Milano, Fumagalli dice «no»

Albertini scende oggi in piazza alla manifestazione per «un fìsco equo» Milano, Fumagalli dice «no» «Non sono disponibile ali apparentamento» MILANO URO contro muro. Fino alla dichiarazione finale di Aldo Fumagalli, candidato dell'Ulivo al ballottaggio: «Non sono disponibile a un apparentamento con Rifondazione comunista, ci sono differenze sostanziali nei nostri programmi». Alle cinque del pomeriggio, nella sede del comitato elettorale del candidato dell'Ulivo, si chiude definitivamente ogni possibilità di avere un cartello di sinistra e centrosinistra uniti per la corsa alla poltrona di Marco Formentini. Intanto il candidato del Polo, Gabriele Albertini, si prepara a scendere in piazza oggi pomeriggio, insieme a Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Rocco Buttiglione nella manifestazione organizzata a Milano dal Polo per le libertà, «per avere tasse eque, che non uccidano lo sviluppo». Dall'altra parte, continua intanto la polemica. Bruno Casati, segretario provinciale di Rifondazione comunista, è più che deluso: «Siamo molto pessimisti che il centrosinistra a questo punto possa vincere a Milano. In Aldo Fumagalli permangono elementi di cocciutaggine e di carattere pregiudiziale nei nostri confronti». Anche Umberto Gay, candidato sindaco per Rifondazione premiato con il 9 per cento dei voti, scuote la testa su questo avvicinamento mancato: «Un candidato sindaco che si comporta così non dà alcun segno di affidabilità». Poi, spiega Gay: «Con Fumagalli e con la coalizione che lo sostiene saremo durissimi. Anche Valentino Castellani a Torino ha capito che l'unica strada-è l'apparentamento. A questo punto, potremmo dire che a Milano non sappiamo proprio per chi votare». In realtà, ci sono alcuni punti comuni tra il programma del candidato dell'Ulivo e quello del partito di Bertinotti. Elenca, il candidato sindaco del centro-sinistra: «Trasparenza, solidarietà e politiche giovanili sono valori comuni. Sono disposto ad arricchire il mio programma, su questi temi». Troppo poco, per Bruno Casati di Rifondazione: «Decideremo solo lunedì sera, cosa fare. A noi starebbe molto a cuore dare battaglia al "duro di Federmeccanica" Gabriele Albertini, candidato del Polo. Se non fosse che il "dolce dell'Ulivo" chiede consensi anche a chi, come la Lega, ha chiesto "un voto in più, per un albanese in meno"». «Io agli elettori della Lega parlo direttamente, e cerco di farlo occupandomi di cose concrete», spiega Gabriele Albertini, che ieri mattina da- vanti agli uffici del fisco ha annunciato che oggi sarà accanto ai leader nazionali del Polo per la manifestazione contro le tasse e contro Romano Prodi. «Perché Milano, in Italia, è come la Ferrari ma viene trattata come qualsiasi utilitaria», dice Albertini. E fa i conti: «Milano paga allo Stato il 10 ner cento delle tasse nazionali mentre è solo al 2% come numero di contribuenti. E a Milano torna solo il 2% dei contributi». Due i punti su cui intende muoversi il candidato del Polo. Promette, Albertini: «Ci vuole un riordino del catasto che permetta di colpire l'evasione. E ci vuole una riduzione dal 5 al 4 per mille dell'Ici». La proposta di Albertini sulla riduzione della tassa sulla casa di proprietà, provoca una durissima reazione di Aldo Fumagalli. Va all'attacco, il candidato dell'Ulivo: «Albertini ha dato prova di una demagogia propria del peggio della peggiore politica della prima Repubblica. Nel suo programma non c'è una parola sulla riduzione dell'Ici. La tira fuori oggi, perché siamo in campagna elettorale». Un altro attacco - inusuale ad Albertini, arriva da Alfredo Novarini, assessore provinciale allo Sport per Rifondazione. «Se non ritira quello che ha detto, sfido Albertini a duello, scelga lui l'arma, come prevede il codice cavalleresco. Potremmo affrontarci nella loggia dei Mercanti, uno dei luoghi pubblici più simbolici di Milano», tuona Novarini. Al centro della querelle, l'accusa di Albertini a Novarini, pronunciata mercoledì scorso nel corso della trasmissione «Porta a porta». Novarini - secondo il candidato sindaco del Polo - sarebbe stato «nominato assessore dopo aver inventato l'assessorato da parte del presidente della provincia Tamberi, in cambio di un surrettizio accordo con Rifondazione comunista». «Non è vero, non sono stato nominato assessore come premio, dopo essere stato trombato alle elezioni. Non ero nemmeno candidato», spiega Novarini. E chiude, con la sfida: «Fui nominato in base ad un accordo programmatico. Albertini deve smentire». lf. poi.] Albertini scende oggi in piazza alla manifestazione per «un fìsco equo» Il candidato dell'Ulivo: posso arricchire il mio programma con trasparenza, solidarietà e giovani. Re: troppo poco Aldo Fumagalli