La Stampa - Consultazione Archivio

IL DESERTO L'ITALIA IN ALBANIA IL DESERTO DEGLI SKIPETARI MISSIONI Onu, militari. Con la più strana delle dottrine militari, quella di non fare nulla che rientri in un compito propriamente tale, visto che si va unicamente a «portare aiuto umanitario» e a presidiare, là dove non è presidiabile, perché non c'è, la pace. Presidiare è ancora un concetto troppo duramente militare. Chi presidia interviene, e un intervento militare, in ogni tempo e luogo, sempre è stato manesco. Se la pace da presidiare è messa fortemente in pericolo, il soldato ONU ha un ordine preciso: lasciarla periclitare. Intorno si stupra, s'incendia, esplodono depositi di bombe: il bravo soldato ONU, in missione rigorosamente umanitaria, lascia i deboli friggere nella padella e i forti agitargli sotto il naso le teste mozze. Appena c'è un po' di tregua, il soldato ONU, in missione di pace, distribuisce ai doloranti gelati, olive in salamoia, preservativi. Poi gli spazzini, uscendo dai rifugi, porteranno via le teste mozze e le manine rimaste presso le paline divette. Il soldato ONU, in magnifico assetto di guerra, terrà d'occhio le scope. L'ideale, per una missione italiana. L'Italia si potrebbe ribattezzarla Pacilia. La dottrina militare dei suoi temibili rappresentanti non ha soltanto la pace come fine, cosa tutt'altro che sbagliata, ma come mezzo, come l'unico mezzo possibile. Il bilancio della Difesa sarà modesto, ma per un esercito e un intero sistema di difesa ai quali l'unico fuoco permesso è quello degli accendini, mi pare smisurato. La dottrina non arriva a negare che i cattivi esistano: nega che, verso i cattivi, i cattivi che adoperano le armi, si debba usare quella che si dice «la maniera forte». Questa dottrina, più gandhiana che militare, senza essere scritta nei manuali è applicata tuttavia con puntigliosità, mai una smagliatura, Guido Ceronetti continua a PAG. 8 sesta colonna «VITTORIO VENETO» Si è dimesso il comandante SERVIZIO A PAGINA 10