Bossi: non voteremo mai uno «Zio Tom» dei romani

Bossi: non voleremo mai uno «Zio Tom» dei romani Bossi: non voleremo mai uno «Zio Tom» dei romani IL LEADER DELLA LEGA E MILANO dunque onorevole Bossi, come ha doverosamente anticipato al «Giornale» berlusconiano, gli elettori leghisti domenica prossima dovranno cambiare idea e programmi: non più in montagna, ma a votare Polo? «Smentisco. Assolutamente falso. Destituito da ogni fondamento». Scusi, ma una sua intervista è limpida: meglio che vinca il Polo, quindi a Milano votate Gabriele Albertini e a Torino Raffaele Costa. «Sì, col c...!». Ma l'ha detto lei. «Io dico le mie cose con chiarezza, come sempre. Se non sbaglio, già circola una nota dell'ufficio stampa della Lega. Ecco, basterebbe leggerla per capire che non posso aver detto certe cose». Sintesi? «Tutti in montagna domenica prossima. Ad irrobustirci, ad allenarci tra torrenti e pini. Sarà sindaco uno Zio Tom romano e noi non entriamo nei pasticci romani. Astensione. Chiaro?». Chiaro, ma per restare a Mi- lano se gli elettori leghisti se ne vanno in montagna vince Albertini. «E io che c'entro? Affari loro, romani. Io sono padano: l'indicazione è non sporcarci le mani con gli Zio Tom. Polo o Ulivo questa è gente del Nord che ci vuol vendere al centralismo romano». Però Marco Formentini, l'ormai ex sindaco di Milano, per il rivale di Albertini, Aldo Fumagalli, una qualche simpatia l'ha manifestata. «Non lo so, non mi pare, comunque bisognerebbe chiederlo a Formentini». Affari romani e Silvio Berlusconi metterà la sua bandierina sulla Madonnina. «Può essere, anche se non sarei così sicuro, perché vedo che troppe cose vengono date per scontate. Può capitare che gli elettori che hanno votato Albertini al primo turno se ne restino al mare. E poi non so, in una città come Milano si vota ancora per clan ed è tutta da vedere». Senta onorevole, l'ultima che gira dice che lei darebbe volentieri i suoi voti... «Io non dò i voti a nessuno!». ...insomma lei starebbe trattando con Berlusconi per avere una sua rete televisiva. «E magari fosse così! Per quel che ne so io quello si è sempre messo di traverso, quel Brutto Porco». Sabato piazza del Duomo era piena e gli slogan erano o contro Prodi o contro la Lega. «E glielo metteremo in quel po¬ sto. Non dico alla gente che era lì in buona fede e con viaggio pagato, perché non sanno che ò proprio il Polo a dare i voti al governo Prodi e alle sue tasse. Lo metteremo in quel posto a quelli come Berlusconi, perché io non dimenticherò mai che è lui l'uomo che ha cercato di tradire il Nord, è lui l'uomo che è entrato in politica per mettere massi sul percorso della Lega». Una sua previsione sul risultato di domenica prossima? «Io sono convinto che a Milano vincerà Berlusconi e, inevitabilmente, ci saranno contraccolpi politici». Quali? «Ne vedo solo due. 0 elezioni o un accordo». La prima, elezioni. «A me andrebbero benissimo, perché la Padania va avanti e ogni tornata di voto scardina il Regime. Ma la sinistra non le vuole, perché le perderebbe, e il Polo neppure perché senza l'appoggio di sindacato e Chiesa non potrebbe governare». Non resta che la seconda, l'accordo. «Se vince Berlusconi ci sarà probabilmente una crisi di governo. Quel pretone di Prodi come può restar lì? A quel punto, presa Milano e magari anche Torino, Berlusconi e il Polo non gli passano più i voti sottobanco e questo governo non sta più in piedi. Berlusconi vuole un governo delle larghe intese, D'Alema finora non c'ò stato e l'ha tenuto fermo senza dirgli niente (ma in tribunale il Cavaliere non c'è più andato, no?)... Una crisi e un nuovo governo con la Lega che se ne sta lontano, affacciata alle finestre padane? «Il mio vero problema è che in Parlamento mi mancano dieci uomini. Avessi dieci deputati in più ci sarebbero altri giochi. Ma alla Lega questi pasticci dei ballottaggi e del governo Prodi non interessano, non interessano più. Robe di un altro Paese. Noi facciamo parie di Forza Padania e tutti gli altri sono Forza Italia, sono due cose diametralmente opposte». Forza Padania? E' una novità. «Così diventa più evidente chi è per l'Italia e chi perla Padania». Lei dalla Padania lo intravede davvero questo governone? «D'Alema deve faro i suoi conti con l'Europa, che sta diventando un alibi, mi sa che la sposteranno di anni, e però servirà per tagliare lo Stato sociale. Berlusconi, da parolaio, porrà il problema della pressione fiscale e D'Alema da buon sinistrorso su questo argomento non ci sentirà. In parte il Parolaio può aver ragione quando dice che se riduci le tasse aumenti lo sviluppo, ma in questo Belpaese c'è il problema del Sud e finché non risolvi quello...». Per lei sarebbe un governo inutile. «Non risolvono un fico secco, si mettono assieme e cominciano a litigare. Le solite cose italiane». Giovanni Cerruti «A Milano vince la destra? Io sono padano, sono fatti loro Anche se poi cade il governo...» «A Milano vince la destra? Io sono padano, sono fatti loro Anche se poi cade il governo...» ni Bossuno dellaUmn alto: Gabricandidadi sindac li segretario della Lega Nord Umberto Bossi n alto: Gabriele Albertini candidato del Polo alla poltrona di sindaco di Milano