Un «pasdaran» nella Santa Sede di Marco Tosatti

Un «pasdaran» nella Santa Sede CITTA' DEL VATICANO Wojtyla: rispettare le leggi fra Stati. L'iraniano: stesse idee sulla morale Un «pasdaran» nella Santa Sede Il Papa riceve il nuovo ambasciatore di Teheran CITTA' DEL VATICANO. Come sono i rapporti fra la Santa Sede e il governo islamico di Teheran? Buoni, si direbbe dallo scambio di discorsi fra il Papa e il nuovo ambasciatore della Repubblica iraniana; a dispetto delle tensioni con l'Occidente seguite alla sentenza di un tribunale tedesco contro un diplomatico iraniano, e delle ricorrenti accuse statunitensi di appoggio al terrorismo. Anche il nuovo ambasciatore presso il Vaticano, Hadi Abd Khoda'I, sposato con cinque figli, laureato in filosofia e ex docente universitario non sarebbe esente da un passato discutibile. Figura nella lista dei «terroristi di regime» resa nota il 24 aprile da Ibrahim Zacheri, responsabile della sicurezza dei Consiglio della resistenza iraniana, gli oppositori in esilio. Khoda'I, secondo questa fonte, avrebbe avuto «una militanza di rilievo nei pasdaran», accusati di giocare un ruolo notevole nella repressione dei Mujaheddin del popolo. Ma ieri, alla presentazione delle lettere credenziali, questi argomenti scabrosi non sono stati toccati, se non in maniera molto vaga e generica. «La cooperazione fra la Repubblica Islamica dell'Iran e la Santa Sede - ha detto l'ambasciatore - dal momento che entrambe godono di una spiritualità speciale e di grande prestigio e influenza, può essere efficace nel guidare gli uomini in tutto il mondo verso valori spirituali superiori e nella lotta contro la corruzione e la depravazione. Oggi ci sono oppressori potenti che, crollati i regimi atei e irreligiosi, cercano di creare divisioni fra i seguaci delle religioni monoteistiche, per spingere il mondo verso l'irreligiosità». Siamo dalla stessa parte della barricata, diceva in pratica Khoda'I, aggiungendo un concetto che probabilmente la Santa Sede non ama enfatizzare: «E' ragione di grande soddisfazione riconoscre che, in occasione di congressi internazionali, ci sono state nel campo della morale, specialmente per ciò che riguarda la salute e la salvaguardia della famiglia, accordo e convergenza di vedute». I congressi erano quello del Cairo sulla popolazione e quello sulla donna a Pechino. Il Papa ha chiesto che sia tutelata la minoranza cattolica in Iran, «così che le chiese e i luoghi santi in Iran non diventino semplicemente monumenti archeologici, o siano addirittura dimenticati». E ha ricordato che la «fede in un unico Dio» comporta «il dovere di lavorare insieme per la difesa dei valori umani». Cooperiamo, ha detto, in aree quali «la libertà di religione e di coscienza, e con essi gli altri diritti che scaturiscono dalla dignità della persona e dei popoli». E ha fatto accenno al «rispetto della legge e all'impegno a usare i negoziati come sistema per risolvere le tensioni», nel campo dei doveri degli Stati. Marco Tosatti

Persone citate: Hadi Abd Khoda'i, Ibrahim Zacheri, Wojtyla

Luoghi citati: Iran, Pechino, Stati, Teheran