La crociata anti-D'Alema di Fabio Martini

Bicamerale: strana alleanza Bertinotti-ccd IL PARTITO TRASVERSALE La crociata anti-IKAlema Bicamerale: strana alleanza Bertinotti-ccd Lm ROMA ™ ultimo gossip del Transatlantico sussurra del feeling scoppiato in una notte di mezza primavera nientepopodimeno che tra Fausto Bertinotti e Clemente Mastella. I pettegolezzi, si sa, spesso prorompono dalla fantasia, anche se in questo caso la storiella e «arricchita» di qualche dettaglio: l'incontro tra i due per studiare una strategia antiD'Alema si sarebbe svolto la sera di martedì 15 aprile, in casa di Fausto Bertinotti. Vero o falso? Clemente Mastella commenta così: «La notizia non è vera...». E sorride Mastella, sorride mentre smentisce la cenetta a base di spaghetti e Tatarellum, Difficile capire se abbia ragione Mastella o il suo sorriso. Ma anche se l'improbabile cena non si fosse mai svolta, la vera novità degli ultimi giorni è che il fronte dei partiti piccoli e medi sta preparando una guerriglia all'ultimo sangue pur di affondare il doppio turno sponsorizzato da Massimo D'Alema. «Prima di essere ammazzati, si spara!», minaccia un personaggio pacifico come Francesco D'Onofrio. Come dire: per molti partiti la riforma elettorale è questione di vita o di morte. C'è elettricità nell'aria: dopo tante chiacchiere, in Bicamerale fra pochi giorni inizieranno le votazioni decisive ed e rimasto poco tempo per ammassare le truppe, E allora ecco la novità: sulla legge elettorale - vero cuore della Grande Riforma - si stanno organizzando schieramenti trasversali, con pezzi di Polo e di Ulivo sparpagliati, un po' di qua e un po' di là. E visto che D'Alema ha fatto sapere che per lui l'optimum sarebbe un doppio turno con sbarramento, contro il presidente della Bicamerale si sta profilando uno schieramento straordinariamente composito, destinato ad unire personaggi agli antipodi: Bertinotti e Mastella, Manconi e D'Onofrio, De Mita e Cossutta, Boselli e Bossi. E in un'intervista al Tempo, Lamberto Dini dice di essere pronto ad «andare a cena con Bertinotti», se questo servisse a «varare le riforme». E così, sull'onda di questa alleanza, ecco andare in onda «sketch» inattesi. Come martedì scorso, quando in un angolo di Montecitorio si sono appartati Armando Cossutta e un anti-comunista come l'avvocato Carlo Giovanardi, presidente dei deputati del ccd. 1 due hanno parlottato come mai gli era capitato in vita loro e un'ora più tardi Giovanardi ha fatto diffondere una dichiarazione che suonava come appoggio indiretto alla più recente proposta di riforma avanzata da Cossutta. E anche tra i «cespugli» dell'Ulivo si preparano azioni di guerriglia. Per ora ci si muove alla luce del sole, come fa il leader verde Luigi Manconi, che dice: «Tre forze della maggioranza - verdi, Rifondazione e popolari - hanno posizioni assai simili sulla delicatissima e determinante questione della legge elettorale: queste forze si devono incontrare al più presto per concordare un comune progetto di riforma». In altre parole, i piccoli azionisti dell'Ulivo cercano di presentarsi con un pacchetto un po' più corposo alla trattativa con l'azionista di riferimento, quel Massimo D'Alema che invece punta ad un doppio turno destinato a ridimensionare i partiti satellite. Ma i nemici del doppio turno sono pronti a tutto: «Se pensano di varare questo tipo di riforma, la Bicamerale muore!», dice senza tante perifrasi un personaggio controverso come Clemente Mastella, ma al quale anche i nemici riconoscono un gran fiuto politico. Insiste Mastella: «Attenzione, non c'è spirito guascone nelle mie parole: lo dico con molta serenità: se insistono sul doppio turno, entra in discussione anche l'alleanza del Polo... Le ultime elezioni hanno confermato che in questo Paese esistono forze radicate che non si possono cancellare per decreto». E il paradosso delle ultime ore è che l'incertezza di D'Alema sul da farsi sta saldando i proporzionalisti e gli ultras del Polo. Dice il forzista Giorgio Rebuffa: «D'Ale¬ ma, incalzato da Rifondazione, dice che di riforma elettorale si parlerà "dopo": è preoccupante vederlo ricorrere a questi espedienti, visto che è stato lui a parlare di riforma elettorale nel suo primo discorso...». E Giuliano Urbani: «In questo Parlamento tutti i partiti, dico tutti, sono divisi e dunque dobbiamo sapere che se non c'è un solido patto tra i grandi partiti, qualsiasi riforma è destinata ad essere affondata in Parlamento». E riappare così il fantasma della legge-Rebuffa, affossata nel voto segreto da uno schieramento trasversale che non amava e continua a non amare il feeling tra D'Alema e Berlusconi. Fabio Martini Qui sopra: Clemente Mastella presidente del ccd Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Roma