Kabila: niente tregua, marcio su Kinshasa

Il leader dei ribelli ci ripensa e avverte che sta per cominciare l'attacco alla capitale Il leader dei ribelli ci ripensa e avverte che sta per cominciare l'attacco alla capitale Kabila; niente tregua, marcio su Kinshasa «Mobutu, via in 8 giorni» KINSHASA. Mentre le sue truppe continuano ad avanzare inesorabili verso la capitale Kinshasa, il leader delle forze ribelli Laurent Desirè Kabila dà un ultimatum al presidente Mobutu Sese Seko: «Perire insieme con il suo potere» oppure passare la mano entro otto giorni. Gli uomini di Kabila sono ormai a soli 100 chilometri da Kinshasa e non ci sarà un cessate-il-fuoco in attesa delle decisioni di Mobutu: lo ha affermato Kabila il giorno dopo il suo primo faccia-a-faccia con il presidente a bordo di una nave sudafricana, smentendo quanto affermato dall'inviato dell'Onu nella regione dei Grandi Laghi, Mohammed Salinomi, che aveva parlato di uno «stop temporaneo delle ostilità come gesto di buona volontà». L'incontro, più volte rinviato, è avvenuto al largo di Pointe Noire (Congo). Kabila e l'inviato statunitense, l'ambasciatore all'Onu Bill Richardson, sono entrambi rientrati a Lubumbashi e il portavoce di Kabila ha ripetuto che «il cessate il fuoco non è nelle intenzioni del presidente Kabila». Interpellato su cosa accadrà se Mobutu non rispetterà l'ultimatum, Kabila ha dichiarato: «Sarà scacciato dal potere e buttato fuori da Kinshasa in pochi giorni». Ha poi spiegato che si è rifiutato di stringere la mano all'uomo che ha governato lo Zaire per quasi 32 anni perché «non c'è alcun bisogno di stringere mani macchiate di sangue». Ha però aggiunto di provare pietà per un uomo di 66 anni malato di cancro: «Nello stato in cui l'ho visto, fa pena, quindi non lo odio ora. Mi piace», ha detto e poi è scop- piato in una risata. Kabila ha spiegato che le truppe della sua Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione del Congo-Zaire ora contano 70 mila unità e stanno avanzando verso Kinshasa. Sarebbero e meno di 60 chilometri dall'aeroporto della capitale e le avanguardie a 80 dalla città vera e propria. I ribelli dello Zaire hanno avvertito la popolazione di Kinshasa di sgomberare le aree «di importanza strategica» nell'imminenza di un attacco alla capitale. «I nostri combattenti stanno per attaccare i punti-chiave», ha avvertito la radio degli insorti «Voce del popolo». Nonostante l'avvicinarsi delle truppe antigovernative, a Kinshasa (6 milioni di abitanti) - dove Mobutu è rientrato ieri mattina - regna la calma e non ci sono segnali che fanno pensare a preparativi delle forze armate per resistere ad un at¬ tacco. Fonti governative hanno come di consueto annunciato che fermeranno le milizie di Kabila, ma la cosa appare assai poco probabile date le condizioni in cui si trovano comandi e truppe, umiliati dalle sconfitte subite e non pagati da mesi. La popolazione di Kinshasa sembra comunque attendere con sollievo l'arrivo delle truppe di Kabila che metterebbe fine ad un regime corrotto e autoritario che li ha oppressi per oltre trent'anni. Si teme però che, come è accaduto nelle altre città conquistate dalle milizie dell'Alleanza, l'esercito in ritirata possa saccheggiare la città. L'inviato Usa in Zaire, l'ambasciatore all'Onu Bill Richardson, ieri ha avuto un colloquio di un'ora con Kabila. «Abbiamo messo in chiaro qual è da tempo la nostra posizione per il bene del popolo dello Zaire: deve esserci un ingresso pa¬ cifico a Kinshasa, un "atterraggio morbido" che eviti il caos e la violenza; dovrebbe essere istituito un governo di unità nazionale che gestisca la transizione e libere e corrette elezioni», ha spiegato Richardson. Al termine del colloquio l'ambasciatore si è detto «molto, molto incoraggiato dal tono conciliatorio che ha usato Mr. Kabila». Il commissario Ue Emma Bonino ha invece annunciato che nei prossimi giorni verrà reso pubblico «un rapporto di tutte le agenzie umanitarie sul genocidio che è stato perpetrato nello Zaire negli ultimi mesi». La Bonino ha definito la situazione umanitaria nel Paese africano «più che catastrofica». Dopo aver lamentato l'assenza di trattative tra le parti, la Bonino ha auspicato che «venga costituita urgentissimamente la commissione d'inchiesta che dovrà ottenere il libero accesso, negato per sei mesi, a tutti i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie e ai mezzi di informazione». Lo Zaire del «dopo Mobutu» potrebbe intanto cambiare nome, avere una nuova capitale e intensificare i legami con gli Stati Uniti a scapito di quelli con l'Europa francofona. Secondo il settimanale «Newsweek», che ha citato ieri fonti non identificate, sotto la guida di Kabila, lo Zaire potrebbe diventare il Congo-Zaire e trasferire la capitale da Kinshasa a Kananga, città del Centro-Sud dotata di una ferrovia costruita dal Sud Africa. Inoltre, l'inglese diventerebbe lingua ufficiale insieme con il francese, e le forze dell'ordine sarebbero ispirate al modello statunitense. [Agi-Ansa]