«L'aspettativa vale scatti d'anzianità» di R. Cri.

«L'aspettativa vale scatti d'anzianità» Sentenza della Corte di Cassazione «L'aspettativa vale scatti d'anzianità» ROMA. L'anzianità di servizio di un lavoratore dipendente non è legata alla quantità delle sue prestazioni, ma alla durata del rapporto lavorativo. Così non può essere penalizzato il lavoratore che, sindacalista, si è preso un periodo di aspettativa non retribuita per impegnarsi in compiti che hanno rilevanza sociale: infatti, matura lo stesso gli scatti di anzianità ed ha quindi diritto al premio a questi connesso. Il principio è della sezione lavoro della Cassazione che ha rigettato il ricorso dell'alloro Alfa Lancia Spa, dopo che pretore e tribunale di Milano avevano accolto le ragioni di due lavoratori, in aspettativa sindacale per due anni e sette mesi, che rivendicavano il diritto al premio aziendale maturato con l'anzianità di servizio, che non era stato loro riconosciuto dall'azienda. Per l'Alfa, tale riconoscimento, avendo «natura retributiva» non poteva essere corrisposto in mancanza della relativa «prestazione lavorativa» effettiva. Condivide il principio della Cassazione Maretta Scoca, deputato del Ccd e presidente dell'Istituto di studi sulla tutela sociale e giuridica della persona, che dice: «La Cassazione ha aperto una nuova strada a favore della partecipazione dei lavoratori ad attività utili alla collettività». [r. cri.]

Persone citate: Maretta Scoca

Luoghi citati: Milano, Roma