Blair governo fatto, 5 donne ministro
Il Patrimonio culturale a un gay. Nubi sulla successione tory: infarto a Heseltine, Patten rifiuta Il Patrimonio culturale a un gay. Nubi sulla successione tory: infarto a Heseltine, Patten rifiuta Blair: governo folto, 5 donne ministro La squadra per affrontare l'Europa e il nuovo Welfare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Restano ancora da nominare i sottosegretari, forse oggi; ma a poco più di 24 ore dal suo trionfo elettorale Tony Blair ha già varato la squadra con cui affronterà nei prossimi cinque anni la più importante partita della sua vita. C'è qualche sorpresa, rispetto agli incarichi che i suoi prescelti avevano in precedenza nel governo-ombra laborista; ma nulla di clamoroso, che possa generare polemiche o attriti. In serata i ministri hanno prestato giuramento alla regina Elisabetta in una breve cerimonia a Buckingham Palace. E ora al lavoro: la vecchia Inghilterra non cessa di sorprendere - e non è soltanto la sferza di Blair - nel pragmatismo dei suoi atti politici e nella loro rapidità. Ventiquattro ore e già i ministri sono nei titoli di testa dei telegiornali inglesi. Marjorie «Mo» Mowlam è stata convocata a Downing Street, ne è uscita confermando di essere ministro per l'Ulster e subito è partita per Belfast: per incontrare la gente in strada, per dialogare con i nordirlandesi da 28 anni nella morsa del loro odio settario, ma anche per dare subito l'impressione che il governo del New Labour non perde tempo. Così anche David Blunkett, nominato venerdì all'Istruzione, si è già messo al lavoro per attuare una delle promesse elettorali di Blair: quella di rimpicciolire le classi. Blunkett, cieco dalla na- scita, è l'unica persona autorizzata a fare entrare un cane - il suo cane guida - ai Comuni e a Downing Street. Ma anche sul piano europeo il governo Blair sta già muovendo le acque: ieri Margaret Beckett, nominata venerdì al Commercio, ha ribadito che non esiste preclusione di principio alla moneta unica, purché corrisponda a un interesse nazionale. Nulla di nuovo, è vero; ma un segnale che il Labour - ora il governo - si muove compatto sulle linee enunciate durante la campagna elettorale. Ieri si era addirittura diffusa la notizia accreditata dal «Financial Times» - che Blair intendesse creare un «ministro per l'Europa» e volesse affidare l'incarico a Sir David Simon, attuale presidente della British Petroleum. «Non sarà ministro», ha smentito un portavoce; ma senza negare che Simon possa avere un ruolo nel fare uscire Londra dalla sua impasse comunitaria. Venerdì, nelle prime oro trascorse al numero 10, Tony Blair non aveva perso tempo con i telegrammi d'auguri e con i convenevoli. Dopo una rapida ispezione ai locali e la presentazione al personale - dai funzionari alle segretarie - ereditati da Major, si era messo al lavoro e aveva concluso la giornata con le prime sette nomine: John Prescott vicepremier con deleghe ad Ambiente e Trasporti; Gordon Brown Cancelliere dello Scacchiere, cioè responsabile dell'economia; Robin Cook agli Esteri; Lord Irvine, nel cui studio i giovani avvocati Tony Blair e Cherie Booth si conobbero e fecero pratica, alla Giustizia; Jack Straw, l'indomito sostenitore di un «legge e ordine» quasi di stampo conservatore, agli Interni. Più David Blunkett e Margaret Beckett, di cui si ò detto. Ieri, dopo la notte trascorsa nella sua casa di Islington in attesa che si chiarisca il problema di dove alloggerà a Downing Street, Blair si è rimesso al lavoro. Per tutta la giornata - salvo un intervallo in tarda mattinata, quando si è fatto fotografare con Cherie nel giardino del numero 10 - è stato un viavai di collaboratori, mentre l'entusia- sino popolare faceva dei nuovi ministri l'oggetto di un'insolita caccia all'autografo. Anzitutto Blair lia completato il suo pokerissimc-record di donne ministro. Alla Beckett ha affiancato la Mowlam, subito schizzata a Belfast, poi Harriet Karman (Sicurezza sociale) e Ann Taylor (leader dei Comuni); ma anche grande sorpresa - Clare Short (Sviluppo) che il toto-ministri dava sconfitta per il suo appartenere all'ala sinistra del partito e per avere a più riprese contraddetto Blair su tasse e legalizzazione della marijuana. «Parlo troppo», ha confessato uscendo da Downing Street; ma evidentemente è stata perdonata. Poi qualche sorpresa: George Robertson, la colonna scozzese di Blair, ha avuto invece la Dife¬ sa; mentre sarà Donald Dewar l'uomo incaricato di mandare in porto l'ambizioso progetto laborista di devolution, il primo passo di autonomia da Londra. Sorprendente è stata anche la nomina di Frank Field alla sicurezza sociale: è un radicale con ardite idee in tema di pensioni, la cui scelta segnala l'intenzione del governo di rivoluzionare il welfare. E' entrato nel governo (Patrimonio culturale) anche Chris Smith, l'unico omosessuale dichiarato. Alla Sanità, un altro punto chiave nelle strategie di Blair, Frank Dobson. Altre nomine: Ron Davies per il Galles, Gavin Strang ai Trasporti, Jack Cunningham all'Agricoltura. Mentre Blair lavorava, John Major si godeva il suo forzato pensionamento, con un barbe¬ cue in famiglia nel giardino di casa a Huntingdon. Non altrettanto si può dire per i maggiorenti conservatori, ormai alle prese con la lotta per la successione. Persino il nome di Chris Patten, ex collaboratore di Major e ora governatore di Hong Kong, è stato tirato in ballo (ma poi l'interessato ha smentito). Chi sicuramente non potrà prendere parte all'estenuante corsa è il numero due del partito, Michael Heseltine, 64 anni, ricoverato ieri in un ospedale presso Oxford. Già colpito da infarto 4 anni fa, mentre era in vacanza a Venezia, forse non ha retto alle fatiche della campagna elettorale. «Di sicuro - ha detto un suo portavoce, negando però che abbia avuto un altro infarto - non si candiderà per la leadership del partito», [f. gal.] A sinistra il nuovo ministro britannico per l'Irlanda del Nord Marjorie Mowlan Qui accanto il nuovo ministro dell'Industria' e del commercio Margaret Beckett
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