Vertice G7 Non si ferma il superdollaro

Vertice G7 Vertice G7 Non si ferma il superdollaro MILANO. I ministri finanziari e i governatori delle banche centrali riuniti nel G-7 si sono impegnati ad intervenire con tutti gli strumenti di politica economica, a partire dagli interventi sui mercati dei cambi, per raffreddare la corsa di Superdollaro, che vede nell'eccessivo rafforzamento nei confronti dello yen il punto più critico. Vogliono, insomma, un «dollaro forte ma non più forte», come spiega il presidente della Bundesbank, Hans Tietmeyer. Il quale aggiunge «siamo tutti d'accordo nel non volere una sopravvalutazione del dollaro. Gli stessi americani sono interessati a che non sia troppo forte». Il dollaro tuttavia sembra per il momento non curarsi di queste attenzioni. Nella notte tra domenica e lunedi è schizzato contro marco da 1,7240 fino al nuovo massimo dal febbraio '94, ossia a 1,7390. Mentre verso lo yen saliva da 126,10 a quota 127. Il che, tra l'altro, potrebbe mettere in pericolo il ridimensionamento dell'attivo commerciale e corrente giapponese verso gli Stati Uniti. Il governatore Antonio Fazio, tuttavia, invita alla pazienza. Dice: «Dobbiamo guardare questi movimenti nel tempo. In un'ottica di settimane, di mesi se possibile». Insomma, i nuovi progressi del biglietto verde, all'indomani del vertice del G-7, non sono ancora sufficienti a giudicare come il messaggio inviato sia stato recepito dai mercati. E sulla diagnosi è d'accordo Tietmeyer che osserva: «Bisogna aspettare le reazioni del mercato». Forse, a questa indifferenza, noi: è estraneo il tono generico dell'impegno. Gli operatori, quasi certamente, vogliono toccare con mano se effettivamente le autorità monetarie sono pronte, come dicono, a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, a cominciare dagli interventi sul mercato, più volte minacciati nel passato ma poi lasciati cadere. A favore del superdollaro giocano i «fondamentali» americani, la congiuntura che resta forte, in ogni caso più forte di quella giapponese ed europea, un'inflazione un po' più alta ma in lipea con tassi che la compensano: l'interbancario Usa batte per due punti quello giapponese, per due punti e mezzo quello tedesco. Ma certo preoccupa i Sette la rapidità con la quale il dollaro ha accumulato vantaggi sulle altre valute. Nel solo mese di aprile la moneta statunitense ha messo a segno un rialzo del 4,7% sul marco, di quasi il 3% sullo yen, valuta verso la quale gli analisti giudicano si sia vicini al «limite di tollerabilità». Ieri, comunque, il dollaro ha ignorato le indicazioni dei Sette Grandi. Dopo aver guadagnato terreno in Giappone rafforzandosi di 0,88 yen rispetto a venerdì, è cresciuto a Francoforte a 1,7325, ed ha aperto anche negli Usa in sensibile rialzo. Il che significa, aver guadagnato, in un anno, il 60 per cento sullo yen é il 28 per cento su marco.

Persone citate: Antonio Fazio, Hans Tietmeyer, Tietmeyer

Luoghi citati: Francoforte, Giappone, Milano, Stati Uniti, Usa