Bomba, un nuovo messaggio di P. Col.
Bomba, un nuovo messaggio Bomba, un nuovo messaggio Milano: è stato recapitato a Radio popolare MILANO. Tra smentite che non convincono e nervosismi mal celati, l'inchiesta milanese sull'attentato a Palazzo Marino, trova nuove conferme sulla pista di Azione Rivoluzionaria, la sigla terroristica anarchica che ha rivendicato la bomba del 25 aprile. Mentre a fine mattinata il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio sillabava che la notizia sull'identificazione della «postula» che ha recapitato il primo messaggio a Radio Popolare, «così com'è è falsa», quasi contemporaneamente un nuovo messaggio veniva recapitato per posta a Radio Popolare, l'emittente milanese della sinistra che sembra essere diventata la cassetta delle lettere preferita dal misterioso gruppuscolo. Il testo, già consegnato alla Digos, è intitolato «Comunicato bis - nessun capo, nessun padrone». E' arrivato verso mezzogiorno in ima busta scritta a mano in stampatello e timbrata dall'ufficio postale di Milano, data semi-illeggibile. «Cari compagni di radio Popolare - si legge nel comunicato, scritto probabilmente al computer - vi abbiamo già inviato un messaggio (involucro) di rivendicazione e voi - più che tra¬ smetterlo - lo avete consegnato ai servitori dello stato (Digos). Perché questo atteggiamento censorio? Noi siamo anarchici, illegalisti, rivoluzionari, antiautoritari, non solo antifascisti come voi. Noi siamo nemici irriducibili di ogni stato e del capitalismo in tutte le versioni, da sempre. 25 aprile, quale liberazione?». E dopo una serie di considerazioni sulla democrazia, l'oppressione, il capitalismo, eccetera, si scrive: «Perché meravigliarsi, allora, di questo nostro attacco?». Quindi si conclude con un riferimento alle elezioni: «Contro la truffa elettora¬ le, il proletariato non ha che una strada, la rivolta permanente. Anarchia subito. Azione rivoluzionaria anarchica». Sull'autenticità del messaggio, in procura sembrano non avere dubiti. Così come si conferma che tra le ipotesi non è stata esclusa quella del collegamento tra gli autori dell'attentato e gli esponenti di «Organizzazione rivoluzionaria anarchica», di cui 11 persone sono state arrestate l'ottobre scorso su ordine dei magistrati romani. In particolare, a mettere in relazione i due gruppi, sarebbero le modalità di due precedenti attentati; lo scorso febbraio a Roma, con un ordigno piazzato alla finestra di una caserma dell'aeronautica, nel quartiere dell'Eur, e la scorea primavera, con un'altra bomba rudimentale fatta trovare davanti alla caserma Fredieri di Firenze. In entrambi i casi le rivendicazioni arrivarono a radio Popolare. Ma si tratta di ipotesi. Non va dimenticato che «Azione rivoluzionaria» è un gruppo che sarebbe stato infiltralo, già negli Anni 80 da elementi dei servizi segreti Emico Pagherà, mi informatore ed ex militante di «A.R.», finito in car- cere, raccontò qualche anno fa a Panorama che fu un capitano dei servizi a spingere il gruppo a scrivere il falso comunicato sulla presenza del cadavere di Aldo Moro nel lago della Duchessa. Lo scenario è più losco di quanto si possa immaginare. K i magistrati non nascondono preoccupazione per la «fuga di notizie» proveniente da Roma, e non escludono di aprire un'indagine per scoprire chi fornì la notizia dell'individuazione della «postilla» all'Ansa. Pur continuando a negare di avere scoperto di chi si tratti. [p. col.]
Persone citate: Aldo Moro, Gerardo D'ambrosio
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