Prodi: abbiamo vìnto noi «I dati degli exit poll erano fasulli»

Prodi; abbiamo vìnto noi «Popolari e pds sono cresciuti e Forza Italia è calata. Non è vero che il Paese ci ha bocciati» Prodi; abbiamo vìnto noi «I dati degli exit poli erano fasulli» INTERVISTA IL PUESiPENTi PEL CONSIGLIO VROMA ISTO da Palazzo Chigi, il quadro.è:, governo più fòrte, Polo più debole. La coalizione ha tenuto: «Gli elettori hanno capito i nostri sforzi, e ihisii aspettava una bocciatura vada a rivedersi i dati». Il presidente del Consiglio Romano Prodi - tra una trasferita a Gioia Tauro e un'ascesa al : Colle - appare rilassato, ma anche puntiglioso. Ha un mucchio di foglietti intorno e fa di conto spulciando i dati. Sentenzia: «I popolari sono cresciuti anche se sembrava il contrario. Rifondazione non è aumentata poi molto. Forza Italia è calata...». E così via. Di Berlusconi parla malvolentieri. Con Bertinotti si dilunga. Dini non lo cita. In quanto al capitolo Bossi, storce la bocca. Riassumendo: «A tutti quelli che da dodici mesi ripetono Prodi traballa, anzi crolla, l'Italia è allo sfascio, l'Europa si allontana, io dico: il governo è saldo, l'Europa si avvicina e l'Italia è in marcia». In marcia verso dove? «Stiamo risanando un Paese che abbiamo ereditato con un debito pubblico di 2,4 milioni di miliardi. Non so se mi spiego». Eccoci qua, alle 5 della sera. Presidente, cominciamo dalle cifre o dai giudizi? «Le cifre, per un giorno intero, le avete scritte sballate...». Abbiamo scritto quelle che c'erano: le previsioni degli exit poli. «Appunto. La sera di domenica 27 hanno sbilanciato la testa pure a me. La verità è che i numeri, nelle competizioni amministrative, sono distribuiti in modo' assai complesso. Ma adesso, a 48 ore dal voto, sono diventati chiarissimi». Sarebbe a dire? «Le faccio un paio di considerazioni e subito dopo una premessa. Primo: da queste elezioni la coalizione e quindi il governo escono rafforzati. Secondo: il Polo, che ha voluto trasformare queste amministrative in un referendum politico prò o contro Prodi, ha perso due volte. Perché non si trattava di referendum e perché le cifre dicono che semmai ad arretrare è stato il Polo». Manca la premessa. «La premessa è che io sono sempre stato contrario a dare una valenza troppo politica alle amministrative». Però adesso la rivendica e se la annette. «Eh, no, scusi, mi annetto quel po' di verità, dopo che tutti avete scritto il contrario». Lei dice: abbiamo vinto. Ma Milano e Torino le avete quasi perse. «Su questo ragioneremo, anche se c'è ancora da fare il ballottaggio». E' ottimista? «Non sono né ottimista né pessimista. Dico che la partita è aperta -è il centrosinistra giocherà per non perdere, ovvio. Ma aggiungo: esiste un problema di penetrazione dell'Ulivo in due città indiscutibilmente importanti come Milano e Torino. Questo non me lo nascondo affatto». Lei come se lo spiega? «Sono due aree metropolitane in grande trasformazione. Da un punto di vista sociologico sono dominate da un terziario che a me non piace chiamare post-industriale, ma "complesso". Ebbene questa fascia sociale trova maggiori risposte ai suoi interessi particolari e ai suoi obiettivi nel Polo». Interessi, obiettivi, e anche valori? «Magari anche valori. Ma vorrei rimanere un po' di più sul concreto: è probabile che quella fascia sia stata la più colpita dai provvedimenti di aggravamenti finanziari». Scusi, ma non è secondario il fatto che si tratti proprio di una fascia trainante e, dal punto di vista economico, fortemente innovativa. «E' per questo che noi dovremo analizzare le ragioni per cui fatica così tanto a trovare le sue risposte nell'Ulivo. E' un problema serio. Ma tenga conto di questo: il Paese, comprese le sue élites, sta sopportando un risanamento dell'economia durissimo. I contraccolpi ci sono». Ma resta il fatto... «Resta il fatto che in un anno abbiamo realizzato manovre per 100 mila miliardi e in larga parte i cittadini hanno compreso la necessità dei propri sacrifici e dei nostri sforzi. Il risultato elettorale, su questo punto è chiarissimo: non ci hanno affatto bocciato». Come dire: anche se ne avrebbero avuto una gran voglia? «E' su queste cose che si misura la maturità di