Giribaldi esce allo scoperto di Francesco Manacorda

Giribaldi esce allo scoperto Il finanziere, secondo azionista delle società, attacca De Benedetti Giribaldi esce allo scoperto Vota contro i bilanci Cir e Cofide TORINO. Luigi Giribaldi va all'attacco dell'Ingegnere. L'ex proprietario della Traco che dal suo «buen retiro» di Montecarlo ha comprato a piene mani titoli Cir e Cofide fino a diventare secondo azionista di entrambe le società (rispettivamente con il 15,27 e il 20,05%), esce per la prima volta allo scoperto e si pone in aperto contrasto con Carlo De Benedetti, votando contro l'approvazione dei bilanci '96 e attaccando una gestione con «più ombre che luci». Una mossa che non chiarisce il comportamento del finanziere con residenza monegasca, ma anzi riapre molti interrogativi. Gli acquisti a più riprese di Giribaldi erano stati letti da qualcuno come una manovra che non avrebbe potuto aver successo senza lo stesso «placet» dell'Ingegnere - peraltro sempre smentito dai suoi portavoce - e di fatto il rastrellamento dei titoli ha permesso di sostenere la loro quotazione negli ultimi mesi. Ora la posizione di Giribaldi lascia intravedere scenari diversi, ma certo non più chiari. Ieri all'assemblea della Cir e a quella immediatamente successiva di Cofide, non c'è stato un confronto diretto tra Giribaldi e De Benedetti, ma le scintille si sono viste in quantità. Assente l'Ingegnere per i postumi di un piccolo intervento alla gola, all'appuntamento manca anche Giribaldi, che si fa rappresentare da un suo fiduciario. E tocca proprio a lui, Ezio Gallo, sparare una raffica di domande, identiche in entrambe le assemblee, al consiglio; domande che in qualche caso l'amministratore delegato delle due società, Rodolfo De Benedetti, definisce «offensive e inutilmente insinuanti». Giribaldi chiede di sapere attraverso il suo fiduciario se Cir e Cofide abbiano mai costituito «fondi neri», se le società e le loro controllate abbiano avuto rapporti con il finanziere Florio Fiorini e la sua Sasea, se lo stesso Fiorini sia stato prestanome di qualche società del gruppo, se Carlo De Benedetti abbia sempre distinto le sue operazioni finanziarie da quelle delle società di cui è presidente, se e a che titolo l'Ingegnere abbia trattato la cessione della Olivetti Pc ad Edward Gottesmann. Rodolfo De Benedetti e gli altri membri del consiglio rispondono con sicurezza, negando qualsiasi irregolarità e affermando che gli unici rapporti avuti con la Sasea riguardano alcune operazioni commerciali tra l'86 e l'89. Ma l'attacco di Giribaldi non è ancora finito. All'assemblea Cir il suo rappresentante distribuisce ai cronisti un breve testo del finanziere: «Valutiamo positivamente la società per il suo futuro - afferma la nota - però siamo giustamente interessati a controllare come il gruppo è stato gestito negli ultimi anni dove a nostro parere appaiono più ombre che luci. Credia¬ mo che la chiarezza nelle comunicazioni sia nell'interesse della società e di tutti i suoi azionisti, tra i quali modestamente abbiamo una certa rilevanza che merita rispetto». Un atteggiamento, quello di Giribaldi, che Rodolfo De Benedetti afferma di «non capire». Il figlio dell'Ingegnere rivela che nelle scorse settimane ha incontrato il finanziere che ora lo attacca: «Giribaldi è venuto nel mio ufficio, ma non mi ha fatto nessuna delle domande che sono state fatte oggi e alle quali avrei potuto rispondere senza difficoltà. Il fatto di farle oggi in assemblea, con attitudine un po' polemica e non particolarmente amichevole, non lo capisco». E De Benedetti insiste sul fatto che Giribaldi «ha deciso questo investimento di sua iniziativa, non gli è stato richiesto nulla». Né, afferma ancora, Giribaldi ha chiesto qualcosa a lui: «Non ci sono state fatte proposte alle quali abbiamo detto di no, né ci è stato chiesto di entrare in consiglio di amministrazione». Ma in Cir c'è anche chi sostiene che Giribaldi avrebbe offerto a De Benedetti il riacquisto del pacchetto Cofide e che il suo intervento assembleare sia legato proprio al rifiuto di ricomprare i titoli. Battaglie azionarie a parte, le assemblee hanno approvato i bilanci '96 di Cir e Cofide. Per Cir il risultato consolidato netto è di 320 miliardi, mentre la capogruppo perde .18,5 miliardi. Nel primo trimestre '96 il fatturato consolidato è salito del 3,8% a 823 miliardi. Cofide ha un utile netto consolidato di 17,6 niiliardi, mentre a livello civilistico perde 8,4 miliardi. Francesco Manacorda Luigi Giribaldi Il finanziere torinese con residenza monegasca ha rastrellato il 15,27% della Cir e il 20,05% di Cofide

Luoghi citati: Cofide, Montecarlo, Torino