S'impicca il «dottor morte» italiano
S'impicca il «dottor morte» italiano Era stato il primo medico a praticare l'aborto in Italia ed era un sostenitore dell'eutanasia S'impicca il «dottor morte» italiano Firenze, suicida in casa ilginecoloco Giorgio Conciani FIRENZE. Si è suicidato Giorgio Conciani, 67 anni, nòto alle cronache per essere stato il primo medico italiano a praticare l'aborto quando questo era ancora proibito e, più recentemente, ribattezzato il «Dottor morte» per essersi accusato di aver praticato l'eutanasia, prescrivendo ai malati terminali medicinali che, usati in dosi massicce, provocano la morte. Conciani si è impiccato ieri sera a una trave nella cantina della sua abitazione, a Fiesole. A trovarlo è stato, al rientro a casa, il figlio Ferruccio, 28 anni, laureando in architettura. Dopo la morte della moglie, avvenuta un anno fa, Conciani divideva l'abitazione di Cornpiobbi, una piccola frazione nel comune di Fiesole, con Ferruccio. E' stato proprio il figlio, che ha scoperto il cadavere del padre verso le 20.30, a insinuare il dubbio che Conciani abbia voluto praticare su di sè 1' eutanasia, impiccandosi. Ferruccio avrebbe infatti raccontato ai carabinieri di Fiesole che il padre da qualche tempo non stava bene di salute. Il corpo di Giorgio Conciani non è stato portato all'Istituto di medicina legale: è stato adagiato nel suo letto e quindi vegliato dal figlio, da una cognata e da alcuni amici stretti. I funerali si terranno domani. Nel 1975, quando la legge 194 sul'interruzione volontaria della gravidanza non esisteva ancora, Conciani fu protagonista di una battaglia per la legalizzazione dell'aborto combattuta sfidando apertamente la legge. Insieme con Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia organizzò in una villa di Poggio Imperiale, vicino a Firenze, in collaborazione col Cisa (Centro Informazione, Sterilizzazione e Aborto) una clinica clandestina per le interuzioni di gravidanza. Venne subito da tutti chiamata la «clinica degli aborti». Fu l'allora sostituto procuratore Carlo Casini, oggi europarlamenta- re e leader del Movimento per la vita, a condurre l'inchiesta, nella quale il ginecologo figurava come imputato insieme ad altre 41 persone, tutte accusate di essere membri di un'associazione per delinquere finalizzata agli aborti clandestini. Ne seguì un lungo e tormentato processo che riuscì ad arrivare a sentenza solo 1' 11 ottobre '90, con l'assoluzione di tutti gli imputati. Nel corso degli anni, Conciani ha portato avanti varie battaglie legate all'aborto e per l'introduzione in Italia della pillola abortiva, ma ha dedicato la sua attenzione - richiamando di nuovo anche quella della magistratura - pure al tema dell'eutanasia. Nel novembre '95 l'Ordine dei medici di Firenze decise di radiare Conciani, accusandolo di aver prescritto cocktail di farmaci ad aspiranti suicidi. Il ginecologo presentò ricorso contro la decisione e continuò a esercitare. Il 20 dicembre '95 la la polizia mise sotto sequestro 1' ambulatorio medico di Conciani, neh" ambito di un'inchiesta nella quale il ginecologo era sospettato di aver fatto abortire alcune prostitute albanesi, in alcuni casi oltre il quarto mese di gravidanza. «Ho sempre cercato, per quanto possibile - aveva commentato Conciani - di seguire la legge 194 ma anche di rispettare i bisogni delle donne. E se un'immigrata che è senza documenti viene da me e mi chiede l'intervento, io lo faccio. Non è certo per arricchirmi, ma perchè questa è la mia convinzione e la mia linea di medico». La sua vita è sempre stata modesta a dimostrazione che le tante battaglie da lui sostenute, nella convinzione di difendere e incrementare i diritti civili in Italia, non sono certo state intraprese per raggiungere fama e ricchezza. Convinto radicale, i suoi rapporti personali con Pannella si erano intiepiditi dopo che questi aveva deciso di abbracciare il Polo delle libertà, [r. cri.] Giorgio Conciani, 67 anni, era conosciuto come il «dottor morte italiano» per aver sostenuto la liceità dell'eutanasia
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