Bicamerale, è l'ora del muro contro muro

Bicamerale, è l'ora del muro contro muro Finita l'Istruttoria, inizia la fase cruciale dei lavori. Ma il clima politico è molto teso Bicamerale, è l'ora del muro contro muro Fini durissimo: «CaroD'Alema, le larghe intese sono tramontate» ROMA. E' finita la fase istruttoria della Bicamerale. E, a sessanta giorni dalla presentazione delle sue proposte in Parlamento, i lavori entrano in una fase cruciale. Cruciale non solo dal punto di vista tecnico. Per quel che riguarda la giustizia, Marco Boato sta lavorando alla sua quarta bozza, elaborata in base alla discussione di cui la terza è stata oggetto: verrà consegnata martedì prossimo a Massimo D'Alema. E lo stesso farà Cesare Salvi, per quel che riguarda le riforme istituzionali. Giovedì, in assemblea plenaria, D'Alema presenterà a sua volta la propria relazione. Ma il momento è cruciale perché, proprio in una fase così delicata, si è giunti al muro contro muro. Si rischia di non trovare un accordo, e il problema naturalmente è politico. «Se la Bicamerale fallisce, falliamo tutti» aveva detto D'Alema nei giorni scorsi, invitando U Polo alla ra¬ gionevolezza. Casini e Buttigliene l'hanno preso come un inaccettabile ultimatum. Fini è stato anche più duro: «Le larghe intese sono tramontate. Non accetteremo altro che una forma di governo che preveda l'elezione diretta del premier o del Capo dello Stato». E a poco sono valse le dichiarazioni del pidiessino Folena che rilevava come la posizione di An, in tema di giustizia, fosse più «costruttiva» che non quella di Forza Italia. Con gli alleati non va meglio. La proposta di Cossutta, sistema elettorale a due turni, con indicazione del premier e sbarramento al 5 per cento, ha provocato ieri la reazione di Luigi Manconi. Uniamoci con popolari e Rifondazione, ha detto il portavoce dei Verdi, e concordiamo un comune progetto di riforma. Sulla giustizia, il clima politico non è migliore: su proposta della Rete, ieri c'è stata una riunione della maggioranza, ricon¬ vocata poi per il 13 maggio, dalla quale è nato un coordinamento del centrosinistra sulla giustizia, Rifondazione compresa: il punto è che la terza bozza Boato non va bene. E mentre il relatore lavora alla quarta stesura del documento, è già chiaro dove si andrà a parare. Sia Pietro Folena, responsabile giustizia del pds, sia Tiziana Parenti di Forza Italia, lasciando la riunione di ieri sera hanno dichiarato che le posizioni sono molto distanti, anzi inconciliabili. E così, è opinione di entrambi che dopo la discussione plenaria ci si vedrà in Parlamento. «Ma la discussione di questo mese e mezzo è stata molto utile» dice, conciliante, Parenti. Ieri, finalmente, il senatore Pellegrino è riuscito a presentare ai colleghi del Comitato garanzie la proposta sulla quale, «con fatica», ha trovato l'accordo della maggioranza e della magistratura: due Csm, uno ordinario, uno amministrativo, e una sezione a parte per la disciplina dei giudici, con maggioranza di togati sul totale di nove membri. Ma la geometria con la quale si è arrivati a questa formulazione è talmente complessa da rivelare che si tratta di uno strenuo tentativo di mediazione. Quando Pellegrino ha fatto questa proposta, racconta Parenti, in Bicamerale si sono visti i musi lunghi. Sulle riforme istituzionali non va meglio. I comitati interessati si sono riuniti meno frequentemente, e molto di più hanno pesato invece i rapporti politici, appesantiti dal clima elettorale. Cesare Salvi ha fatto sapere che presenterà, come previsto, martedì la sua relazione, ma che essa non toccherà il nodo della riforma elettorale. Ed è, comunque, la bozza Salvi numero uno: Boato, per la giustizia, ne avrà scritte alla fine 4 o 5. Salvi ha fatto sapere anche che la sua relazione si limiterà a recepire i due principali modelli sul piatto delle trattative, il semipresidenzialismo e il premierato. Sulle relazioni che martedì verranno consegnate a D'Alema si dovrebbero poi esprimere i cosiddetti «voti di orientamento», annunciati al momento dell'insediamento della Bicamerale. Giovedì prossimo toccherà a D'Alema tenere la sua relazione. E sarà l'ultima possibilità di superare il muro contro muro di questi giorni. [r. r.] Massimo D'Alema

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