Salvi: un corteo elettorale

Salvi: un corteo elettorale Salvi: un corteo elettorale «In tempi non lontani la destra criticava chi scendeva in piazza» Cesare Salvi ROMA. Senatore Salvi, a lei che è il capogruppo della sinistra democratica al Senato che impressione fa vedere il Polo scendere in piazza? Una volta le manifestazioni contro i governi erano prerogativa della sinistra. «Io ho sempre pensato che in un sistema democratico vi sia libertà di manifestazione. Questa domanda, semmai, bisognerebbe rivolgerla a coloro che hanno organizzato l'iniziativa milanese, perché in genere le polemiche contro la piazza provenivano proprio dal centro destra». A Milano c'era molta gente: non è un dato su cui il centro sinistra dovrebbe riflettere? «Il Polo ha un 40 per cento di consensi nel nostro Paese, questa è una cosa nota, quindi mi sembra del tutto normale che vi fossero molte persone, tanto più se si pensa che a quella manifestazione hanno preso parte tutti i leader del centro destra. Ciò però non significa che poi un'iniziativa del genere sia produttiva a bvello politico. Io mi ricordo bene tutte le grandi manifestazioni che il pei organizzava contro i governi, e il risultato politico, cioè la caduta di quegli esecutivi, non veniva raggiunto». Secondo lei quella del Polo è stata una manifestazione strumentale in vista del voto di Milano e Torino? «Certamente è stata anche una manifestazione elettorale, però ho l'impressione che sugli elettori non produca grandi effetti il fatto che Berlusconi sia tornato ai toni del 94. Non penso che sortisca nessun risultato dire che questo è un governo comunista, perché non ci crede nessuno, o sostenere che la sinistra strumentalizza la giustizia proprio in un momento di polemica molto aspra tra il pds e i magistrati. C'è come un senso di impotenza in questo ritorno di Berlusconi a vecchi argomenti. Tra l'altro esiste un'enorme contraddizione tra quello che lui ha detto al comizio di Milano e i discorsi che fa in altre sedi, quando si mostra aperto ad un confronto con la maggioranza sulle riforme istituzionali o sulla revisione del Welfare State». 11 Polo accusa il governo di non fare niente per l'occupazione, ed effettivamente la situazione, a questo riguardo, appare ancora bloccata. Lei che ne pensa? «La disoccupazione è un problema che esiste, su questo non c'è dubbio. E noi siamo in ritardo sia per quel che riguarda le misure legislative sia per quanto concerne le politiche economiche e sociali in grado di dare risultati concreti. Ma bisogna anche dire che la disoccupazione rappresenta un problema drammatico, che viene avvertito in tutte le democrazie europee. Comunque la disoccupazione non si risolve con la demagogia e l'autore della famosa promessa sul milione di posti di lavoro questo dovrebbe saperlo. La disoccupazione è un problema che il centro sinistra dovrà affrontare con maggiore incisività, ma con la consapevolezza che in materia non esistono ricette magiche». Fini ha attaccato Scalfaro e lo ha anche invitato ad impedire al governo di mettere la fiducia sulla manovrimi. «Dal punto di vista istituzionale il discorso di Fini è senza senso. La fiducia è materia di competenza del presidente del Consiglio e non del Capo dello Stato. Gli attacchi a Scal- faro, del resto, sono un vecchio cavallo di battaglia del presidente di An. Ma non è vero che il Capo dello Stato è di parte: come ha dimostrato nelle ultime vicende europee Scalfaro difende gli interessi della nazione». Senatore Salvi, lei non teme che queste nuove tensioni tra Polo e maggioranza possano incidere negativamente sulla Bicamerale? «Il timore c'è, anche se bisogna dire che adesso i toni sono più accesi perché siamo in campagna elettorale. Ma sarebbe grave se il Parlamento, per la terza volta, non riuscisse a sciogliere il nodo delle riforme istituzionali. In questo caso io credo che le ripercussioni non sarebbero solo sulla Bicamerale o sul governo: non si salverebbe nessuno e io spero che il Polo abbia chiaro questo dato». Maria Teresa Meli Cesare Salvi

Persone citate: Berlusconi, Cesare Salvi, Fini, Maria Teresa Meli, Scalfaro

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino