Quanti sono i colori del Moro? di Masolino D'amico

Quanti sono i colori del Moro? Quanti sono i colori del Moro? Da Cinthio a Shakespeare soffrendo di gelosia NEI SECOLI MUTEVOLE ALL'ORIGINE della storia di Otello c'è la settima novella della terza deca degli «Hecatonmiti» dell'italiano Giovan Battista Giraldi Cinthio (Venezia 1565). Qui un Moro «molto valoroso» sposa una bella veneziana chiamata Disdemona, malgrado l'ostilità dei parenti di lei. Dopo un lungo periodo di felicità il Moro viene inviato a comandare la guarnigione di Cipro, dove il suo «alfiero» concupisce Disdemona, e, respinto, la sospetta di una relazione con un altro ufficiale a lui inferiore. Quando questo ufficiale perde i gradi dopo una rissa, e Disdemona intercede per lui presso il marito, l'«alfiero>> ne approfitta per vendicarsi di lei, accusandola col Moro di adulterio e mostrando prove addomesticate (un fazzoletto, una conversazione pilotata). Dietro incarico del Moro, l'«alfiero» organizza quindi un attentato contro l'ufficiale, che fallisce parzialmente; e insieme col Moro assassina Disdemona con un sacchetto di sabbia, simulando poi un incidente. In seguito il Moro scaccia 1'«alfiero», e questi lo accusa dell'uxoricidio. Il Moro viene così arrestato e torturato, ma non confessa, e viene mandato in esilio, dov'è ammazzato dai parenti della donna. L'«alfiero» morirà a sua volta in Italia, sotto le torture, in seguito a un altro reato. La vicenda, che nella storia originale dura un numero imprecisato di mesi, è compressa da Shakespeare in due sequenze molto serrate, quella con l'antefatto a Venezia (nozze segrete di Otello e Desdemona, processo e assoluzio¬ ne di Otello, sua nomina e conseguente partenza per Cipro) omessa nel brillantissimo adattamento di Boito e Verdi, che sublima la sinteticità shakespeariana e quella a Cipro, con Otello irretito dalle mene di Iago fino all'omicidio e al suicidio, che presa alla lettera dura circa trentasei ore, pur con incongruenze (arrivo di navi da Venezia con la velocità di jet, ecc.): qui si è parlato di tempo teatrale, diverso da quello logico, nato dalla necessità di incalzare sia Otello sia gli spettatori, senza dar loro il tempo di riflettere. Inoltre rispetto alla fonte Shakespeare inserisce il personaggio di Roderigo, corteggiatore sfortunato di Desdemona, ed elimina le mire dell'alfiere sulla donna: Iago agisce per ragioni poco chiare, gelosia retrospettiva, orgoglio ferito per essersi visto preferire Cassio, ma in sostanza appare piuttosto un cultore del male per il male in sé, corruttore insinuante, suadente e insospettabile (tutti lo chiamano «onesto») come un Vizio delle moralità medievali. Ancora. In Cinthio solo «Disdemona» ha un nome, e Shakespeare battezza pertanto i comprimari con appellativi dal suono italiano - Brabanzio, Cassio, Lodovico, Emilia ecc. - e allusivamente i protagonisti: Otello da Otho, condottiero nobile e vittorioso, morto suicida; Iago come il santo venerato a Compostela con l'appellativo di Matamoros (nell'843 l'apostolo Giacomo era comparso su di un cavallo bianco, mettendo in fuga settantamila saraceni invasori). L'intervento più importante e geniale di Shakespeare sul materiale riguarda comunque il colore del protagonista. Che in Cinthio è un semplice dettaglio, ininfluente sull'azione: il «Moro» della novella è, appunto, un moro, ossia un arabo, mercenario al servizio del¬ la Serenissima come tanti altri, non necessariamente un diverso: vedi la «Gerusalemme liberata», dove i nemici, pur di altra religione e cultura, sono cavalieri pari in tutto ai cristiani. In Shakespeare però il generale non è un bronzeo Saracino, bensì un negro nero come la pece, quindi secondo i canoni dell'epoca - dove il bianco è buono e il nero è cattivo, così come la destra è giusta, e la mancina, infida - praticamente un mostro. L'Otello di Shakespeare, sulla cui tinta fuligginosa si insiste, così come si ribadisce il candore di Desdemona, «sa» di essere un alieno, e la sua eloquenza maschera un complesso dì inferiorità dalle radici profonde. Questo complesso intuisce Iago, psicologo finissimo e perverso, che quindi lo evoca e scatena con poche eleganti mosse da vero matador. Masolino d'Amico E «Disdemona» fu assassinata con un sacchetto di sabbia José Cura debutta nell'Otello. A destra Shakespeare

Luoghi citati: Cipro, Emilia, Gerusalemme, Italia, Venezia