Fini isolato nella guerra a Scalfaro
Perplessità anche nel centro destra: Berlusconi lancia messaggi distensivi e per il ccd è stato un «errore tattico» Perplessità anche nel centro destra: Berlusconi lancia messaggi distensivi e per il ccd è stato un «errore tattico» fini isolalo nella guerra a Scalfaro D'Alema: emerge l'immaturità democratica dito ROMA DALLA REDAZIONE Era partito a testa bassa contro ScaJfaro (e le sue esternazioni sull'Europa) trascindosi dietro il Polo, salvo U cauto Ccd. Ora, Gianfranco Fini rischia di trovarsi isolato e in fuori gioco. Ieri è stata la giornata del contropiede della maggioranza e del governo, tutti contro Fini e schierati a copertura del capo dello Stato. Salvo Fausto Bertinotti che chiede a Scalfaro di usare il messaggio alle Camere (come prescrive la Costituzione) quando ha qualcosa da dire su temi politici. E Mauro Paissan che chiede a Scalfaro «più sobrietà», pur essendo «totalmente dalla sua parte». Ma anche gli alleati di Fini sono ora diventati più misurati, probabilmente contrariati dal protagonismo del presidente di An. E così due giorni di titoli sui giornali rischiano di diventare un «boomerang». «Le aggressioni nei confronti del presidente della Repubblica sono un segno di immaturità democratica - colpisce duro il segretario del pds, D'Alema -. E' come se in una partita di calcio un giocatore aggredisse l'arbitro. In generale vuol dire che non è degno di giocare in un campionato». E Fabio Mussi dà, di fatto, dell'ignorante a Fini perché ha chiesto l'abolizione del divieto costituzionale alla ricostituzione del partito fascista, non sapendo che non è una norma transitoria (come quella per i Savoia) ma una disposizione finale. Gli attacchi di Fini a Scalfaro dimostrano come la destra «sia ancora antisistema - dice Gerardo Bianco, ex segretario del partito popolare -. Il lupo perde il pelo ma non il vizio». Cioè, Fini deve fare ancora molta strada per dimenticare il suo passato di neofascista. Comunque, «non tutto il Polo ha condiviso gli attacchi di Fini - rile¬ va il segretario del ppi, Marini -. La ricerca dell'applauso facile, della trovata clamorosa di piazza non sempre si conciliano con l'esercizio responsabile del proprio ruolo politico». Insomma, secondo i partiti della maggioranza, Fini è un irresponsabile e ingenuo demagogo che per ottenere un applauso ha fatto scoprire che la sua «svolta» è ancora incompiuta. A difesa del capo dello Stato si è mosso ieri anche Prodi che, per bocca del suo sottosegretario Micheli, ha fatto sapere che «al capo dello Stato non possiamo, comun- que, che esprimere il massimo di solidarietà» per la «ingiusta» polemica di Fini. Mentre il vicepresidente del Consiglio, Veltroni, vede negli attacchi della destra e di Fini «il segno di una difficoltà politica e di una divisione interna del Polo». Divisione che, in effetti, diventa sempre più visibile. Tanto che ieri il Ccd Giovanardi ha rincarato le critiche a Fini dandogli una lezioncina di arte politica: avere scelto Scalfaro come bersaglio mentre era in corso una manifestazione contro il governo «è stato un grave errore di tattica politica, una scelta autolesionista. L'effetto è che si è indebolita la posizione del Polo». Se ne deve essere accorto anche il capo del Polo, Silvio Berlusconi, che non ha seguito fin dall'inizio Fini nella sua corsa in attacco e che ora lancia messaggi distensivi al capo dello Stato. E' successo che ieri Scalfaro ha inviato, dal Kazakistan, pronti auguri di guarigione a Berlusconi operato di calcoli renali. Auguri che, hanno fatto sapere i più stretti collaboratori del presidente di Forza Italia, Berlusconi «ha gradito molto». Tanto che si propone di andare a ringra¬ ziare Scalfaro di persona, appena sarà guarito. Un modo chiaro per prendere le distanze da Fini. E così i più avveduti dirigenti di An, temendo l'isolamento, attenuano i toni. Il presidente dei senatori di An, Maceratini, per esempio, di fronte all'ondata di condanne, ieri lamentava: «Mi chiedo se esista il diritto di critica, oppure si debba salutare ogni intervento di Scalfaro come il Vangelo. Il Quirinale può stare tranquillo che nessuno lo attaccherebbe se rispettasse alla lettera le prerogative che oggi gli assegna la Costituzione». Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e il leader di An Gianfranco Fini
Luoghi citati: Europa, Kazakistan, Roma
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