Eccles, l'esploratore del pensiero di Piero Bianucci
Eccles, l'esploratore del pensiero Il premio Nobel per la medicina si è spento a 94 anni in Svizzera. Sua la teoria degli «psiconi» Eccles, l'esploratore del pensiero Con Popper studiò la linea di confine fra mente e cervello L-, INTELLIGENZA, la crea/ tività, la morale stanno tutte nelle interazioni elettriche e chimiche del I cervello o hanno la loro sede in qualcosa di immateriale che coordina dall'alto i nostri cento miliardi di neuroni, tanti quante sono le stelle di una galassia? John Carew Eccles, studioso del cervello premiato nel 1963 con il Nobel per la medicina, morto l'altro ieri a 94 anni, non volle mai ammettere che le nostre facoltà superiori - diciamo, per capirci, spirituali - possano avere una base esclusivamente fisica, fatta di proteine, elettricità, neurotrasmettitori. In questo era ri¬ masto cartesiano: un dualista. Mente e cervello li concepiva come due realtà diverse, separate anche se interagenti. E negli ultimi anni di ricerca attiva, per mettere d'accordo mente e cervello, aveva elaborato una teoria singolare, la teoria degli «psiconi»: quasi atomi di pensiero, particelle elementari dell'anima, parola, quest'ultima, che usava a fronte alta, benché pochissimi neuroscienziati abbiano l'audacia (o la sfacciataggine?) di pronunciarla. Strano destino. Con i suoi esperimenti Eccles è stato un pioniere dell'esplorazione del cervello «materiale». Ebbe il Nobel proprio per aver dimostrato in laboratorio che le cellule del cervello si parlano scambiando messaggi elettro-chimici. Ma questo livello di comunicazione fisiologica gli sembrava troppo banale per aver a che vedere con il Pensiero. Così in lui la ricerca biomedica sconfinava nella filosofia. Non a caso il nome di Eccles è legato a quello del filosofo Karl Popper, con il quale scrisse due libri. Lo aveva conosciuto nel 1945. «L'insegnamento più prezioso che mi ha dato - diceva di lui - è quello di sottoporre a critica serrata e continua ogni affermazione scientifica. Mi ha fatto scoprire l'epistemologia: senza epistemologia lo scienziato non sa neppure che cosa sta facendo». Nato a Melbourne nel 1903, Eccles si laureò nella città australiana per trasferirsi subito dopo a Oxford, al Magdalen College, dove avviò le sue ricerche, divenute classiche, sulla trasmissione di segnali elettrici attraverso le terminazioni nervose (sinapsi). Tornato in Australia nel 1937, proseguì il suo lavoro a Sydney, prima in collaborazione con Katz e Kuffler e poi con Fatt e Coombs. Del 1951 è la sua scoperta fondamentale: «Riempito un sottile ago di vetro dalla punta di un millesimo di millimetro con una soluzione conduttrice di elettricità, lo inserii in un motoneurone in corrispondenza di una sinapsi: potei così descrivere quelli che oggi chiamiamo potenziali sinaptici inibitori. Essi risultavano costituiti da variazioni elettriche positive e negative della cellula e avevano una durata di 15 millesimi di secondo...». Da 25 anni Eccles abitava in Svizzera. Ultimamente era stato colpito da una serie di microictus che lo avevano annebbiato. Gli rimanevano intorno pochi amici, e tra questi Pier Giorgio Strata, che più volte lo aveva invitato all'Università di Torino per conferenze e seminari. Ma dal punto di vista scientifico Eccles era isolato già prima degli ictus. Alla fine, si era allontanato anche da Popper, nonostante il grande successo dei libri scritti insieme, L'Io e il suo cervello (1981) e Evoluzione del cervello e creazione dell'Io ( 1990, entrambi editi da Armando). Certo, gli psiconi nessuno li ha mai visti. Forse dobbiamo considerarli una metafora, un tentativo quasi favolistico di raccontare per analogia il dialogo mente-cervello. Ma qualsiasi valore si voglia attribuire a quest'ultima teoria di Eccles, rimarrà l'audacia della sua sfida, che sintetizzò anche in un articolo pubblicato su Tuttoscienze, supplemento de La Stampa a cui collaborò dal 1987 al 1992: «Gli scienziati dovrebbero avere il coraggio di scegliere problemi che possono non avere soluzione, o la cui eventuale soluzione è molto incerta. In modo simile un alpinista può dedicarsi alla scalata di una montagna considerata impossibile. Egli farà comunque molte scoperte esplorandone la base, imparerà perché la montagna è al di là della sua portata e, ottimisticamente, come organizzare la scalata vincente». Piero Bianucci John Carew Eccles era nato a Melbourne nel 1903, ma fece i suoi primi studi a Oxford, al Magdalen College
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