«Non premierò chi va in pensione prima»

Dopo la fiducia sulla manovra bis, il presidente del Consiglio parla di Welfare a «Pinocchio» Dopo la fiducia sulla manovra bis, il presidente del Consiglio parla di Welfare a «Pinocchio» «Non premiere chi va in pensione prima» Prodi: dal 1°gennaio le nuove norme previdenziali ROMA. Dopo la fiducia sulla manovra-bis, le pensioni. Si dovranno anche ridiscutere i criteri per le pensioni di anzianità, ha fatto capire Romano Prodi ieri sera a Pinocchio. «Non bisogna premiare chi va in pensione prima; lasciare la libertà di farlo - ha detto il presidente del Consiglio - ma non bisogna renderlo conveniente». Traspare un'ipotesi di compromesso: non modificare i requisti fissati dalla riforma Dini, ma disincentivare chi va in pensione sotto una certa età. Fa anche capolino un provvedimento-tampone per disincentivare la fuga alla pensione anticipata, nella fase in cui si discuteranno i cambiamenti: «Chi è andato via prima - sostiene Prodi - non dovrà avere condizioni migliori di chi va via dopo». I cambiamenti, è confermato, andranno in vigore dal 1° gennaio '93. Per la battaglia che si annuncia, ieri i partiti della maggioranza hanno cominciato a prendere posizione. Le distanze, come si poteva prevedere, sono molto grandi. E' giusto chiedere a chi ha 53 anni ed è impiegato da 35, di rimanere al lavoro ancora qualche tempo, se si tratta di un lavoro non particolarmente pesante? Secondo il ppi, che è uscito allo scoperto ieri, secondo Rinnovamento italiano, forse anche secondo la maggioranza del pds, la risposta è sì. Secondo Rifondazione comunista, la risposta è no. Un documento del ppi dà contenuti alla provocazione lanciata dal segretario del partito Franco Marini la settimana scorsa. Le proposte sono: 1) per la graduale scomparsa dei pensionamenti per anzianità, calendario più rapido di quello previsto dalla riforma Dini; 2) sulle pensioni di anzianità già in essere, «contributo di solidarietà», magari solo per uno o due anni; 3) riduzione della scala mobile, mezzo punto in meno dell'inflazione per le pensioni di vecchiaia, un punto per quelle di anzianità; 4) eliminazione di privilegi per i parlamentari; 5) aumento dei contributi " " 'v; per i lavoratori autonomi, nella misura dell'1-2% sul reddito. Ribatte Rifondazione: «Se si pensa di modificare il calendario della riforma Dini sull'anzianità sono parole del responsabile economico dei comunisti, Nerio Nesi andiamo allo scontro. A quella riforma noi eravamo già contrari quando fu approvata, e adesso non possiamo accettare che la si modifichi su un punto che non va più bene a una parte della maggioranza». Meno difficile appare invece un'intesa sull'estensione del calcolo contributivo (nei i più sugli ultimi anni di retribuzione, ma su tutti i contributi versati) anche ai lavoratori che al momento della riforma Dini avevano almeno 18 anni di anzianità. Le pensioni dovranno garantire qualche migliaio di miliardi di risparmi (come freno alla dinamica della spesa, non come riduzione) nella legge finanziaria '98. Frattanto il governo, con il voto di fiducia ieri alla Camera, ha quasi messo al sicuro i 15.500 miliardi della manovra-bis per Maastricht. Al Senato, che prevede di concludere l'esame entro il 15 maggio, le frange agli opposti estremi della maggioranza hanno poco peso. I sì sono stati 318 contro 260; ne sarebbero bastati 290. Passa dunque, con qualche alleggerimento, l'anticipo di imposta sul «Tfr» tanto inviso alle imprese, che varrà per il '97 e il '98; e passa il rinvio di sei mesi per le liquidazioni dei pubblici dipendenti, che varrà per sempre. Secondo gli ultimi calcoli, è di 700 miliardi e non di mille il minor gettito dell'anticipo di imposta, rispetto agli originari 6000: corrisponde alla franchigia sui primi 10 dipendenti accordata alle imprese che ne hanno fino a 50. Restano esentate le imprese fino a 15 dipendenti. Per tutte le imprese non saranno inclusi nel conto i lavoratori assunti dopo il 31 ottobre '96. Per coprire il minor gettito la Camera è ricorsa a tre nuove, controverse misure che somigliano molto a condoni: riapertura dei termini per il concordato fiscale relativo agli anni di imposta dall'88 al 1993; sanatoria per i lavoratori autonomi che non rispettarono la minimum tax; oblazione per chiudere il contenzioso. A ciascuna delle tre sono stati attribuiti 250 miliardi di gettito, con molti dubbi. I tagli di spesa, che nelle intenzioni di mesi fa avrebbero dovuto costituire la parte principale della «manovrina», ammontano a solo un decimo del totale, 1500 miliardi. Stefano Lepri LE VOCI DELLA MANOVRA CONCESSIONARI RISCOSSIONE. Per II triennio 1997/99 i concessionari della riscossione sono obbligati a versare all'Erario l'acconto sulle somme incamerate nell'anno precedente, pari al 20% del totale. L'entrata salirà di 3 mila miliardi per quest'anno. CONCORDATO DI MASSA. Ci si può mettere in regola con il fisco per gli anni da! 1988 al 1993. Il gettito è atteso in 270 miliardi. CONDONO PREVIDENZIALE Viene esteso per altri 6 j mesi e, quindi, scadrà il 31 dicembre del 1997. an'■ ziché il 30 giugno prossimo. I vantaggi attesi per il biW~K. J lancio del 1997 sono stati stimati in 400 miliardi. y l xì LIQUIDAZIONI. Slittamento, in modo permanente, di sei mesi del pagamento delle liquidazioni ai dipendenti pubblici che vanno in pensione prima del limite previsto. Entrata prevista: 2.600 miliardi nel 1997. LITI TRIBUTARIE. E' disposta una oblazione per chiudere le liti pendenti al 1° aprile 1996. I contribuenti dovranno versare 500 mila lire se la lite è di ammontare fino a 5 milioni, oppure una cifra pari al 25% del valore se la pendenza in discussione è superiore. L'entrata prevista e di 250 miliardi. MINIMUM TAX. Sanatoria relativa agli anni 1992, '93 e '94. Entrata prevista: 270 miliardi. POSTE. Aumento delle tariffe e riduzione dei trasferimenti dello Stato all'Ente Poste. Gettito previsto: 500 miliardi. TFR. Anticipo di imposta del 3.89% del totale del trattamento di fine rapporto per due anni. Sono escluse le aziende con meno di 15 dipendenti, ed è stata introdotta una franchigia per i primi dieci dipendenti per le aziende che ne hanno in carico fino a 50. L'entrata prevista è di 5.300 miliardi. i w

Persone citate: Di Massa, Dini, Franco Marini, Nerio Nesi, Romano Prodi, Stefano Lepri

Luoghi citati: Roma