Susanna resta con noi di Massimo Gramellini

La Tamaro vittima di un anonimo che ne annuncia il suicidio La Tamaro vittima di un anonimo che ne annuncia il suicidio Susanna resta con noi SUSANNA Tamaro è viva e lotta insieme a noi. La notizia del suo suicidio era falsa, per fortuna: d'altronde, se non ci ha provato mentre scriveva certi romanzi (per esempio l'ultimo) non si vede perché avrebbe dovuto decidersi proprio ora, nel relax del suo casolare d'Orvieto, dove al massimo può far danni spedendo qualche cartolina. Tamaro come Vitti e Loren, allora: vittima di uno scherzacelo funebre o, come dice chi si prende sempre sul serio, di un complotto. Ma chi può aver desiderato la morte, anche solo apparente, dell'amata scrittrice? Chi avrà avuto l'insana idea di telefonare la notizia ai giornali, spacciandosi di volta in volta per un dirigente editoriale, per il direttore di «Famiglia Cristiana» e, in un precipizio senza fine, per un giornalista della Rai? Ipotesi numero 1. E' stato un cannibale. Anzi, uno di sinistra. In sintesi, un cannibale di sinistra. Uno di quegli scrittori truculenti che oltre alla carne man¬ gerebbero al sangue anche la pizza. Con loro Camomilla Tamaro non ha mai legato troppo, come del resto capiterebbe a Orietta Berti se andasse a cena con un rapper che non si fa la doccia da sei mesi. Il movente è palese: il cannibale intendeva punire la mite vegetariana per le sue dichiarazioni contro il comunismo e per lo stile appiccicoso - fra Baricco e il nulla - di Anima Mundi. Ipotesi numero 2. Colpo di scena. Non è stato un rivale della Tamaro a organizzare questa zingarata, ma un amico. Aveva almeno due ottimi motivi per farlo: regalarle finalmente una trama decente per un romanzo e collocarla nell'empireo dell'immortalità. Se anche un solo giornale avesse abboccato, il titolo «Tamaro suicida» avrebbe fatto di lei un mito. Susanna come Marilyn, ci mancava solo questa. Meno male che è andata bene: la Tamaro ci serve viva. Massimo Gramellini SERVIZIO A PAG. 20

Persone citate: Baricco, Loren, Orietta Berti, Tamaro, Vitti