Di Pietro prepara il gran ritorno di P. Cor.

Di Pietro prepara il gran ritorno Di Pietro prepara il gran ritorno L'expm moderatore fra i candidati a sindaco gnore di Mani pulite. Il terzo indizio è la sua insistenza sul «noi». Un noi che fa di Di Pietro un soggetto plurale, e dunque, un soggetto politico. «Siamo stufi - dice infervorandosi, rivolto ai due candidati - siamo stufi di sentirci dire "bisogna fare". Le chiacchiere se le porta il vento. Noi vogliamo sapere se da domani, quello che di voi vincerà e quello di voi che andrà all'opposizione, vi assumerete la responsabilità di applicare il progetto sulla trasparenza che vi abbiamo presentato oggi». Non basta: «Tutte le regole sono già scritte, si tratta di sedersi a un tavolo e decidere di applicarle. Da domani, sarete aspiranti amministratori in prova». In prova di chi? Albertini se la sbriga in un amen, con la sua consueta prosa legnosa: «Mi scuso con l'uditorio per non essere a disposizione interamente. Devo andare via per un precedente impegno. Farò tesoro di questo progetto, perché mi sento estremamente sintonizzato con le cose dette dal professor Di Pietro». Saluti. Fumagalli ha buon gioco e più tempo: «Ho già detto pubblicamente che apprezzo molto il progetto sulla trasparenza. Lo faccio mio e nell'eventualità di una mia vittoria garantisco che la mia giunta comunale, nell'assegnare e nel ricevere, nell'indire e nel disporre, osserverà procedure talmente trasparenti da essere controllate da chiunque». Vabbè. Ma è quando il microfono torna a Di Pietro che la platea si scalda. «In tutti i miei mestieri, ne ho fatti talmente tanti che adesso non ricordo - applausi, risate - ho sempre trovato qualcuno che di mestiere ti bloccava quello che dovevi fare. Basta. Uno deve prendere le proprie responsabilità e agire. Altrimenti continuerà a succedere che per ognuno che fa qualcosa, ci sarà sempre un secondo che lo controllerà e un terzo che control¬ lerà il secondo. Quando ero ministro, un mio provvedimento è stato sottoposto a 43 delibere». E dunque: «Con l'informatica si può rendere rapido quello che oggi è lentissimo. Si potrà avere la mappa degli appalti. Seguire passo passo le procedure. Sapere chi sceglie e chi decide. E' ora di farlo, basta con le chiacchiere». L'ultima frase che Di Pietro aveva pronunciato pubblicamente a Milano, nel giorno fatale in cui si tolse la toga, 6 dicembre 1994, era: «Spegnete i computer». La prima che pronuncia adesso è il suo opposto: ((Accendeteli». Ma non saranno solo loro a rimettersi in moto. [p. cor.]

Persone citate: Albertini, Di Pietro, Fumagalli

Luoghi citati: Milano