Sindaci, ora tutti cantano vittoria E Cossutta propone una nuova legge elettorale

Sindaci, ora tutti cantano vittoria Veltroni: abbiamo stravinto. Berlusconi: passo avanti. Ma ognuno guarda i dati che fanno comodo Sindaci, ora tutti cantano vittoria E Cossutta propone una nuova legge elettorale ROMA. Per Prodi dopo il voto di domenica il governo è più forte. Il suo vice, Veltroni, dice alla Stampa: «L'Ulivo ha stravinto. Alle comunali passa dal 29,6 al 34,9 per cento. I popolari sono andati meglio di quel che si dice e Rifondazione comunista scende dal 9,8 al 7,8. Correttezza nei confronti dei lettori vorrebbe che questi dati si dicessero. E non si vada più a commentare gli exit-poli...». I popolari dimostrano, dati alla mano, che loro non hanno perso nulla, ma hanno guadagnato. Lamberto Dini (che ha perso veramente) corregge se stesso e assicura che non ha minacciato crisi, ma ha dato solo «stimoli» alla maggioranza. Insomma, più passano i giorni e meno si capisce chi ha vinto e chi ha perso. Berlusconi, per esempio, sostiene che solo Forza Italia «ha fatto un passo avanti». Dov'è l'inganno? Nel fatto che ognuno prende come riferimento i risultati che più gli fanno comodo. Chi i risultati delle città sopra i 15.000 abitanti, chi le provinciali, chi i capoluoghi di regione e via scorporando. Così che, alla fine, è meglio lasciare da parte dimostrazioni così stiracchiate e opinabili per badare all'effetto complessivo di questo primo turno elettorale per i rinnovi di un migliaio di sindaci. Quel che si vede è il Polo che sbatte la porta che Berlusconi aveva socchiuso a un governo di «larghe intese» ma che, contemporaneamente, ripete che le riforme istituzionali sono tutt'altra cosa e lì si deve continuare a cercare l'accordo. E si vede il centro-sinistra che si interroga nervosamente sul che fare con Rifondazione comunista, sia per il secondo tur¬ no elettorale dell'11 maggio, sia per le riforme, sia per il governo. Al centro di tutte le turbolenze c'è Massimo D'Alema. Che ieri si è trovato tra i piedi una proposta a sorpresa di Rifondazione comunista sulla nuova legge elettorale. Mossa condotta con abilità da Armando Cossutta, il quale propone l'indicazione del capo del governo con una legge elettorale a due turni sul modello regionale, con un primo turno proporzionale che assegna l'80 per cento dei seggi e il secondo che dà un premio di maggioranza del 20 per cento a chi vince. Così Rifondazione vuole dimostrare che non è il partito dei «no» e che è disposta anche ad entrare in una alleanza, purché venga garantita la sua giusta rappresentanza. Di fatto, Cossutta suona il flauto a tutti i nostalgici del sistema proporzionale, per intralciare il temuto accordo di D'Alema e Berlusconi per un sistema a doppio turno che rafforzi i due poli e penalizzi i partiti minori. Mossa da non sottovalutare dopo quel che è successo alla Camera alla proposta di legge di Rebuffa (considerata un marchingegno per favorire i bipolaristi) sbeffeggiata e sconfitta proprio per iniziativa di Rifondazione. Secondo Cossutta la sua proposta «potrà essere sostenuta dalla Lega, da an, ccd, cdu ed anche dai popolari, che ci stanno pensando...». In effetti, Leopoldo Elia l'ha subito apprezzata. Ma il Polo ha risposto in coro di no. Intanto, Bertinotti sta cominciando a mischiare riforme e governo, col proposito di arrivare a una trattativa globale con la maggioranza. Questo vale per i prossimi due mesi e già D'Alema avvisa i suoi che «se fallisce la Bicamerale falliamo tutti». Per l'immediato, cioè entro oggi o domani, va risolto il problema delle alleanze per tentare di far vincere i candidati dell'Ulivo a Torino e Milano. «Apparentamento ufficiale o niente voti» dice Rifondazione comunista a Castellani e Fumagalli. «Non si capisce per quale motivo dobbiamo sederci a discutere con persone che ci ritengono dei sieropositivi...» precisa Diliberto. Leonardo Domenici, responsabile del pds per gli enti locali, in queste ore suda freddo. La linea ufficiale, enunciata da D'Alema, è che la scelta delle alleanze per il secondo turno è affare degli aspiranti sindaci ulivisti. Ma Domenici mette fretta e dice che se gli accordi di apparentamento con Rifondazione debbono esserci, è bene che ci siano al più presto. Le nuove liste, con eventuali nuovi apparentamenti, vanno presentate entro domenica. Ma il pds avvisa che tutto deve «essere chiaro entro il 1° maggio». [a. rap.] Il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni

Luoghi citati: Milano, Mossa, Roma, Torino