Sulla moneta unica farà referendum

F F INTERVENTO "1 Sulla moneta unica farò un referendum 1LONDRA N Europa, la Gran Bretagna ha le seguenti altermative: 1 ) Abbandono; 2) Partecipazione senza influenza; 3) Partecipazione in posizione di guida. Gran parte del partito conservatore preferisce l'abbandono. Si tratta di una posizione sincera, che per il nostro Paese sarebbe tuttavia catastrofica. Noi la rifiutiamo. Il 60% delle nostre esportazioni è destinato infatti ai Paesi dell'Unione europea, e il mercato unico ci mette a disposizione 370 milioni di consumatori. Se uscissimo dall'Ue, il costo per noi sarebbero 3 milioni e mezzo di disoccupati. Gli investimenti interni sarebbero inoltre frenati, e la nostra influenza nelle trattative commerciali internazionali sarebbe molto ridotta. In breve: il nostro status nel mondo cambierebbe in modo radicale. La seconda alternativa restare nell'Unione europea ma senza alcuna influenza: la politica del governo Major - è la peggiore. In questo caso, saremmo impotenti e costretti a condividere le decisioni degli altri. Noi vogliamo al contrario che la Gran Bretagna abbia un ruolo guida nell'Unione europea. Vogliamo un'Europa nella quale le identità nazionali non tramontino, e nella quale i vari Paesi cooperino l'uno con l'altro: non voghamo un gigantesco superstato europeo controllato dal centro. Al vertice europeo di Amsterdam, in giugno, vogliamo raggiungere l'unità su cinque punti, soprattutto; 1- Un trattato sul mercato unico e l'abolizione delle barriere doganali, soprattutto nei settori nei quali la Gran Bretagna ha successo: aeronautica, telecomunicazioni, energia, finanza. Si dovrebbe avviarlo entro la fine della presidenza britannica, nel giugno 1998. 2- Ampliamento a Est dell'Unione europea. La Gran Bretagna ha interesse all'integrazione di Cipro e dei Paesi dell'Eu- centrale e orientale. La Conferenza' governativa deve Il neopremier Tne cu I rapa I Conf ny Blair raggiungere unanimità sui necessari cambiamenti istituzionali. Siamo favorevoli a una estensione delle decisioni a maggioranza, qualora sia utile per la Gran Bretagna, ma conserviamo anche il diritto di veto, dove sia necessario. Ci impegneremo inoltre per l'adozione di un nuovo sistema di votazione, in base al quale il voto dei maggiori Paesi, come la Gran Bretagna, abbia più peso. 3- La riforma della politica agraria comune. 4- La lotta alla disoccupazione e per un mercato del lavoro flessibile in Europa. L'idea che la Carta Sociale possa costare mezzo milione di posti di lavoro è pura propaganda. Gli alti costi sociali in Francia e in Germania hanno a che fare con la legislazione di quei Paesi, non con la Carta Sociale. 5- Più stretta collaborazione nella politica estera europea. Anche in futuro avremo bisogno dell'appoggio degli Stati Uniti, ma l'Europa deve mostrare che può agire da sola. . Il problema più difficile resta l'Unione monetaria. Non è ancora sicuro se sarà avviata davvero il primo gennaio del '99; e nel caso lo sia, in quale forma e con quali aderenti. Ci sono ancora troppi ostacoli ad una adesione della Gran Bretagna fin dalla sua prima fase, tanto più che il nostro Paese si trova in uno stadio del ciclo economico diverso da quello del resto d'Europa. Nonostante ciò l'Unione monetaria ci riguarderà, che vi aderiamo o no. Se escludessimo categoricamente la nostra partecipazione, non avremmo nessuna influenza sul processo di integrazione. Per questo ci teniamo aperta una possibilità di adesione all'Unione monetaria: dovessimo decidere in questo senso, tuttavia, chiederemmo l'autorizzazione al popolo britannico, con un referendum. Tony Blair Copyright «Focus: e per l'Italia «La Stampa» cus» I npaj Il neopremier Tony Blair

Persone citate: Tony Blair