Il delfino di Eltsin inventa una nuova stangata di Anna Zafesova

Il delfino di Eltsin inventa una nuova stangata In Russia le case sono di proprietà statale, per milioni di famiglie senza reddito è una tragedia Il delfino di Eltsin inventa una nuova stangata Gli inquilini dovranno pagare tutte le spese di manutenzione MOSCA NOSTRO SERVIZIO Una nuova disgrazia sta per abbattersi sui russi, oltre alla disoccupazione e ai salari che non vengono pagati da mesi. Si chiama affitto, non quello politico che ancora si paga nella Russia di Eltsin, ma quello vero. Entro il 2003 i russi dovranno sostenere il cento per cento delle spese per la manutenzione dei loro alloggi, in una riforma senza precedenti per la vastità della portata e per la dolorosità delle sue conseguenze per i cittadini. Il presidente russo ha aspettato il lunedì dopo la Pasqua ortodossa per fare ai suoi sudditi questo regalo. Ma il vero padre dell'iniziativa è il giovane primo vicepremier Boris Nemzov, chiamato da Eltsin al governo proprio per lanciare questo progetto che lui stesso definisce «da kamikaze». La notizia ha già infatti suscitato il terrore di mi¬ lioni di famiglie russe, abituate da decenni di socialismo a pagare un affitto puramente formale. La proposta di scaricare sulle spalle della gente le spese di manutenzione delle loro abitazioni è infatti forse l'ultimo bastione dell'economia pianificata a crollare sotto i colpi dei riformatori. Cinque anni dopo l'avvio delle riforme di mercato il 99 per cento del patrimonio immobiliare russo è ancora in mano allo Stato, così come la sua manutenzione. Almeno un terzo degli appartamenti è stato privatizzato, ma i palazzi rimangono di proprietà statale. Nonostante la loro manutenzione costituisca una delle voci più consistenti delle spese del bilancio -100 trilioni di rubli quest'anno, quasi 300 mila miliardi di lire - il Cremlino non ha i soldi per mantenerli in condizioni decenti. Far pagare la popolazione è l'unica possibilità di impedire un deterioramento irreversibile dei palazzi. Ma non è chiaro come faranno i russi - di cui i due terzi, secondo le statistiche, non ricevono in tempo i salari e un terzo ha redditi inferiori al minimo necessario per la sopravvivenza - a sobbarcarsi queste spese. Secondo Nemzov, si tratterebbe di far entrare in questo settore di monopolio la concorrenza e in questo modo abbassare il costo della manutenzione. Ma intanto che la «mano invisibile» del mercato si metterà in moto, i russi stanno già facendo freneticamente i conti. Oggi l'affitto medio va da 100 a 300 mila rubli, circa 90 mila lire, compreso il riscaldamento, l'acqua e il gas. Paragonata ai prezzi occidentali può sembrare una cifra ridicola. Ma il reddito medio è di circa 700 mila rubli e già adesso molti faticano a pagare. Per non parlare poi degli anzia¬ ni che devono dare via per i loro alloggi almeno la metà della pensione. Molti si rifiutano. E a Samara, dove è stato attuato un progetto pilota di aumento dell'affitto, la gente è scesa in piazza a protestare. E questo non è che l'inizio. Quest'anno la popolazione dovrà sostenere il 35 per cento delle spese per la manutenzione degli immobili, l'anno prossimo la quota salirà a metà e così fino al 2003, quando lo Stato se ne laverà le mani. Nemzov giura che le spese per l'affitto dei russi non supereranno il 20 per cento delle entrate delle famiglie e i poco abbienti avranno dei sussidi. Ma secondo i calcoli del governo, almeno una famiglia su dieci avrà bisogno dei soldi dello Stato per pagarsi la casa. A questo punto resta da chiedersi se il Cremlino ne ricaverà qualche sollievo. Anna Zafesova

Persone citate: Boris Nemzov, Eltsin, Nemzov

Luoghi citati: Mosca, Russia