Oltre il giardino, la civiltà di Paolo Pejrone

Oltre il giardino, la civiltà Tra vivai e ricerche scientifiche: l'Italia riscopre i segreti di un linguaggio universale Oltre il giardino, la civiltà I IIETRO il Grande, Zar di tantissime 11 Russie, consigliava ai suoi ingegneri 1^ ed ai suoi architetti, come ornamento I dei propri giardini di Peterhof, di laI ~ I sciare sulla panchina dei libri in modo di offrire anche delle letture a chi nel giardino trascorreva 0 tempo passeggiando. La Russia a grandi sobbalzi stava diventando europea; campo di sperimentazioni, dalle flotte alle agricolture, dalle amministrazioni agli eserciti, dalle strade alle architetture. Sicuramente i giardini erano tra i messaggi comunicativi più facili da adoperare, essendo contenitori amplissimi di suggestioni e proposte; infatti non sono composti solo di alberi e di arbusti ma di spazi, di architetture, di viste, di rumori, di profumi, di odori, di temperature... E quindi le acque, le strade, le panche, le siepi, i viali, insieme agli alberi ed agli arbusti, sono solo alcuni degli elementi di quella somma amplissima che con la fantasia ed il sentimento possono provocare grandi armonie e attraenti consonanze di qualità. La Mostra Mercato di Masino vuole essere un aiuto e una proposta per chi si voglia cimentare in questi complessi e vivi quadri. Le vie per il bello (e per il brutto) sono infinite, proprio come quelle che portano a Roma: l'armonia sta neU'equilibrio degli intenti. Non c'è niente di più deprimente della povertà: di quella povertà di idee e di proposte che soltanto il disinteresse e la mancanza di passione circoscrive e limita. Dopo tantissimi anni di Medioevo profondo i giardini in Italia vengono toccati da una ventata di rinnovamenti, di sollecitazioni, di brividi, impensabili sino a 30 anni fa: i raffinatissimi mercati inglese ed olandese, antesignani storici del giardino europeo, si sono aperti al timido ed energico bussare di innumerevoli richieste. Il fiorire di nuovi vivai, l'approfondirsi di ricerche botaniche, fisiche e chimiche a vantaggio del giardino, stanno dando quel meritevole impulso tanto necessario per abbattere l'ignoranza e quindi l'uniformità che avevano avvolto la stragrande maggioranza dei giardini d'occidente. Il giardino privato diventa il campo sperimentale di quello pubblico. La capacità di assorbire le idee è molto più vivace se spinta da un sincero ed appassionato interesse. La Cina e il Giappone con le loro antichis¬ sime civiltà giardmiere si msinuano in modo prorompente, ogni giorno di più, nel grande mercato delle idee e delle cose: quale giardino sarebbe pensabile in occidente senza le ortensie, le camelie, i glicini e i bambù? Quale piccola vasca senza i pesci rossi? Quale terrazzo sarebbe pensabile senza i pittospori o i gerani? L'Africa e l'Asia sono parte ormai integrante dei nostri giardini come l'America e l'Oceania. Evidentemente i linguaggi, nelle loro grandi differenziazioni galoppano su dei mimmi denominatori e i giardini (quelli privati in particolare) li seguono, brillando timidi nelle loro armonie ed unendo i tanti linguaggi delle loro sfaccettate diversità. Paolo Pejrone Una delle premiazioni, negli anni scorsi, della «Tre giorni per il giardino», mostra e mercato di piante insolite e speciali

Persone citate: Masino

Luoghi citati: Africa, America, Asia, Cina, Giappone, Italia, Oceania, Roma, Russia