Nord-Sud, la pace del calcio

Word-Sud/ la pace del calcio Word-Sud/ la pace del calcio Tirana (in casa) sconfigge Valona Non ci sono stati i temuti incidenti TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Appena nello stadio, il Qemal Stafa, che è il più importante, quello accanto all'Università, con gli ocelli cerchi i segni degli elicotteri. Perché era da qui che fuggivano da Tirana, nei giorni della paura, e il campo era difeso da carabinieri paracadutisti e marines americani e aveva un'aria desolata e veniva da chiedersi se ci avrebbero giocato ancora una partita. Invece, l'erba è perfetta e non stonano neppure quei due striscioni, scritta in verde su campo nero: «Fair-play Albania». In pochi, per la verità, capiscono quell'invito, e alla fine del primo tempo qualcuno decide che stona con tutti gli incitamenti scritti, quelli per il Partizan, che come simbolo ha il Toro, e quelli per il Flamurtari, che vuol dire portabandiera, ed è la squadra di Valona. Non è una partita qualsiasi: è la finale della Coppa d'Albania, chi vince fa un grande sberleffo agli avversari, o meglio: ai nemici. Perché qui ancora dicono di considerarsi nemici, quelli di Valona e quelli di Tirana. E un'altra cosa fa, chi si assicura la Coppa: si tuffa in Europa e ha tutta l'estate per sognare. E sogna il Partizani, che vince ai rigori, aiutato un po' dalla sorte, un po' dall'arbitro che lo rimette a galla mentre annaspava sott'acqua assegnandogli un calcio di rigore a dir poco discutibile, e un po' da tale Haxhaji, che aveva sulla schiena il n. 14, quello portato da Johann Cruyff, l'olandese volante. Ma Haxhaji non è Cruyff e il presidente del Valona, un giovane ingegnere carico d'oro come un albero di Natale, che di nome fa Sheqim Seliami, dice di conoscere bene i suoi. E quello con il n. 14, che ha sbagliato buttando la palla fra le mani del portiere avversario, non lo ha convinto. «Di certo, lo caccerò». Era la prima partita che si giocava a Tirana da quando sono scoppiate le sommosse per il crollo di alcune Finanziarie «a piramide». Ma in questo momento delle piramidi quasi nessuno mostra di ricordarsi, quasi il problema del denaro perduto fosse stato spazzato da non si sa quale miracolo. Per questo, forse, la gente osserva incuriosita la scritta pubblicitaria sulle maglie rossonere del Valona: Kamberi. Perché la Finanziaria di Ferdinand Kamberi, per il momento almeno, è fra quelle rimaste in piedi, anche se sul suo stato di salute scommettono in pochi. Fuori e dentro lo stadio la polizia ha preso posizione. Ci sono anche sei pastori tedeschi, nel senso di cani poliziotto, ottimi per dissuadere i malintenzionati, almeno quanto i Kalashnikov che gli agenti nelle divise blu ostentano con arrogante insistenza. E c'è pure un blindato, a pochi metri dall'ingresso della tribuna coperta, con un poliziotto che si diverte a prendere di mira con la mitraglia i tifosi. E poi, perquisizioni, neppure troppo accurate: soltanto qualche fastidiosa tastata. Fair-play Albania. Quelli del Partizani stendono mi enorme striscione vermiglio dalla parte della gradinata popolare: «Forca Demat e Kuq», «Forza Tori Rossi». E il Toro ce ia mette tutta, com'è nella tradizione di tutti i tori, e va in gol, al 18', ma poi, dopo un'ora di gioco, viene riacciuffato e scavalcato. E' allora che il signor Prejia di Tirana, come si dice?, lo favorisce. Insomma, è un pareggio di rigore. E poi, quella che gli allenatori di tutto il mondo chiamano «la roulette». La gente, più o meno cinquemila spettatori, sottolinea ogni tiro dagli undici metri. E a quelli di Valona, al secondo tiro, schizza il cuore in gola perché il terzino del Partizan ha mandato il pallone sul palo. Ma poi il Cruyff d'Albania rilancia gli avversari e il Flamurtari, che è campione nazionale in carica, capisce che non è la sua giornata. Così la Coppa, una brocca di rame neppure troppo elegante, finisce nelle mani dei campioni del Partizani e qualcuno già sogna un titolo a tutta pagina sui giornali di Tirana: «(Abbiamo battuto Valona». Ivin. tes.] Una nave albanese diretta in Italia con il suo carico di clandestini

Persone citate: Cruyff, Ferdinand Kamberi, Ivin, Johann Cruyff, Kamberi, Qemal, Stafa