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Ci DONAZIONE 9 MAGGIO 1946 Arriva il re eli maggio Il referendum è ormai alle porte e nel tentativo di intluenzare il voto a favore delia monarchia Vittorio Emanuele III decide di abdicare. Già Luogotenente generale del Regno, Umberto II sfrutta la propria immagine di moderato (non era stato filofascista né filotedesco) e di «gentleman» per recuperare il prestigio perduto dei Savoia. E' una disperata lotta contro il tempo. Mancano meno di quattro settimane all'appuntamento con le urne e con la storia. MAGGIO 1946 A caccia di consensi Comincia quello che i partiti di sinistra battezzano sprezzantemente il «giro elettorale» di Umberto II. Parte dalla Sardegna, terra storica della dinastia, dove l'accoglienza e entusiastica. Anche a Napoli la curiosità e l'affetto per il nuovo re sono forti, ma man mano che il «tour» si spinge verso Nord, fino a toccare Milano e Torino, la situazione cambia: le folle si diradano e gli applausi lasciano sempre più spesso il posto ai fischi e agli urli. Il re gentiluomo non fa presa. 24 MAGGIO 1946 Festa al Quirinale E' l'anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia nella Prima guerra mondiale e il re torna a Roma per i festeggiamenti. Il governo teme disordini (da giorni circolano voci su un possibile colpo di Stato in caso di vittoria repubblicana), ma la tensione è più immaginaria che reale. Nel pomeriggio si aprono i cancelli dei giardini del Quirinale e la gente si intrattiene con la famiglia reale. Anche Maria José fa la sua parte per diffondere l'idea di un inesistente quadro idilliaco. MAGGIO 1946 L'amico del popolo «Come ho già più volte dichiarato, io accetterò il responso del popolo. Ma, serbando la Corona, non vorrei che il numero degli insoddisfatti fosse tale da farmi sentire una profonda amarezza...». A Genova parte il proclama con cui Umberto si impegna a indire un secondo referendum in caso di vittoria della monarchia di stretta misura. E' un colpo da maestro, che gli vale molte simpatie.