«Banche poco efficienti» di Valeria Sacchi

«Banche poco efficienti» Fausti presidente Comit. Più dividendo per Credit. Geronzi si taglia lo stipendio «Banche poco efficienti» Fazio: sistema solido, ma in ritardo MILANO. «Il sistema bancario italiano è solido e non corre pericoli di cadute o di instabilità. Ma è inefficiente ed ha costi troppo alti». La diagnosi, espressa a Washington al termine del G-7, è di Antonio Fazio. «Con l'avvio della deregulation, ci saremmo attesi più efficienza», fa eco, sempre a Washington, Carlo Azeglio Ciampi. Dopo la sferzata, il governatore attenua il colpo: se il problema degli esuberi verrà affrontato con decisione, potrà essere risolto entro tre anni. Inoltre, contro i 2000 miliardi di interventi sul Banco di Napoli, la Francia ne ha impiegati 40 mila per il Crédit Lyonnais, gli Usa 160 miliardi di dollari per le casse di risparmio. Quello del Banco di Napoli, assicura il governatore, resterà un caso isolato. Mentre Fazio e Ciampi davano pagelle appena sufficienti alle banche italiane, a Milano, Genova e Roma le tre ex Bin affrontavano le assemblee di bilancio. Alla Comit sono stati in molti, fra gli azionisti, a lamentare la scarsa redditività nonostante un dividendo salito da 150 a 165 lire. Cosicché quasi tutta la replica dell'amministratore delegato Luigi Fausti è stata dedicata alla difesa del suo operato. Quanto all'accusa di «immobilità», Fausti ha ricordato che la Comit ha 3360 miliardi di liquidità, cui potrebbero aggiungersene altri 2200 di prestiti subordinati, una somma con la quale «potrebbe comperare mezza Lombardia. E' in atto la ristrutturazione del sistema, non possiamo non farcene carico». Ma l'immobilità si è riproposta nel rinnovo del consiglio che, nonostante la richiesta del cda di portarlo a 16 membri, è rimasto di 14, accogUendo al posto del presidente Adler che non voleva essere rieletto e di Enrico Beneduce (venuto a mancare il mese scorso) Giuseppe Lignana, amministratore delegato di Burgo, e Giuseppe Russo, che di Comit fu uno dei presidenti. Inoltre, nessun esterno arriva per la carica di amministratore delegato, che resta per il momento scoperta, mentre dall'interno salgono alla direzione generale Alberto Abelli e Pier Francesco Saviotti. Tutta- via una novità importante c'è, ed è la designazione a vicepresidente dell'amministratore delegato delle Generali Gianfranco Gutty, che affianca il neo presidente Fausti. Gutty che alla domanda: «Perché questo immobilismo?», ha risposto: «Nel segno della continuità, ma con numeri diversi». Il fantasma della «bad bank» del Banco di Napoli ha invece fatto capolino alla assemblea della Banca di Roma. Per essere respinta con sdegno dal presidente Cesare Geronzi (ieri, per dare il buon esempio in un momento in cui si tratta coi sindacati sugli esuberi, ha annunciato di essersi ridotto del 20 per cento lo stipendio) che ha dichiarato: «La pulizia tramite una bad bank non ci riguarda, e non ci potrà riguar¬ dare». E questo nonostante il terzo anno consecutivo senza dividendo e gli oltre 11.270 miliardi di «sofferenze e incagli», che superano ormai il patrimonio di 10.504 miliardi. Geronzi insiste sulla privatizzazione, assicura che la Fondazione scenderà sotto il 51%, aggiunge che «l'ideale struttura societaria potrebbe essere di avere un socio assicurativo, una banca estera e privati italiani». L'Iri, infatti, è cosa nota, ha messo in vendita la sua partecipazione nel gruppo romano: il 13,89% della banca e il 35% della holding, una quota in grado di assicurare al compratore la posizione di socio di riferimento. Intanto il gruppo sta disimpegnandosi dal Fonspa e dovrà affrontare gli esuberi, calcolati in 3000 dipendenti nei prossimi tre anni. A Genova, l'assemblea del Credito Italiano ha visto tra le novità il rafforzamento delle quote di due azionisti: il gruppo Falck che passa dallo 0,2 per cento all'1,32 per cento, e Achille Maramotti che raggiunge il 3,9 per cento guadagnando la terza posizione dopo Allianz-Ras (5%) e Fidelity Fund (4%). Quarto Giampiero Pesenti con il 3,85 per cento. Una febbre da escalation che sembra contagiare da qualche tempo molti dei partner dell'istituto, che chiude il 1996 con un dividendo ricco, che sale da 35 a 60 lire per le ordinarie e da 50 a 75 per le risparmio. Valeria Sacchi Il neopresidente della Comit Luigi Fausti. Sopra, il governatore di Bankitalia Antonio Fazio