« A Roma Fini contro Rutelli »

« A « A Roma Fini contro Rutelli » An propone. Lui: non ci penso proprio ROMA DALLA REDAZIONE Gianfranco Fini candidato a sindaco di Roma contro Francesco Rutelli? La poltrona di primo cittadino come trampolino di lancio per Palazzo Chigi? La proposta è del capogruppo di Ali al Senato, Giulio Maceratini, un nome che conta dentro An capitolina. Ma pare che il diretto interessato, ossia Fini, non abbia affatto intenzione di scendere in lizza. «Non ci penso proprio», ha confidato il presidente di Alleanza nazionale ai suoi più stretti collaboratori. Sono diversi i motivi che spingono Fini a non tentare per la seconda volta la singoiar tenzone con Rutelli. Innanzitutto la paura di un eventuale insuccesso, sempre possibile, benché An a Roma sia di gran lunga il partito di maggioranza. Ma anche l'ipotesi di una vittoria non sembra tentare il presidente di Alleanza nazio¬ nale. Infatti, come primo cittadino della capitale Fini non avrebbe certamente il tempo di occuparsi del suo partito. Non solo: la legge italiana non consente ai snidaci di ricoprire l'incarico di parlamentare, come accade invece in Francia. Questa è un'altra buona ragione per dire di «no» ad un'ipotesi del genere. E quali siano le intenzioni del presidente di An a questo riguardo lo si arguisce dalle dichiarazioni di uno dei suoi fedelissimi, Maurizio Gasparri. Dice il colonnello di Fini: «E' ovvio che Gianfranco è il candidato ideale del Polo, come Berlusconi lo sarebbe stato per Milano. Tuttavia i successi, in queste ultime elezioni, delle personalità vicine al centro destra ci fanno pensare che sia possibile immaginare candidature fuori della cerchia dei leader anche a Roma». La proposta lanciata ieri da Maceratmi non è però una «boutade». A Roma An ha un grosso problema da risolvere. Tocca al presidente di An, all'interno del Polo, la parola finale sulla scelta del candidato da contrapporre a Rutelli, perché è il suo il partito più consistente a Roma. Ma il nome è ancora al di là da venire, e questo «vuoto» di iniziativa favorisce le lotte intestine tra le diverse correnti di An, in vista dell'appuntamento elettorale di autunno. Le parole di Maceratini si possono quindi interpretare come uno «stop» alla guerra di potere che si è scatenata nel partito romano. Proporre Fini, come fa il capogruppo di An al Senato, significa rammentare a tutti che se il candidato a sindaco sarà di An non potrà essere altro che Fini. L'ipotesi avanzata da Maceratini suscita reazioni di diverso tenore, dentro la stessa An. Favorevoli Publio Fiori e Teodoro Buontempo, che dice: «Solo in questo caso rinuncerei a candidarmi». Molto più prudenti Adolfo Urso e Francesco Storace. Entusiasta, invece, il leader del Cdu Rocco Buttiglione: «Fini - sottolinea - conquisterebbe anche gli elettori moderati». Sul piede di guerra i verdi. Paissan osserva che la proposta di Maceratini è «l'ammissione da parte di An di non avere nessun nome presentabile», mentre Athos De Luca ricorda che Fini, consigliere comunale capitolino, si è fatto vedere in Campidoglio solo una volta in quattro anni. Gianfranco Fini

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