilità e forse non ha nemmeno la cultura per affrontarlo». Vigna non è d'accordo, o lo è solo in parte. «Non può quantificare in numeri il valore di un'indagine, perché conta la qualità e non il numero degli indagati», e poi spiega: «Intanto è una cosa fisiologica che di fronte a un fenomeno così diffuso non si riesca ad individuare la totalità dei casi, ma comunque ne sono stati messi in luce di importanti, e con conseguenze significative sul nostro assetto sociale. D'altra parte se la giustizia è dovuta intervenire su fenomeni criminali, anziché sui singoli reati o sulle garanzie individuali la colpa non è certo dei magistrati, ma del vuoto legi¬ slativo che si era creato. 11 problema ora è quello di giungere a una legislazione che si incontri sulla trasparenza in questi all'ari, in modo da ridurre il fenomeno. Ridurre, non eliminare, perché un certo tasso è ineliminabile». A richiamare i magistrati a una maggiore autocritica è anche Emanuele Macaluso. «In questi anni per alcuni magistrati è diventato un demerito - ricorda il direttore di "Problemi del socialismo" -, Recentemente alcuni pm non accettavano di essere smentiti neanche dalla Cassazione perché anche in ciò vedevano una sorta di delegittimazione». Un tema che trova tutti d'accordo (anche l'avvocato Flamminii) è la carenza di organico della magistratura. «Il numero dei pm di Milano e Roma messi insieme è stratosfericamente lontano da quello della sola città di Monaco. Oggi gli autori del 90% dei furti e del 60% degli omicidi restano ignoti - racconta Vigna - ma se si scoprissero più reati, la giustizia italiana resterebbe completamente paralizzata». [m, g. b.] Nordio: Mtutto cont

Persone citate: Carlo Nordio, Emanuele Macaluso, Nordio, Oreste Flamminii Minuto, Piero Luigi Vigna, Shakespeare

Luoghi citati: Cernobbio, Milano, Monaco, Roma