un Paese». Torniamo, per così dire, alla politica. Berlusconi ha ricominciato a appellarsi contro il pericolo comunista. La preoccupa? «Ma no, ormai di Berlusconi non mi stupisce più nulla perché il suo è un messaggio a ondate: prima urla, poi si acquieta. Questa è la fase dell'urlo. Ci faccia caso: più il Polo grida, più il contenuto dei suoi messaggi è debole». Berlusconi ha detto: sono preoccupato per la democrazia, Ha rifatto la chiamata alle armi. «Appunto. Salvo che tra qualche giorno ritirerà fuori la storia della grossa coalizione». Lei come la vede? «Che cosa, la grossa coalizione? Inesistente». Inesistente? «Non ci credo, non ci ho mai creduto. Capisco che voi, dovesse svaporare il thriller delle "larghe intese", non avreste più nulla da scrivere...». Il suo schema è: bipolarismo e a morte gli inciuci. «Bipolarismo, sì. E il voto di domenica scorsa, se letto correttamente, lo conferma in pieno. Il voto si è polarizzato sui due schieramenti, la gente si sta abituando a pensare in termini bipolari e per il bene di questo Paese, per lo sviluppo della sua democrazia, la strada maestra è questa. Il bipolarismo che consenta l'alternanza». Bipolarismo, d'accordo, con un Ulivo più spostato a sinistra? «E perché mai più spostato a sinistra?». Perché è cresciuto il peso di Rifondazione. «I dati non lo dicono affatto. Per esempio i popolari sono cresciuti. Per esempio il pds è cresciuto. E sono cresciute varie liste di centro sinistra. In quanto a Rifondazione, ha tenuto i suoi voti, punto più punto meno: è calata nelle comunali, è cresciuta nelle provinciali». Per vincere ai ballottaggi l'Ulivo non potrà fare a meno dei suoi voti. «Scusi, e secondo lei Rifonda- zione non ha bisogno dell'Ulivo? Ai prossimi ballottaggi ci saranno due candidati, quello del centro sinistra e quello della destra. Gli elettori di Rifondazione dovranno scegliere. Trovo che il tutto si inscriva perfettamente nel bipolarismo». Ma lei si sente ostaggio di Bertinotti oppure no? «Lasci stare gli ostaggi. Ho letto molti commentatori stracciarsi le vesti su Bertinotti. Vorrei pacatamente avvertirli che Rifondazione appoggia la mia maggioranza da un annetto. Gli deve essere sfuggito». Non può negare che il suo peso di interdizione stia crescendo di giorno in giorno. «Glielo nego tranquillamente, Esclusa la questione albanese, tutte le scelte della coalizione sono state condivise e appoggiate da Rifondazione». Che però annuncia battaglia sullo Stato sociale. «Affronteremo anche quella». Con preoccupazione o senza? «Con senso di responsabilità. Il punto ineludibile è che non possiamo mancare l'obiettivo Europa, il resto ne consegue». Lei, presidente, teme la deriva secessionista della Lega di Bossi? «Più che una deriva mi sembra un vicolo cieco. Dallo scorso luglio, nei cosiddetti giorni del Po cantati da tutti i giornali, Bossi ha imboccato quella strada e non ne è più uscito». Ora ha perso Milano, la città simbolo, ed è fuori dalla stragrande maggioranza dei ballottaggi al Nord. Per questo le chiedo se non teme un inasprimento dei toni secessionisti, un loro rinserrarsi in partito etnico. «In quanto ai toni, quelli di Bossi mi sembrano fuori misura da parecchio tempo. Ultimamente ci ha aggiunto la volgarità». E dunque? «Le dirò sinceramente che mi preoccupa di meno l'urlo di chi perde». Lei si sente vincitore? «Certo, e guardi che lo dico piano». Pino Corrias fifi Guardate le cifre reali Dicono che semmai ad arretrare è stato il centrodestra ^ej fi fi Non siamo andati bene a Torino e a Milano perché sono state le città più colpite dalla Finanziaria p j fi fi Silvio Berlusconi adesso urla ma vedrete che tra qualche giorno tirerà di nuovo fuori la storia della grande coalizione y y «Bertinotti ha solo tenuto i suoi voti Ma anche lui ha bisogno dell'Ulivo» il 1CITTA' PDS FORZA ITALIA AN RIFONDAZIONE PPI LEGA NORD «COMUNALI '94 m •APPARENTAMENTO CON ALTRE FORZE POLITICHI *NEL'93PPI,CCDECDU ERANO DC "NEL'93 ERA MSI-DN 9 PARTITI E IL VOTO Silvio Berlusconi adesso urla vedrete che tra qualche giorno à di nuovo fuori oria della grande coalizione y y ; presidente del Consiglio Romano Prodi ; presidente del Consiglio Romano Prodi • leader del Polo Silvio Berlusconi