«Abbiamo imparato dal pci» Forza Italia: siamo diventati partito

«Abbiamo imparato dal pei» Cosa c'è dietro il successo azzurro e del recordman nelle preferenze «Abbiamo imparato dal pei» Forza Italia: siamo diventati partito Da signor Nessun a consigliere anziano. Ma come ha fatto Gabriele Moretti, anni 26, consulente informatico e fresco recordman di questa campagna elettorale, a tirar su 6 mila preferenze personali? A vederlo, nell'elegante completo blu da agente pubblicitario, scarpe lucide e cravatta larga, viene da pensare che abbia svolto un lavoro da bravo rappresentante di commercio, battendo la città con un infaticabile porta a porta, stile Publitalia, o Mondadori. «Sbagliato», ridacchia lui. «Quell'idea di partito è un luogo comune, non coincide con la realtà» giura Maria Teresa Armosino, coordinatrice cittadina di Forza Italia. Che aggiunge: «Forse era così 4 anni fa. Oggi, no^Siàmo cambiati. Siamo un partito vero». D'accordo, ma allora come ha fatto Moretti a vincere la corsa per la Sala Rossa? Per cominciare, racconta, s'è creato un piccolo staff. Due ragazzi come lui: Ruggero Vezzaro responsabile dell'organizzazione e Stefano Coscia all'ufficio stampa. Poi, insieme, hanno messo a punto una strategia che sta a metà tra la comunicazione di massa e la politica. Da un lato, hanno inondato Torino di volantini, manifesti, spot televisivi. Hanno persino stampato 20 mila copie di un fac-simile di scheda con la crocetta e il nome ai posti giusti. Dall'altra, hanno cercato il contatto diretto con gli elettori. Per strada. Ai mercati. Nei condomini. Per discutere con loro di amministrazione. Per convincerli. «Altro che Publitalia. Abbiamo imparato dal pds, anzi dal vecchio pei» taglia corto un altro candidato di Forza Italia, Francesco Ventura. La vecchia tecnica, insomma. E forse è significativo che un'altra Signora Nessuna come la candidata Susanna Fucini in lemma abbia preso 1528 voti senza neanche un passaggio in tivù. Adesso, racconta: «Mi sono rivolta agli amici, e agli amici degli amici. Poi mi sono concentrata sui parchi. Li ho fatti tutti. Ore e ore a parlare con la gente, a spiegare le nostre proposte, la nostra voglia di fare e di cambiare». E la gente? «Il massimo - interviene Gabriele Moretti - è quando ti invitavano a casa. Ecco, lì scattava una rete formidabile. Fatta di parenti, di vicini di pianerottolo, di conoscenti». Di voti. Alessandro Cherio, sesto classificato, ne ha avuti 1306. Tutti grazie alla scuola comunista? «Calma. Diciamo che abbiamo studiato i nostri avversari, le loro tecniche, i loro modelli organizzativi. Nella politica torinese, siamo quello che i giapponesi sono stati a cavallo tra gli Anni 60 e 70 nel motociclismo. Ricorda? I loro primi modelli erano una copia delle nostre Guzzi e Ducati. Poi, ci hanno superati e sono diventati i leader del mercato». Nella sede di Forza Italia, in vicolo San Lorenzo, a due passi dal Duomo, l'entusiasmo è alle stelle. E' già ora di pranzo, ma la riunione organizzativa con i candidati, in vista del ballottaggio di domenica 11 maggio, continua. Al tavolo ci sono il coordinatore regionale Roberto Rosso e il consigliere regionale Deodato Scanderebeck. Davanti a loro, molte facce fino a ieri sconosciute e qualche vecchia volpe come l'ex repubblicano Beppe Lodi e l'ex socialista Daniele Cantore. Anche il loro risultato personale è lusinghiero, ma i protagonisti oggi sono altri, sono i gregari. «Quando s'è trattato di formare le liste - dice ancora Maria Teresa Armosino - ci siamo posti il problema di quale ordine seguire nelle candidature. Abbiamo scelto l'ordine alfabetico. Ci è sembrato un ottimo criterio, la soluzione che ha messo tutti nella condizione di dover dare il massimo. Alla fine, è proprio il caso di dirlo, hanno vinto i migliori». E i più ricchi, sbottano subito quelli che per entrare in Sala Rossa devono ora sperare nel successo di Costa al ballottaggio e nella successiva nomina ad assessore dei primi classificati. Guglielmo Della Porta, vice direttore di divisione (lui sì) di Publitalia, è fra questi. Deluso? Macché: «Ci sono candidati che hanno stanziato 20, 30, persino 50 milioni. Io per la campagna elettorale ho speso appena 780 mila lire: il budget più basso di tutti. E ho avuto 452 voti, senza contare una novantina di schede annullate. La verità è che nel rapporto tra spesa e consensi sono quello che all'interno di Forza Italia ha realizzato la migliore performance)). Guglielmo Della Porta probabilmente non ce la farà ad avere un posto nel Consiglio comunale dei prossimi 4 anni. Sulla sua strada ci sono troppi «se», troppi «ma», e Costa che non si capisce ancora bene che squadra intende formare. Ma il Cavaliere, ne siamo certi, in queste ore è contento anche di lui. Gianni Armand-Pilon Gabriele Moretti, il più votato

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