Su Fìnmeccanica è battaglia I partiti volevano bloccare l'assemblea

Su Fìnmeccanica è battaglia Oggi Fabiani si dimette, ma il successore non c'è ancora. Maxifìnanziamento da 27 banche Su Fìnmeccanica è battaglia /partiti volevano bloccare l'assemblea ROMA. Questa assemblea non s'ha da fare... Ma si farà: alle 11 si riuniranno gli azionisti della Fìnmeccanica e il padre padrone Fabiano Fabiani si dimetterà da presidente. Ma quanti tormenti, quante lacerazioni: la Commissione attività produttive della Camera ha approvato una risoluzione, accolta dal governo, che garantisce che non verranno assunte «decisioni su strategie industriali e sul management». Solo grazie a questa formula il sottosegretario al Tesoro, Filippo Cavazzuti, ha evitato il voto su un documento più drastico teso a far rinviare l'assemblea di oggi. Ma resta il fatto clamoroso: mai era successo che un'intera commissione parlamentare, con a braccetto maggioranza e opposizione, tentasse di bloccare lo svolgimento di un'assemblea di una società controllata dallo Stato. Ieri è accaduto: la commissione attività produttive della Camera si è riunita d'urgenza alle 20,30 per sollecitare il rinvio dell'assemblea al 19 maggio, in seconda convocazione. La richiesta era contenuta nella risoluzione (poi modificata) firmata da tutti i gruppi che invitano a «esaminare attentamente» le decisioni per la Finmeccanica che opera in «settori strategici». Ma per il governo il rinvio non era proponibile: «A governo non accetta di rinviare l'assemblea della Finmeccanica essendo una società quotata e non essendo all'ordine del giorno il problema del rinvio degli organi societari», spiega Cavazzuti. In effetti l'assemblea, indetta per approvare il bilancio chiuso con 540 miliardi di perdite, non può nominare alcun nuovo consigliere non essendo in programma questo adempimento. In seguito alle dimissioni di Fabiani, sarà il consiglio di amministrazione a cooptare un nuovo membro, cioè a decidere l'ingresso di un altro componente; solo in un secondo tempo l'assemblea ratificherà la scelta. Ma oggi il consiglio non procederà alla cooptazione, né eleggerà un nuovo presidente. Il nome deve essere indicato solo da Michele Tedeschi, il president" dell'Ili (azionista di maggioranza). In base alla prassi, il consiglio dell'Ili (che fra l'altro si riunirà oggi alle 18) sarà informato della designazione. Fino alla nomina del successore, le funzioni di presidente saranno svolte dal vice, Giorgio Oldoini, già al vertice della società dal 1992 al '95. Mentre si pensa al dopo-Fabiani c'è però molta tensione. A capitanare la rivolta parlamentare sul caso Finmeccanica sono stati da un lato Forza Italia e An e dall'altro Nerio Nesi, presidente della commissione attività produttive e re- sponsbaile economico di Rifondazione. Nesi contesta la «brusca accelerazione del processo di privatizzazione» e teme la «svendita di un'altra parte del patrimonio industriale». Gaetano Rasi per Alleanza nazionale protesta per l'improvviso «capovolgimento di indirizzo» deciso dall'Ili. Il forzista Alessandro Rubino e Nesi chiedono il manteni¬ mento dell'unitarietà della Finmeccanica sollecitato dal Parlamento nel 1995. La modifica della risoluzione ha evitato un braccio di ferro con il governo ma ha scontentato l'opposizione, desiderosa di far saltare l'assemblea. Solo in un secondo tempo si dovrà concretizzare la riorganizzazione decisa dall'Iri che prevede la costituzione di società autonome nella Finmeccanica. Il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani, assicura che il governo non pensa a «spezzatini o vendite all'incanto». Però invita a rendersi conto che «privatizzare una conglomerata con missioni tanto diversificate non è agevole». Intanto ieri l'amministratore delegato Bruno Steve ha firmato un accordo con 27 banche per un finanziamento da 3 mila miliardi. Così allunga i termini dell'indebitamento, riducendo gli oneri finanziari. L'operazione, organizzata da Vitale Borghesi & C, è diretta dalla Comit, dal Banco Napoli, dalla Banca di Roma, dalla Bnl, da San Paolo, Cofiri e Credit. [r. ipp.l a ea Mario Draghi direttore generale del Tesoro o Mario Draghi direttore generale del Tesoro

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