Duemila albanesi in rotta verso l'Italia

La visita di Rosy Bindi: ogni nostra Regione dovrà adottare un pezzo di questo Paese La visita di Rosy Bindi: ogni nostra Regione dovrà adottare un pezzo di questo Paese Duemila albanesi in rotta verso l'Italia «Due navi tentano la traversata» TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Lo sanno che non potranno fermarli. Così la Irini, carretta dei mari presa chissà dove e partita in pieno sole dal porticciolo di Valipojé, a due passi dalla frontiera col Montenegro, ha messo la prora verso Lamerica e il comandante neppure ha risposto quando una motovedetta si è avvicinata e ha intimato il dietrofront. Sarebbero 4 o 500, a bordo, ma c'è chi parla di una seconda nave, una petroliera, con 1000, forse 1500 persone, guidate da gente armata. Un nuovo esodo, insomma. Il contingente italiano non ha potuto dare a queste navi neppure un'occhiata perché gli elicotteri erano tutti impegnati con il ministro della Sanità Rosy Bindi. .Così, dopo la carretta, si parla della nave fantasma, forse una petroliera o un cargo lungo un centinaio di metri. Sarebbe questa l'ennesima minaccia per le coste italiane. Ormai, si parte da Nord. Dalla frontiera fino al golfo di Drinit, davanti al porto di Shengjin, quello dove sono dislocati i 250 uomini della legione spagnola, che neppure hanno voglia di guardare verso il mare, tanto lo sanno di essere impotenti. «Sì, questa è la nostra zone di responsahilità. Ma non possiamo prevedere quello che faranno gli albanesi», osserva il maggiore Alonso Alva- rez Gaume. «E soprattutto non possiamo intervenire. La nave arrivata una settimana fa in Italia carica di profughi? Sì, l'abbiamo vista: in tv». C'è la guerra, dicono quelli che si imbarcano. E, forse, non ci credono neppure loro, ma fa lo stesso: l'importante è trovare un posto, il difficile è quello, perché sulle spiagge dal Montenegro al golfo di Rodonit, quella di Durazzo, aspettano a migliaia il turno per imbarcarsi. Meno complicato, forse, è raggranellare il milione per il passaggio. Uomini armati hanno bloccato il giornalista della tv pugliese Telenorba, Gustavo Del Gado, e il suo operatore Dante D'Aurelio, mentre riprendevano la partenza dei clandestini. Un sequestro in piena regola, per fortuna rapidissimo: è durato solo 4 ore. Emergenza dietro emergenza: oltre a quella per l'ordine pubblico (ieri a Scutari è stata minata la casa di Tonin Achmelli, prefetto ad Elbasan, per le elezioni) c'è l'altra, la Sanità. E, come detto, il ministro Bindi ieri è volato qui per rendersi conto della situazione. Che ha trovato pesante. Ha det¬ to: «Da questa visita credo che noi partiamo con una conferma, la necessità di un intervento che non si fermi a far fronte all'emergenza perché la vera emergenza, forse, è la ricostru- zione della rete sanitaria. Cioè, è fare un programma sanitario per l'Albania, che vada dalla sanità pubblica, alle emergenze, alla prevenzione, al medico di base: un vero e proprio piano sanitario, che preveda anche edilizia, innovazione tecnologica, formazione. Abbiamo avuto questa impressione tutti noi. Si è aggiunto, venendo qua, un elemento che forse dall'Italia avevamo sottovalutato, cioè che la carenza di medicinali e di interventi di sanità pubblica e pronto soccorso è forse più forte di quanto avevamo pensato, previsto, immaginato». Il che significa? «Che a noi è sembrato che dobbiamo tornare in Italia facendo presente che, forse, un po' di emergenza sanitaria in Albania esiste, e quindi dobbiamo farci fronte». In che modo? Rosy Bindi dice che il ministero e ogni Regione dovranno adottare una zona d'Albania. Vincenzo Tessandori L'allarme da un porto del Nord, al confine col Montenegro Il ministro della Sanità: non basta l'emergenza, qui bisogna ricostruire lo, tella misi. agascaieGante vani. la, duenne ata nin Sotto, il minisdella SaRosy Bindi iervisita a Tir Sotto, il ministro della Sanità Rosy Bindi ieri in visita a Tirana