Mastroianni, ritratto d'un curioso di Fulvia Caprara
Mastroianni, ritratto d'un curioso Il documentario «Mi ricordo, sì io mi ricordo» girato dalla Tato andrà al Festival di Cannes, e poi a Venezia Mastroianni, ritratto d'un curioso Si racconta con la sua grazia speciale ROMA.. Montagne aspre e mare ventoso, Cecov e Kafka, Cinecittà e i divi hollywoodiani, Fellini e De Sica, Visconti e Proust. E poi ancora la confusione fantasiosa dei set, l'allegria dell'ultimo compleanno, la quiete delle passeggiate tra gli alberi, l'eleganza, l'ironia, la tenerezza. Libero di seguire il filo della memoria, scavalcando cronologie e filmografie, Marcello Mastroianni si racconta con la sua grazia speciale, regalando al pubblico che lo ha amato non solo un film autobiografico, ma piuttosto una testimonianza di vita, il testamento di un uomo semplice che, davanti alle onde dell'Oceano, sinceramente dichiara: «A me piace la gente - io amo la vita. E forse per questo sono stato riamato dalla vita: infatti mi considero un uomo fortunato. Con gli alti e i bassi che hanno tutti - ma fortunato». Autrice di ritratti di famosi uomini di spettacolo, da Louis Malie a James Ivory, da Woody Alien a Vittorio Gassman, Anna Maria Tato ha girato «Mi ricordo, sì io mi ricordo» sul set portoghese di un altro film, «Viaggio all'inizio del mondo» di Manoel de Oliveira. Mastroianni si è fatto riprendere tra una pausa e l'altra della lavorazione, apparendo, nonostante il peso della malattia e del doppio impegno di lavoro, sempre sorridente, disponibile, vestito con raffinatezza. Nelle sette ore di materiale filmato (oltre alla versione di un'ora e mezzo pronta per il Festival di Cannes, ce ne sarà una di quattro ore, già prenotata per la Mostra di Venezia) il protagonista della «Dolce vita» affronta in totale autonomia gli argomenti più vari: dall'ode al fumo che fa tanto male ma perché rinunciarvi al monologo del dottor Astrov nel primo atto dello «Zio Vanja» di Cechov; dalle differenze tra cinema e teatro alla scelta di recitare sem- pre in giro per il mondo; dalla passione per la montagna legata ai ricordi adolescenziali all'affetto per il fratello Ruggero e per il padre e la madre, protagonisti di impagabili duetti nel buio delle sale cinematografiche che frequentavano assiduamente, per vedere il loro figlio al lavoro, nonostante fossero diventati con gli anni l'uno cieco e l'altra sorda. Ci sono anche pezzi di film, nel documento della Tato, ma sono pochi, per via di una scelta precisa: «Mastroianni mi aveva raccomandato di non inserire troppi estratti di altre pellicole - spiega la regista -, gli sembrava giusto che ci fossero solo sequenze utili per illustrare il suo lavoro, c'è stato anche chi mi ha consigliato di non usare affatto il materiale di repertorio». Ma non poter vedere Mastroianni all'opera sarebbe stato per il pubblico frustrante e così la Tato ha scelto qualche scena: da «Scipione l'Africano», unico film recitato da Marcello e Ruggero Mastroianni insieme; da «Ciao maschio» di Ferreri perché a quel ruolo l'attore scomparso era molto legato; da «8 e 1/2» perché lo considerava un capolavoro, a prescindere dalla sua presenza sullo schermo. C'è anche il provino per «Il viaggio di Mastorna» da «Block-notes di un regista»: un provino che lo stesso Fellini descrive «carico di tensione» con Marcello che «sentiva il mio disagio, era disorientato dalla mia incertezza». Ugualmente imbarazzante fu il primo approccio di Mastroianni con il personaggio della «Dolce vita»: al posto del copione, l'attore si ritrovò tra le mani una cartellina con il disegno, opera di Fellini, di un uomo che nuotava attorniato da un girotondo di sirene «con un sesso lungo fino al fondo del mare». «Sono naturalmente contenta di andare a Cannes - dice la Tato -, ma c'è una cosa che mi dispiace: avrei preferito che il mio film venisse presentato prima di quello di de Oliveira. Il motivo è semplice: in "Viaggio all'inizio del mondo" Mastroianni ha il ruolo di un uomo anziano e stanco, in "Mi ricordo, sì io mi ricordo" è invece un uomo vivace, elegante, intelligentissimo». Ma del film della Tato Mastroianni ha amato soprattutto una scena, quella nuziale, in cui appare di profilo: solo un'ombra disegnata su un lenzuolo bianco. E' in quei minuti che l'attore pronuncia il suo personalissimo testamento di ricordi: un elencò variopinto dove trovano spazio le due figlie, Chiara e Barbara, ma anche i fumetti di Flash Gordon e i supplì di riso. E che si chiude con un desiderio, tutto affacciato sul futuro, «di vedere cosa farà questo mondo, cosa accadrà nel 2000... sì, perché - mi ricordo - sono sempre stato curioso, così curioso!». Fulvia Caprara Il testamento di un uomo semplice girato nelle pause di lavorazione dell'ultimo film «Mi ritengo fortunato e mi piace la vita» Qui accanto la regista Anna Maria Tato, a destra Marcello Mastroianni
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