Cartellino rosso a Stranamore

Cartellino rosso u Stranamore Secondo l'Ordine ha messo in pericolo i figli di un pentito facendoli apparire in trasmissione Cartellino rosso u Stranamore Castagna radiato dai giornalisti ROMA. Cacciato. Ad Alberto Castagna rimane il titolo di Dottor Stranamore, ma deve rinunciare a quello di giornalista dopo la decisione dell'Ordine del Lazio di radiarlo dall'albo. Una punizione per aver mandato in onda a «Stranamore» il filmato di due bambini figli di un pentito di mafia - nascosti con la famiglia in località segreta - che volevano salutare i nonni via video. Storia lacrimevole con tanto di intervento del Servizio protezione pentiti che smentiva qualsiasi legame tra quei bambini e un pentito. Per la deontologia giornalistica, burla o non burla, significa la violazione delle regole fondamentali per la tutela dei minori contenute nella Carta di Treviso. Norme che hanno fatto incappare nelle sanzioni già 70 giornalisti. Ma Castagna non ci sta e sebbene da tempo abbia abbandonato penna e news televisive per dedicarsi anima e corpo alla carriera di star del video più amata dalle casalinghe, annuncia battaglia. Il suo avvocato Giorgio Assumma presenterà entro questa settimana un ricorso al consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti per ottenere la revoca del provvedimento di radiazione. «L'accusa, forse, più grave che mi sia stata imputata - ha dichiarato Castagna - è quella di aver esposto al pericolo due figli di un pentito e di avere così interferito in un programma di protezione caratterizzato dall'assoluta segretezza. Sennonché il consiglio dell'Ordine del Lazio e Molise non ha ammesso la prova che gli avevo richiesto, per dimostrare come i due non fossero figli di alcun pentito, e che quindi nessuna interferenza fosse stata da me commessa». L'Ordine la pensa diversamente e ribadisce che da parte del conduttore di «Stranamore», nella sua veste di giornalista professionista, «è mancata la valutazione specifica della veridicità del caso rappresentato (minori figli di un pentito di mafia) e dei suoi gravi riflessi sui minori stessi, sia qualora la qualità di collaboratore di giustizia sussistesse sia qualora questa fosse solo affermata ai fini della spettacolarizzazio¬ ne e strumentalizzazione dei minori alle esigenze di pubblicità del loro padre». In ogni caso visto lo status di «pentito» del presunto padre dei due minori difficilmente l'amministrazione pubblica di vigilanza avrebbe confermato questa situazione. In ogni caso voci interne al programma di protezione dei pentiti confermano la veridicità della storia anche se a salutare in diretta tv non sono stati i figli del pentito, ma di suo fratello, ugualmente sottoposti - assieme al padre - al programma di protezione. Conferme che aggravano la situazione di Castagna, già colpito lo scorso anno da provvedimento disciplinare di due mesi di sospensione per aver fatto incontrare in studio un padre «marine» e un figlio che non si erano mai visti. Castagna contesta all'Ordine di non aver guardato la cassetta incriminata prima di decidere «la pena». E l'Ordine risponde che la visione della registrazione è «ininfluente» visto che lo stesso Castagna ha esposto dettagliatamente, nella memoria difensiva, l'episodio. Il caso Castagna divide. Il segretario della Federazione na¬ zionale della stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, accoglie la notizia con un «finalmente». «La radiazione di Castagna commenta - dimostra che la categoria dei giornalisti sa individuare e colpire chi si pone fuori del sistema di regole deontologiche della professione». Telefono azzurro approva la «linea dura» contro chi mette a rischio i minori. «La decisione dell'Ordine dei giornalisti è un segnale importante», afferma il presidente Ernesto Caffo secondo cui per salvaguardare l'integrità psicologica dei minori «occorre un monitoraggio permanente nei confronti dei mezzi di comunicazione, della radio e della televisione. Un'area sempre più confusa in cui ci sono giornalisti che fanno i presentatori e presentatori che si improvvisano giornalisti». E il caso Castagna può servire da esempio. Come dire: colpirne uno per educarne cento. Polemica invece la voce del movimento dei Club Pannella che chiede a Castagna di unirsi a loro nella battaglia per abolire un Ordine dei giornalisti che «ricorre ai lustrini del mondo dello spettacolo per giustificare la propria inutile esistenza». Maria Corbi «Ha violato la carta che tutela i minori» Replica il conduttore «Non hanno neppure visto il filmato» 12 FEBBRAIO 1989. A «Domenica In» viene trasmessa un'intervista con Marce Fiera, un bambino rimasto per quasi un anno e mezzo in mano ai suoi sequestratori. Il giorno stesso il tribunale dei minori convoca il padre del bambino. 17 APRILI 1994. Ancora a «Domenica In» l'attore Fabio letti si presenta in trasmissione con i tre figli, suscitando le proteste della moglie separata dell'attore, alla quale sono affidati i figli. 27 NOVEMBRE 1995. Nel suo talk show, Maurilio Costarne intervista la bambina nomade alla quale un passante aveva fratturato i polsi. In quell'occasione, il conduttore annuncia in apertura di trasmissione di,fare una deroga alla carta di Treviso, il documento che regola i rapporti dei minori con i mass-media. 17 GENNAIO 1996. Un servizio di «Mixer» mostra le immagini e dò le generalità di una bambina stuprata dal padre (ma maggiorenne all'epoca della trasmissione). Per questa vicenda Giovanni Minali sarà sospeso per sei mesi dall'Ordine dei giornalisti. 35 FEBBRAIO 1996. A «Stranamore», Alberto Castagna fa incontrare per la prima volta un bambino di dieci anni con il padre, un «marine» giunto appositamente dagli Stati | Uniti. Per questa vicenda Castagna sarà sospeso per due mesi dall'Ordine dei giornalisti. | 31 GENNAIO 1997. Il giudice tutelare del tribunale di Palermo Antonino Scarpulla convoca Tina Montinaro, vedova di uno degli agenti uccisi nella strage di Capaci. La causa: la presenza dei figli a un'intervista televisiva. BAMBINI NEL MIRINO - TV SOTTO ACCUSA «Ha vioche tuteReplica il«Non hanvist Alberto Castagna, ex giornalista Rai è diventato famoso con «Stranamore» su Canale 5

Luoghi citati: Capaci, Lazio, Molise, Roma, Treviso