L'autopsia scaccia l'ombra dell'omicidio

Pescara, la morte per asfissia da annegamento potrebbe risalire allo stesso giorno della scomparsa Pescara, la morte per asfissia da annegamento potrebbe risalire allo stesso giorno della scomparsa L'autopsia scaccia l'ombra dell'omicidio 7/ medico: Davide non ha subito alcun tipo di violenza PESCARA. «Nessuna violenza». Davide è morto per asfissia d'annegamento. E' questa, al momento, l'unica certezza. Lo hanno stabilito gli anatomopatologi Aldo Carnevale e Armando Colagreco. Il cornicino del bimbo è stato ispezionato per più di due ore. Il papà di Davide, Alfredo, ha aspettato un'ora sotto il sole cocente nel piazzale antistante l'obitorio prima che arrivassero i periti ed il lungo codazzo di poliziotti, assistenti e agenti della scientifica. La sua presenza era necessaria. Doveva firmare le carte legali e, ancora una volta, sottoporsi a un rituale straziante: riconoscere la sua creatura. Lo ha fatto, per la seconda volta, con una forza d'animo quasi inumana. Il vulcano che covava dentro di sé è esploso solo quando, dall'interno di un gabbiotto a vetri, ha visto sfilare un carrello con una bara bianca. «Non se lo meritava, non aveva fatto niente». Per la prima volta Alfredo ha pianto. Le lacrime hanno sol- cato il viso ruvido dell'uomo di roccia che per 21 giorni ha inseguito come un mastino le tracce introvabili di suo iiglio. A Pescara, solo e sempre a Pescara. «Era il mio istinto - aveva detto Alfredo - a dirmi che Davide era qui». Il dottor Carnevale non ha escluso che il decesso del bimbo possa risalire anche al giorno della sua scomparsa. Con precisione potrà affermarlo soltanto fra trenta giorni, all'esito dei risultati istologici. Ma il procuratore di Pescara, Enrico Di Nicola, ha formulato quesiti precisi. Vuole sapere, in particolare, il giorno esatto del decesso. Ventiquattr'ore prima o ventiquattr'ore dopo potrebbero valere una pista investigativa sulla quale il pm non intende proferire parola. L'esito finale della perizia servirà al magistrato per stanare chi ha detto bugie. Testimoni che non hanno convinto Do Nicola e che potranno essere contraddetti solo sapendo il giorno della morte di Davide. Il bambino è caduto accidentalmente nel porto canale o qualcuno ce lo ha spinto? L'anatomopatologo non si sbilancia. Dice che loro forniscono solo risposte tecniche e che le conclusioni le traggono gli inquirenti. «Posso invece affermare - ha detto Carnevale - che dall'esame non abbiamo riscontrato alcun segno di violenza sul corpo. L'ecchimosi e i graffi sono stati provocati dallo sballottamento del corpo contro la carena di imbarcazioni e dai rami sotto il quale si trovava imbrigliato Davide». Il sostituto procuratore Giuseppe Bellelli, che ha seguito l'autopsia, è sferzante nelle risposte: «Non ci sono indagati e tanto meno fascicoli processuali aperti». Il capo della Mobile, Patrizio Di Frischia avverte: «Stiamo attenti, non creiamo piccoli mostri. Se continuiamo a dar voce anche agli oggetti si rischia di tramutare l'indagine in una sceneggiatura da X-Files». Ieri è stato ascoltato anche un altro ami¬ chetto di Davide. Per gli inquirenti si tratterebbe di «routine, solo riscontri da verificare». «Non c'è più nulla di importante da dire - dice papà Alfredo - e non mi interessa sapere com'è morto mio figlio. Nessuno potrà più restituircelo. Prego solo il Signore che se davvero esiste un colpevole lo si trovi presto e paghi per ciò che ci ha tolto». Alle 19,30 all'obitorio arri- va la madre del bimbo. Giovanna scende dall'auto ed è come un automa. Il marito l'abbraccia forte, la tiene stretta a se e l'accompagna verso la cappella dov'è stata allestita la camera ardente. C'è un cartello più gelido di quegli ambienti ad indicare duv'è il bimbo. Sull'uscio della porta un foglio Bristol con la scritta a caratteri cubitali «Davide Mutignani». La donna entra per mano con Alfredo. E' bino in quella stanza rischiarata solo dai quattro lumini elettrici affiancati alla piccola bara bianca che si intravede vicino un piccolo altare. C'è un nugolo di parenti sulle due panchine. Giovanna si avvicina, scansa due mazzi di fiori e si china con dolcezza su quel feretro. Un bacio sfiora appena il Crocefisso dorato, all'altezza della testa del piccolo. E come se non avesse voluto svegliarlo. Roberto Ettorre Interrogato in serata un altro amico del bambino La polizia: «Stiamo attenti a non creare piccoli mostri» Una rosa bianca sul banco vuoto Sulla lavagna «Ti vogliamo bene» I nomi incorniciati da tanti cuori 24 ORE DI MISTERO LUNEDI' 14 APRILE ORE 17: E' l'ora in cui Davide esce per l'ultima volta dalla sua casa di via Monte Siella 4. Alla mamma dice: «Vado a trovare Yuri? ORE 17.30:1 due amichetti si ritrovano, probabilmente alla fermata dell'autobus, in via Passo Lanciano, il loio punto abituale di incontro. ORE 20: Dopo aver trascorso insieme il pomeriggio, Yuri e Davide si dividono. Quest'ultimo si sistema sulla terrazzino di una casa abbandonata vicino a dove abita l'amico del cuore. MARTEDÌ' 15 APRILE e» ORE 8: Come sempre, Yuri esce di cosa pei andare a scuola. Davide, invece, diserta. Ci sono testimoni che dicono di averlo visto bighellonare a Rancitelli, quartiere di periferia dove ha abitato tino a qualche unno prima. ORE 17:1 due amici si ritrovano I al solito posto. Insieme raggiungono la zona Pescara Colli. Qui un uomo li vede curiosare in un cortile dove c'è un modellino di auto u pedali che conquista la loro attenzione. Davide è fuori di casa da 24 ore e questa è l'ultima traccia certa su di lui. Fonte: ricosltuito sulla buse dello testimonianze di Yuri. Sopra: Davide. I I anni, trovato morto lunedi pomeriggio nel porto canale di Pescara. A sinistra: fiori e pensierini scritti dai compagni sul banco di scuola del piccolo Mutignani

Persone citate: Aldo Carnevale, Armando Colagreco, Davide Mutignani, Giuseppe Bellelli, Mutignani, Patrizio Di Frischia, Roberto Ettorre

Luoghi citati: Pescara